Hannah Arendt, ne La banalità del male afferma che «nessuno ha il diritto di obbedire». Il 1 settembre del 2009, stando a quanto afferma Edoardo Galeano, la Germania decide di celebrare con un monumento quegli uomini e quelle donne che furono disertori e disertrici di Hitler durante la Seconda guerra mondiale. Galeano li chiama traditori della guerra. E a noi di Tf questi traditori e queste traditrici piacciono tanto: siamo donne, combattiamo la logica patriarcale e, proprio per questo, non possiamo che stare dalla parte della pace. Una pace che predichiamo e che tentiamo ogni giorno di costruire, pezzo per pezzo, anche con le nostre numerose attività.
Il mese di settembre di Toponomastica femminile si è aperto a Martano in provincia di Lecce, il giorno 5, quando la Presidente del Consiglio Comunale, Maria Rosaria Caracuta, ha letto un messaggio di Tf, scritto da Sara Marsico, in occasione dell’intitolazione di una piazza a Nilde Iotti.
Si è poi proseguito domenica 9, quando chi scrive è intervenuta al III Festival Etrusco dell’inclusione e dell’integrazione di Cerveteri, invitata dalla casa editrice Astarte, per presentare il libro Diritto d’esilio. Per una politicizzazione della questione migratoria, di Alexis Nuselovice, con l’occasione, dialogare di migrazioni, frontiere, diritti. Per dialogare di persone.
Sabato 23 settembre, all’interno dell’antico complesso residenziale di Villa Camperio in Villasanta (MB), Danila Baldo e Sara Marsico sono intervenute al Festival delle geografie-Il libro del mondo, dal titolo quest’anno Ragnatele-Fili che connettono il mondo, illustrando, oltre alle numerose attività di Tf, soprattutto i temi dei censimenti toponomastici, presenti sul sito Tf, della geolocalizzazione e degli apporti sui temi di geopolitica presenti nella rivista online Vitamine vaganti.
Infine, il giorno 30, la nostra vicepresidente Danila Baldo ha partecipato, in una bellissima giornata di sole presso l’Idroscalo di Milano, all’evento Amazzon. The empowerment of women, dove ha presentato le attività di Tf insieme all’associata milanese Maria Rosa Del Buono e alla presenza di molte altre associazioni impegnate soprattutto nello sport e nella lotta alle discriminazioni che le donne ancora subiscono in quell’ambito.
Il settembre di Toponomastica femminile si chiude qui.
A conclusione di questo articolo, e per riprenderne l’inizio, in una ringkomposition così cara a chi si occupa di letteratura, è bene ricordare le parole di una canzone di Boris Vian, tradotta e reinterpretata da Ivano Fossati:
Il disertore
In piena facoltà
Egregio presidente
Le scrivo la presente
Che spero leggerà
La cartolina qui
Mi dice terra terra
Di andare a far la guerra
Quest’altro lunedì
Ma io non sono qui
Egregio presidente
Per ammazzar la gente
Più o meno come me
Io non ce l’ho con lei
Sia detto per inciso
Ma sento che ho deciso
E che diserterò.
Ho avuto solo guai
Da quando sono nato
I figli che ho allevato
Han pianto insieme a me.
Mia mamma e mio papà
Ormai son sotto terra
E a loro della guerra
Non gliene fregherà
Quand’ero in prigionia
Qualcuno mi ha rubato
Mia moglie e il mio passato
La mia migliore età
Domani mi alzerò
E chiuderò la porta
Sulla stagione morta
E mi incamminerò.
Vivrò di carità
Sulle strade di Spagna
Di Francia e di Bretagna
E a tutti griderò
Di non partire più
E di non obbedire
Per andare a morire
Per non importa chi.
Per cui se servirà
Del sangue ad ogni costo
Andate a dare il vostro
Se vi divertirà
E dica pure ai suoi
Se vengono a cercarmi
Che possono spararmi
Io armi non ne ho.
Viva la pace. E al prossimo mese.
***
Articolo di Sara Balzerano

Laureata in Filologia Moderna, è giornalista pubblicista e ha collaborato, con articoli, racconti e recensioni, a diverse pagine web. Ama i romanzi d’amore e i grandi cantautori italiani, la musica di Einaudi, la poesia, i gatti e la pizza. Il suo obiettivo principale è avere, sempre, la forza di continuare a chiedere Shomèr ma mi llailah (“sentinella, quanto [resta] della notte”)? Perché crede nei dubbi più che nelle certezze; perché domandare significa — in fondo — non fermarsi mai. Studia per sfida, legge per sopravvivenza, scrive per essere felice.
