Secondo appuntamento per il mese di Settembre con Les salonnières virtuelles, i salotti virtuali di Toponomastica femminile, dedicato alle Arti figurative.
Per chi avesse perso qualche incontro, rinnoviamo l’invito a seguire il canale YouTube dedicato, accessibile anche dal sito.
Apre l’appuntamento, come di consueto, il video del Centro di pedagogia dell’espressione: Omaggio a Loredana Müller. Arte selvatica tra trasformazione e visione – a cura di Laura Bartoletti.
Gli strali della sventura informatica si sono abbattuti su questo incontro: abbiamo perso per mancata connessione ben due relatrici e dovuto stravolgere la programmazione prevista in locandina.
Così prende la parola il prof. Mauro Zennaro, fondatore dell’associazione Tf e regista di molte iniziative ed eventi. Partendo dalla considerazione che nei manuali scolastici di storia dell’arte le donne sono praticamente assenti, ci ricorda l’importanza e il valore di molte artiste obnubilate dalla memoria collettiva. Perfino talenti di altissimo rilievo, come Artemisia Gentileschi, cui ormai si dedicano studi e mostre importanti, sono a malapena citate se non, nella maggior parte dei casi, totalmente ignorate. Ripercorrendo il racconto di una lezione su Artemisia, in una classe del liceo scientifico Primo Levi di Roma, ove il professore ha insegnato, l’intervento è mirato non solo e non tanto su Artemisia Gentileschi, bensì su come presentarla alle classi. La lezione parte dal contesto storico-artistico in cui operava Artemisia, sulla violenza diffusa in quel contesto, sul difficile – se non impossibile – rapporto fra artiste e mercato nel Seicento, per arrivare a un tentativo di analisi di genere della sua pittura. Il confronto con artisti coevi, i tratti distintivi della pittrice, le sue opere, raccontate nel fluire degli eventi della sua vita, hanno reso questo intervento un viaggio nel tempo e nei sentimenti da cui tutte e tutti ci siamo sentiti rapiti.
Sempre per motivi tecnici, Livia Capasso ha ceduto il microfono anche a Ornella Urpis, che, partendo da indagini compiute in ambito accademico, ragiona con noi sul posto e sulla modalità delle artiste di affacciarsi al mondo. I bias ancora esistenti nel valorizzare e monetizzare le opere d’arte al femminile, ripropongono i noti schemi esistenti sul differenziale retributivo, sulla scarsa confidenza con le scienze da parte delle donne, frutto di carenze nell’approfondimento in materia finanziaria e tecnologica. La questione aperta dei carichi familiari si manifesta in tutte le manifestazioni pubbliche delle donne, che siano impiegate, libere professioniste, dirigenti, artiste o imprenditrici. «Il rapporto donne e tecnologia nel mondo dell’arte ci riporta al mondo della differenza di genere e della discriminazione. Le donne infatti accedono con maggior difficoltà ai sistemi informatici, inoltre le possibilità di esposizione pubblica nel mercato dell’arte sono più ridotte rispetto agli uomini. Il progetto Port Art Women intende perciò promuovere nel web le artiste per rafforzare la loro presenza e avvicinarle il più possibile a nuove risorse economiche».
Finalmente, ripristinati i collegamenti, la prof.a Capasso prende la parola per rapirci nell’universo dell’arte al femminile.
Livia Capasso, coordinatrice di questi salotti, prezioso e fondamentale supporto per la loro riuscita, è con Maria Pia Ercolini, tra le cofondatrici del movimento, poi divenuto associazione, Toponomastica femminile. Oggi interviene da esperta e studiosa dell’arte.
«Nell’arte, come in altre professioni, le donne non riescono a emergere, non sono visibili e incontrano difficoltà nella produzione e diffusione delle loro opere. La storia dell’arte che noi studiamo è distorta e parziale e non rende giustizia alle tante pittrici, scultrici, architette, miniatrici, ricamatrici, ceramiste, che hanno riversato nell’arte la loro sensibilità. Costrette a generi limitati, come la miniatura per lo più all’interno di manoscritti sacri, o la tessitura di arazzi e paramenti sacri, non perdevano occasioni per affermare la propria indipendenza. In questo mondo hanno agito per lo più personaggi maschili, non solo artisti, ma anche committenti, mecenati, collezionisti, mentre la presenza femminile comincia a farsi notare solo dal ‘400, ‘500 in poi. Dal ‘700 in poi il numero delle artiste aumenta considerevolmente, così come aumentano le letterate, le filosofe, in quanto vengono meno tanti divieti. Solo dagli anni Sessanta, Settanta del Novecento le donne, sulla spinta dei movimenti femministi, consapevolmente hanno rivendicato il loro posto accanto a quello degli uomini e sono entrate in massa nel mondo dell’arte, non solo come artiste, ma anche come critiche e collezioniste. Scavando nelle pieghe della storia per sollevare la coltre di oblio che le ha sepolte, si riesce a ridare loro quella visibilità negata da pregiudizi e stereotipi, e riconoscere una loro costante presenza pur tra mille difficoltà». Perché, come ben ci ricorda la prof.a, le donne sono state spesso offuscate da uomini il cui talento può essere discusso, non tutti erano Pinturicchio, Caravaggio, Raffaello e Michelangelo, eppure di soli uomini, o quasi, sono pieni i musei.
Consuelo Lollobrigida non si è riuscita a collegare, ci avrebbe parlato dell’Accademia di San Luca a Roma che, nel 1607, concede alle donne la possibilità di iscriversi e frequentare i corsi, anche se è loro interdetto sedersi in assemblea e avere diritto di voto.
