Emma Castelnuovo, una didatta tra Arte e Scienza

Un breve excursus su una matematica straordinaria.
Emma Castelnuovo ha rappresentato una pietra miliare per allieve/i del corso di laurea in matematica e per generazioni di docenti rispetto a metodi e contenuti per l’insegnamento di quella disciplina di cui noi laureate/i siamo cultrici e cultori. Non si sceglie di iscriversi e portare a buon fine il corso di studi in matematica per comodità, opportunismo, mire di facili carriere roboanti ottimamente retribuite, ma per la passione profonda per quella disciplina, passione che pervaderà in seguito la nostra funzione docente.
Per tutto questo e molto altro, Emma è stata una mentore dal carisma fortissimo, inconfondibile. Una capacità eccezionale di aggregare, far emergere e riconoscere in noi docenti il fuoco della passione nei confronti dell’insegnamento e il piacere di apprendere e far apprendere la matematica seguendo ciò che sosteneva Confucio: «Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo».

Biblioteca di Emma Castelnuovo

Invito tutte/i a leggere le pubblicazioni di Emma, fra le quali suggerisco Documenti di un’esposizione di matematica – Borighieri 1972. Inoltre, fra una miriade di articoli che parlano di Emma, invito alla lettura della interessante biografia: Emma Castelnuovo, curata da Nicoletta Lanciano e Carla Degli Esposti.
Non si può assolutamente trascurare la storia della Biblioteca di Emma Castelnuovo conservata nella sede del Movimento di cooperazione educativa (Mce) con il quale Emma ha mantenuto sempre un’ottima collaborazione. Il mio invito a leggere, a spigolare fra il tanto materiale accessibile, facilmente reperibile, scaturisce dal desiderio di non redigere un testo che sia il copia e incolla di alcune delle numerose “biografie” di Emma, ma stimolare la curiosità, l’interesse a conoscere la sua storia ricchissima di iniziative straordinarie. Suggerisco la lettura della Lezione magistrale che tenne il 15 marzo 2007 presso l’Auditorium di Roma per il primo festival della Matematica.

Biblioteca di Emma Castelnuovo

Emma, nata nel 1913 e deceduta nel 2014, si laureò in Matematica nel 1936. Vissuta poco più di un secolo durante il quale sono avvenuti eventi tragici di inaudita violenza: la Prima e la Seconda guerra mondiale, l’avvento del fascismo e del nazismo, le guerre d’Africa, l’ignominiosa persecuzione degli ebrei di cui ha risentito anche Emma. Figlia del matematico Guido Castelnuovo e nipote di Federigo Enriques, matematico e filosofo che le suggerì di leggere: Les Éléments de Géometrie di Clairaut del 1741. Quella lettura la indusse a modificare radicalmente il proprio modo di insegnare la matematica, in particolare la geometria.
«Infine, mi piace insistere su una cosa che a mio parere è la più importante: si sa molto bene come l’insegnamento della matematica possa giocare da “arma di selezione” nel marcare la differenza tra ragazzi che provengono da un ambiente sociale elevato, le cui facoltà di astrazione e di espressione sono più sviluppate, e quelli che sono i primi delle loro famiglie a seguire studi secondari. Ma, al contrario, in una classe in cui si seguono le vie naturali del pensiero, partendo dunque dal concreto, è proprio l’insegnamento della matematica che può giocare un ruolo formidabile nel senso dell’uguaglianza sociale, perché sono soltanto le facoltà d’osservazione, di immaginazione, di ragionamento “naturale” che rendono uguali tutti i ragazzi di fronte ad una situazione matematica. E dal momento che la nostra “scuola media” è uguale per tutti, è proprio lo scopo dell’uguaglianza che noi cerchiamo di raggiungere attraverso la matematica» (Emma Castelnuovo, Limoges 1977).

Emma Castelnuovo

Donna eccezionale, dall’aria vagamente burbera, i modi riservati e gentili, sapeva coinvolgere giovani e meno giovani intorno al progetto sull’insegnamento della matematica con un focus speciale sulla geometria: partire dal concreto, non lasciare mai indietro nessuno, scambiare i ruoli fra docenti e discenti, garantire la parità di opportunità, essere sempre la regista attenta anche e soprattutto in situazioni di confronto dialettico. Privilegiava lo spazio tridimensionale dove ci si muove. Ha insegnato a quella fascia importante di allieve e allievi che nell’età dell’adolescenza sono spugne curiose, attente, ancora con la mente abbastanza libera da una molteplicità devastante di pregiudizi, interessate/i a essere protagoniste/i e non sempre svolgere il ruolo subalterno di gregaria/o.
Desidero parlare di Emma, che ho stimato moltissimo e alla quale ancora mi sento legata da profondo affetto e riconoscenza, sull’onda dei ricordi, oso dire di gruppo, alcuni forse sconosciuti a chi legge. È da questa visuale e dalla mia esperienza di collaborazione attiva e fattiva, rallentata per la mia più che decennale docenza all’estero, che desidero citare alcune delle tante iniziative di Emma, della quale si è scritto moltissimo. Inoltre, numerose sono le sue pubblicazioni, facilmente rintracciabili, che hanno permesso e ancora permettono a giovani docenti di interfacciarsi con lei e apprendere dalla sua vena creatrice di studiosa ed eccellente didatta fuori dalla norma.
Ricordo almeno due soggiorni di studio (16–20 marzo 1970 e 18-25 gennaio 1971) a Bruxelles in qualità di vincitrice del concorso G. Castelnuovo, bandito dell’Istituto di Matematica dell’Università di Roma.
Un vagone del treno quasi colmo di noi giovani laureate/i che affrontavamo con lei il lungo tragitto per arrivare in Belgio, incontrare docenti e discenti dell’Ecole Decroly per scambiare con loro idee e progetti sempre ponendo il massimo dell’enfasi nella geometria e poi… Georges Papy, Jean Piaget…
Durante il viaggio c’era un costante chiacchiericcio per scambiarci idee che a volte erano ripetitive e altre quasi delle illuminazioni. Un’avventura indimenticabile, che nel corso della nostra professione ci ha permesso in modo determinante di ampliare le nostre conoscenze specifiche e sperimentare modalità didattiche innovative praticate al di là dei confini italiani.
Rispetto agli anni ’70 del secolo scorso, permangono ulteriori ricordi carichi di affetto e di saperi, si tratta degli incontri annuali durante il ponte 1–4 novembre (allora il 4 novembre era festivo!) nella bella e accogliente casa romana di Emma. Erano presenti docenti provenienti anche da varie città italiane e dall’estero, si arrivava a superare la presenza di 35 persone. Il prof. François Libois non mancava quasi mai! A questi si aggiungevano altri incontri durante l’arco dell’anno solare.

