La scorsa estate, nonostante il caldo infernale, dopo la lunga pausa pandemica, decidemmo di ricominciare a uscire così da far conoscere la realtà di Toponomastica femminile nel territorio casertano. In questa provincia nasciamo solo nel 2019 e il tragico periodo appena passato non ha certo favorito la diffusione della nostra attività.
Per il 1° luglio, avevamo progettato di portare la mostra Madri della Repubblica a Piana di Monte Verna, fino al 1976 Piana di Caiazzo. Un paesino di poco più di 2000 abitanti, il cui territorio è disegnato da una incredibile diversità di paesaggi: circondato dai Monti Trebulani, vede scorrere ai suoi piedi le ricche e ampie acque del Volturno.
Tra ulivi e querce, il giovane Sindaco, Stefano Lombardi, ci accolse nella Villetta Comunale: un giardino, spazio multiuso, ricavato sulle pendici collinari con un panorama mozzafiato. Un gruppo di persone, variegato per età e genere, tra cui anche l’Assessora alla cultura del comune di Casaluce, dedicarono grande attenzione ai pannelli della mostra adagiati tra le piante. Poi, ci fu una conferenza, sempre all’aperto, nel grazioso anfiteatro di tufo a ridosso delle mura, molto partecipata, grazie all’ombra degli alberi e a una brezza ristoratrice. Nell’introdurre l’illustrazione di alcune biografie delle Madri Costituenti, citai una frase dell’ebraista e scrittore Matteo Corradini, frase che si è rivelata profetica: «Fare memoria non è semplicemente ricordare il passato. Fare memoria è conoscere le storie del passato perché quelle storie diventino nostre. È provare empatia con quanto accaduto perché si possa arrivare, di conseguenza, a cambiare noi stessi. E a cambiare il presente». Alla fine dell’incontro distribuimmo in omaggio alcuni esemplari di Calendaria 2022, una delle copie capitò tra le mani di Federica, giovane caiatina leva 2003, che si accingeva a superare la fatidica prova degli esami di maturità e decisamente cambiò il suo presente.
Quando ho saputo della storia di Federica – sua zia è una delle associate Tf – ho voluto incontrarla. Così, mi ha raccontato che Calendaria la colpì subito entusiasmandola, «perché dà voce alle donne, che molto spesso sono poste in secondo piano. Ma, soprattutto, perché mette in evidenza le donne che hanno contribuito in tutti gli ambiti della società: nella giustizia, nella parità di genere, nella scienza, nella storia. Così, ho deciso di presentare Calendaria 2022 al mio esame di maturità per il progetto di Educazione Civica, relativo all’Agenda 2030».
La loro classe aveva stabilito di focalizzare l’attenzione su quattro obiettivi: l’obiettivo 1, Sconfiggere la povertà; l’obiettivo 5, La parità di genere; l’obiettivo 10, Ridurre le disuguaglianze; e l’obiettivo 16, Pace giustizia e sviluppo sostenibile. Lei, «in merito agli obiettivi 5 e 10, parità di genere e ridurre le disuguaglianze, quindi anche dare voce alle donne», ha deciso «di portare Calendaria 2022, suscitando la meraviglia e la sorpresa, e, soprattutto, l’interesse di tutti per questa mia presentazione che è molto piaciuta». E, continua, «ho raccontato della mia visita alla mostra Madri della Repubblica e sottolineato il vostro impegno come Associazione. Svolgete un’azione molto importante, oltre che tesa ad aumentare l’interesse verso le problematiche femminili e della parità di genere. Perché la vostra opera è diretta a scoprire le donne che ci hanno preceduto, permettendo di riequilibrare la visione dello sviluppo storico della nostra società. Io, durante il mio corso di studi liceali, ho notato l’assenza di donne nei testi scolastici e mi sono resa conto di come questo influisca sulla nostra cultura ed educazione: la cultura generale è proiettata verso l’importanza del ruolo maschile e ciò comporta uno squilibrio e nella mentalità femminile e nella società».
Federica, oggi è una giovane studente universitaria. Frequenta l’Università Ssml Gregorio VII, di mediazione linguistica e comunicazione interculturale, e vuole diventare interprete e traduttrice. La sua passione per Calendaria, l’ha portata a sfruttare ancora il nostro omaggio dell’estate scorsa. «Una volta iscritta all’università, per l’esame di informatica per il quale dovevamo scegliere un argomento, sono rimasta sull’Agenda 2030. È un tema che mi piace molto e avendolo già trattato alle scuole superiori ho pensato di riprenderlo menzionando anche in questo lavoro Calendaria. La professoressa, che conosce Toponomastica femminile, è rimasta molto colpita dal mio lavoro».