Anche con queste limitazioni, l’evento costituisce un primo importante successo nell’affermazione professionale delle artiste e delle donne che da questo momento popoleranno, come mai prima, le botteghe di Roma. Tra le tante, Plautilla Bricci, la prima architettrice della storia, e Anna Maria Vaiani, frescante e raffinata disegnatrice.
Chiude la ricca serata Francesca Perani, ideatrice e co-fondatrice di RebelArchitette sul progetto attualmente esposto nel Padiglione Italia alla 17° Biennale di Venezia. Una curatela che mira alla tutela e alla visibilità del lavoro delle architette italiane contemporanee riconoscendo come fondamentale il valore dell’applicazione del linguaggio di genere quale prima forma di visibilità e rispetto nei loro confronti. Empowerment rivolto alle nuove generazioni di professioniste attraverso un processo di attivismo digitale, che ad oggi ha identificato più di 1000 modelli di ruolo a livello internazionale e che fa anche del linguaggio uno strumento di cambiamento.
«In che modo possiamo essere interpreti credibili delle trasformazioni dello spazio abitato se la professione in primis non riconosce al suo interno i valori di inclusione ed equità che richiediamo oggi al mondo costruito? Architette e architetti possono contribuire alla risoluzione di queste tematiche attuando una nuova logica collaborativa, che può concretizzarsi solo se è la professione stessa che si propone come primo luogo virtuale e fisico di questo cambiamento». Consultabile il sito http://www.rebelarchitette.it/rebelbiennale2021.
Chiudiamo il pomeriggio, divenuto oramai sera, con una lettura dal vivo che doveva essere di Valentina Tinelli: Variazioni di Loredana Müller, impropriamente letta dalla sottoscritta per, ça va sans dire, problemi di connessione.
Arrivederci al 26 ottobre con il Salotto dedicato alle Scienze filosofiche.
Le nostre relatrici e relatore:
Livia Capasso, laureata in Lettere moderne a indirizzo storico-artistico, è stata docente di Storia dell’arte nei licei. Accostatasi a tematiche femministe, è tra le fondatrici dell’associazione Toponomastica femminile, in cui ha ricoperto le cariche di vicepresidente e tesoriera. Ha scritto recentemente una storia dell’arte tutta al femminile, Le maestre dell’arte.
Mauro Zennaro, grafico, è stato insegnante di Disegno e Storia dell’arte presso un liceo scientifico. Ha pubblicato numerosi articoli e saggi sulla grafica e sulla calligrafia. Appassionato di musica, suona l’armonica a bocca e altro in una blues band.
Ornella Urpis, sociologa abilitata al ruolo di professore associato in Sociologia generale, è titolare di contratti d’opera per la ricerca presso il Dipartimento di scienze Politiche e Sociali dell’Università di Trieste. Nella sua attività scientifica si è occupata di diversi temi e in particolare del ruolo delle donne nella società (https://scholar.google.it/citations?user=UT3VmTAAAAAJ&hl=it). Appassionata d’arte ha organizzato mostre e contribuito allo sviluppo delle professionalità femminili.
Consuelo Lollobrigida si occupa principalmente dell’arte del XVII e XVIII secolo. Svolge abitualmente attività di ricerca e insegnamento presso università pubbliche, italiane e straniere. Attualmente, insegna presso UARK Rome Center (Arkansas University – Philadelphia University); ha insegnato Museologia e Pedagogia dei Beni culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia – dipartimento di studi storico artistici – dell’Università di Roma La Sapienza. È curatrice di mostre in Italia e all’estero; in particolare ha collaborato e collabora, in qualità di esperto di arte antica, con importanti antiquari italiani ed internazionali e con diverse case d’aste internazionali. Ha collaborato dal 1997 al 2004 con la Soprintendenza di Roma, svolgendo attività di catalogazione del territorio romano. Ha conseguito un dottorato di ricerca, approfondendo l’attività delle donne artiste a Roma nell’età Barocca. Specializzata negli studi di genere, ha al suo attivo partecipazioni a convegni e numerose pubblicazioni.
Francesca Perani, architetta-attivista, grafica, illustratrice, docente. Laureata al Politecnico di Milano, si è formata in Belgio, Australia, Regno Unito. Nel 2007 fonda il suo studio Francesca Perani Enterprise con sede a Bergamo. Il suo lavoro spazia dall’architettura al design interattivo, dal branding all’allestimento. Ideatrice/co-fondatrice di RebelArchitette, associazione no profit per un’architettura equa. Fondatrice di CUTOUTMIX, illustrazioni inclusive in open source è docente nei corsi Master allo IED (Istituto Europeo di Design) di Milano e ha tenuto lezioni in Italia e all’estero. Dal 2010 al 2014 è stata referente e co-fondatrice del gruppo Archidonne e ha ricoperto la carica di Vice Presidente per l’Ordine degli Architetti di Bergamo.
Crede nel potere della creatività condivisa come strumento efficace alla realizzazione di cambiamenti sociali.
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Articolo di Sabrina Cicin Marzetti

Laureata in Scienze Politiche. Consulente fiscale con Master in Diritto Tributario Internazionale. Giornalista pubblicista. Dirigente sindacale, responsabile del Coordinamento Donne e Inclusione. Ha approfondito tematiche di cultura di genere con un Master in Gender’s Studies. I suoi interessi sono focalizzati sul linguaggio e la toponomastica. Il motto: la felicità non è la meta, ma il cammino (Osho). La convinzione: nella vita nulla accade per caso.