Emma in Niger

Da segnalare anche i 4 viaggi di Emma in Niger: 1977, 1978, 1980, 1982 a contatto con docenti, allieve/i abituati all’astrattezza del linguaggio matematico della metodologia francese. Un’avventura straordinaria che potrete seguire consultando la Biblioteca di Emma Castelnuovo che già nel 1968 si batteva affinché si riconoscesse l’importanza scientifica della didattica. Fu elemento trainante del primo contratto voluto dal Comitato per la Matematica del Consiglio nazionale delle ricerche per studi in didattica della Matematica. Tra i componenti vi erano Lucio Lombardo Radice, Bruno de Finetti, Emma Castelnuovo, Liliana Ragusa Gilli, Lina Mancini Proia… ma erano presenti anche alcuni giovani e meno giovani docenti inclusi nel gruppo per apprendere, condividere, ideare e sperimentare poi sul campo!
Quel Comitato per la Matematica fu molto attivo fino agli anni 1997/98.
Vale la pena segnalare che nel 1990 il CNR finanziò un ampio progetto relativo a «Problemi di raccordo tra le varie fasce scolari» (responsabile Claudio Bernardi), che raccoglieva un elevato numero di insegnanti e ricercatori. Desidero anche segnalare l’impegno costante e puntuale del prof. Lucio Lombardo Radice che nel proporre tesi sperimentali di didattica attiva segnalava alcuni docenti delle scuole primarie e secondarie, come tutor e co-relatori dei laureandi; sono stata fra questi.

Esposizione di progetti

Negli anni ‘70 ebbero anche inizio alcune sperimentazioni a largo spettro ossia: metodi, contenuti e strutture, in alcune scuole elementari, medie e superiori. Questo lavoro cofluì, poi, nel rinnovamento dei programmi attraverso la partecipazione di persone esperte come, per esempio, Emma Castelnuovo, Lucio Lombardo Radice, Michele Pellerey e altri, alle commissioni ad hoc presso il Ministero.
Poiché le situazioni non spuntano improvvisamente dal nulla ma hanno un pregresso, mi sembra opportuno far presente che nel lontano 1961 ci fu una modifica nell’assetto universitario. Si soppresse il corso di laurea unico di Matematica e Fisica e si lasciarono quello di Matematica e l’altro di Fisica quasi per marcare la specificità di ciascuno dei due corsi di laurea, che avevano al loro interno tre indirizzi: didattico, applicativo e sperimentale, non discriminatori l’uno rispetto all’altro. Si pose quindi l’attenzione sulla specificità di ciascuno dei percorsi.

Cono di fili

Nella facoltà di matematica si introdusse l’insegnamento dell’algebra astratta, presente anche nei programmi di altre discipline del corso di laurea. Si poneva l’enfasi sull’importanza della docenza della matematica nelle scuole di ogni ordine e grado. La facoltà di Matematica di Roma aprì a giovani laureandi l’opportunità di poter andare a insegnare matematica all’estero nelle scuole locali, proponendo tesi di Laurea che si occupavano di studiare e analizzare i programmi e le tematiche innovative sviluppate in altri Paesi del mondo. Si può ritenere che le scelte, che hanno modificato l’assetto universitario, provenissero sia dalla presa d’atto dell’importanza dell’insegnamento puntuale della matematica nelle scuole sia italiane che estere, ma anche dell’impegno didattico di quei docenti come: Lucio Lombardo Radice, Emma Castelnuovo, Liliana Ragusa Gilli, Lina Mancini Proia, Walter Maraschini e tante/i altri che da anni, prima della riforma universitaria sopra citata, si occupavano di trovare metodi e contenuti per far emergere con più contezza, attraverso metodologie ad hoc, le capacità e i talenti matematici insiti in ogni discente. Del resto, la Didattica è un’Arte e una Scienza!

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Articolo di Gabriella Anselmi

Docente di matematica e formatrice in Italia e all’estero, presso Istituti Superiori e Università, da sempre attiva nell’associazionismo, e già presidente nazionale FILDIS, è componente del Direttivo della Rete per la Parità, del CNDI, di Toponomastica femminile, della GWI (Graduate Women International) e dell’UWE (University Women of Europe).

Un commento

  1. davvero bello ma soprattutto mi ha rimandato ai tanti ricordi scolastici e alla passione universitaria in cui c’era l’esame di Filosofia della scienza. La scuola, il liceo con l’insegnamento di un altro grande didatta, Paolo Pani di cui insieme abbiamo parlato. Lui era fisico e mi parlava di quelle persone citate nell’articolo qui. Tra cui Pellerey. Pani parlava in un liceo classico, il mio dove insegnava, di “poesia della matematica” e non faceva metafore. Era così. Grazie davvero

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