Essendo io una «nata analogica», mi sono incuriosita per la commistione tra Calendaria, l’Agenda 2030 e l’informatica. Ho chiesto spiegazioni e lei, figlia del terzo millennio, mi ha fatto notare, attraverso una lucidissima analisi del nostro tempo, che «le competenze digitali aiutano le donne a superare molti degli ostacoli che ancora oggi le penalizzano nel mondo del lavoro. Le donne soffrono di mancanza di accesso a un lavoro dignitoso e devono affrontare la segregazione occupazionale e il divario salariale di genere. In molte situazioni viene loro negato l’accesso all’istruzione di base e all’assistenza sanitaria e sono vittime di violenza e discriminazione. Senza un maggiore accesso all’istruzione tecnologica emergente, non saranno in grado di passare alle professioni del futuro, rimarranno una minoranza tra gli imprenditori di successo e dovranno affrontare più ostacoli dei colleghi uomini nell’avviare e far crescere la propria attività. Pertanto, è necessario rafforzare l’uso della tecnologia, in particolare la tecnologia dell’informazione e della comunicazione, al fine di promuovere il proprio empowerment, ossia la forza, l’autostima e la consapevolezza. Migliorare le competenze digitali e renderle accessibili a tutte le donne potrebbe rappresentare, quindi, un beneficio per l’intera società. E, inoltre, si potrebbe raggiungere quella parità di genere per la quale tutt’oggi si combatte».
Infine, con una leggera nota di pessimismo, riprende e sottolinea un pensiero espresso all’inizio della nostra conversazione: «Io credo sia una conquista non facile quella della parità di genere, perché le donne ancora oggi sono considerate inferiori, meno forti e meno intelligenti degli uomini e poste in secondo piano. Pur essendo convinta che, in quanto esseri umani, siamo tutti uguali, mi rendo conto che le donne devono far sentire la propria voce, tenendo sempre alto l’interesse verso la parità di genere. Devo dire che in ambito accademico mi sento circondata da tante ragazze e ragazzi intelligenti che ti coinvolgono nelle loro attività e anche nelle uscite e ti rispettano come persona e come donna. La nostra generazione ha sicuramente una mentalità più libera e avanzata rispetto al passato, eppure, ci sono molte cose che ancora devono cambiare. Perché, ovviamente, non tutti sono uguali, a tutt’oggi i ragazzi rispettano poco le ragazze, o hanno una mentalità molto chiusa. Ad esempio, secondo me un esempio importante e non banale, la diffusa gelosia: ci sono ancora molti ragazzi gelosi delle proprie ragazze, che sono costrette magari a non uscire se non con loro, o a vestirsi in un certo modo e non liberamente. Insomma, possono sembrare piccole cose ma ancora sussistono questi atteggiamenti e senz’altro vanno cambiati. Su questo, credo influiscano molto le diverse mentalità. Una differenza che ho notato sin da subito arrivando a Roma, una grande città: con le persone si può parlare tranquillamente di qualsiasi argomento, mentre, come si sa, nei piccoli centri si tende più a giudicare. Certo ci si conosce tutte e tutti, Caiazzo, poi a livello culturale è molto vivace, ma la mentalità della metropoli oltre a essere più aperta è anche più tollerante. Il confronto tra mentalità diverse per me è stato molto importante e, spero, che queste diverse visioni, riportate al mio luogo d’origine, aiutino anche ad aprire spazi nuovi».
Queste chiacchiere con Federica le ho fatte sul finire delle vacanze di Natale, aveva appena ricevuto in dono dalla zia Calendaria 2023. Le ho chiesto un suo parere, mi ha risposto: «Devo ancora leggerla con attenzione. Chissà che non mi aiuti per qualche altro esame!».
Chissà! E speriamo che Federica dia l’esempio di una buona pratica didattica a tante e tanti altri studenti, sulla via della parità di genere.
Auguri di «spazi nuovi» Federica, per i tuoi esami e per la tua futura carriera. Per noi di Tf la gratificazione del tuo apprezzamento: è carburante che serve a continuare a «fare memoria», «perché si possa arrivare, di conseguenza, a cambiare noi stesse. E a cambiare il presente».
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Articolo di Fosca Pizzaroni

Archivista in pensione, ha insegnato storia delle istituzioni contemporanee nelle Scuole di Archivistica Diplomatica e Paleografia e svolto docenze per l’Università la Sapienza di Roma, di Padova, Mediterranea di Reggio Calabria e per l’Imes Sicilia. Ha collaborato con la Protezione Civile all’analisi storica delle calamità naturali avvenute dall’Unità d’Italia in poi, attraverso saggi e mostre.

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