Dal 1° al 16 marzo, presso la Galleria del Centro Commerciale Montecatini, si è tenuta una bella mostra di foto d’epoca dal titolo “Donne alle Terme”, curata da Roberto Pinochi coadiuvato dal collezionista Bruno Fortina.

L’iniziativa è stata promossa dalla sezione Soci Valdinievole di Unicoopfirenze e da Bibliocoop, con il patrocinio dei comuni di Massa e Cozzile e Montecatini Terme. Alla cerimonia inaugurale i saluti istituzionali hanno avuto un risvolto di particolare interesse, infatti la sindaca Marzia Niccoli, presente per l’undicesima volta alla manifestazione annualmente organizzata in questa sede per la Giornata internazionale della donna, ha fatto emergere il ruolo femminile nello sviluppo del termalismo e nella crescita di città e paesi dell’intera area. Anche le località vicine, infatti, hanno goduto dei vantaggi dell’attività termale grazie ai tanti ambiti di lavoro, sia maschili che femminili, che si sono sviluppati e allargati nel tempo: gestione di locande, alberghi, trattorie e ristoranti, affittacamere, negozi, rivendite di sali e tabacchi, artigianato, giardinaggio, specialità alimentari (come le celebri cialde), complessi musicali, mescite di vino, caffè. Le donne però hanno dato qualcosa in più nei settori dell’accoglienza, dei servizi, della cura alla persona, come si vede nelle foto in mostra. Ha voluto pure sottolineare come la sua amministrazione abbia in atto da anni iniziative volte a favorire le donne nel conciliare le esigenze della famiglia con il proprio lavoro, fattore indispensabile per il progresso sociale ed economico.
La vicesindaca di Montecatini, Beatrice Chelli, ha colto l’importanza della valorizzazione delle principali occupazioni femminili a livello locale, come già accadde nel 2024 con la mostra fotografica “Donne in Valdinievole. Il lavoro femminile ieri, oggi e…”; ha poi citato un personaggio esemplare che visitò la città nel lontano 1918: Marie Sklodowska Curie. La geniale scienziata, molto schiva, che non si volle far fotografare, venne per studiare la radioattività delle acque, quella radioattività che fu al centro delle sue ricerche per tutta la vita, le dette due Nobel, ma pure le provocò la mortale leucemia. Una lapide la ricorda dentro lo stabilimento Tettuccio.
Roberto Pinochi, appassionato cultore di storia locale, già autore di specifici saggi sul tema, ha ricordato come le Terme di Montecatini siano state non solo luoghi di cura per varie patologie, ma anche un ritrovo mondano dove l’alta società, fra Ottocento e Novecento, arrivava da tutta Italia e dall’estero per sfoggiare eleganza. Da qui passarono le dive dell’epoca, da Lina Cavalieri a Dina Galli, regine e principesse, figure originali come Gemma Bellincioni, soprano, attrice, insegnante di canto, produttrice cinematografica.
Le mogli di uomini illustri, ad esempio Giuseppina Strepponi, la compagna di Verdi che “passò le acque” per ben 19 anni, spesso non si facevano tentare dalle cure, e si dedicavano a passeggiate nella pineta, ad acquisti di accessori alla moda, o si recavano a Monsummano, per entrare nella rinomata grotta Giusti.
Ai primi del XX secolo il direttore delle Terme Regie Guido Giuliani ebbe un’intuizione fortunata: sostituì i camerieri fasciati in divise quasi militari con le mescitrici, belle, spigliate, giovani, tutte ragazze della zona che avevano il compito di riempire alle fonti i bicchieri con i vari tipi di acqua termale e di muoversi agili fra i tavoli con i vassoi, portando una ventata di grazia. Non per nulla furono definite “ninfe delle acque”, con i loro abiti a righe celesti e bianche, il grembiule e la cuffietta.


Le mescitrici sono state a lungo il simbolo più gradevole del termalismo montecatinese, fino agli anni Settanta del Novecento, e un parco porta oggi il loro nome, ma c’erano anche tante altre lavoratrici che svolgevano compiti indispensabili, certo meno affascinanti, meno nobili, più faticosi, senza i quali però la complessa macchina degli stabilimenti non avrebbe funzionato. Stiamo parlando delle bagnaiole, delle fanghine, delle guardarobiere, delle sarte, delle stiratrici, delle lavandaie.


Verso il 1915 si effettuavano circa 1000 bagni al giorno con l’impiego di circa 6000 capi di biancheria. Non è molto risaputo che le acque venivano imbottigliate (o infiascate) e dalle stesse acque si ricavavano sali purgativi esportati in tutto il mondo, tramite ferrovia fino a Livorno e poi con il piroscafo; per questi lavori la manodopera era esclusivamente femminile. Non vanno naturalmente dimenticate quante erano occupate nell’indotto: le cameriere, le cuoche, le infermiere degli istituti di cura, le lavoranti a domicilio di tessiture, le impagliatrici, le cantanti e le musiciste che si esibivano in vari caffè concerto, nel Teatro delle Varietà, oppure la mattina al Tettuccio, il pomeriggio alla Torretta: fece epoca l’orchestra di signore viennesi, abili esecutrici dei valzer degli Strauss, «vestite di bianco con una striscia rossa a rendere più dilettevoli le cure» (così scriveva il periodico La Lanterna nel 1903).
Un ruolo essenziale nello sviluppo sociale ed economico è stato quello delle imprenditrici che hanno affiancato padri e mariti nel gestire locande e alberghi, o se ne sono fatte carico in piena autonomia; il prototipo di questa figura si può considerare Carmela Calugi che collaborò con il marito e poi continuò il lavoro familiare dopo la sua morte nel 1846. Dal 1838 un’altra imprenditrice si distinse nella gestione del più elegante albergo, la Locanda Maggiore; era la pistoiese Carlotta Valiani, celebre per la sua abilità culinaria apprezzata dal granduca Leopoldo e da Gioachino Rossini, noto buongustaio. Ulteriori nomi di donne altrettanto operose e piene di inventiva, sempre forniti da Pinochi (saggio Dagli alberghi alle Terme. La presenza delle donne ai Bagni di Montecatini fra ‘800 e ‘900, in AA.VV, Il lavoro delle donne, 2004, Istituto Storico Lucchese), sono quelli di Ester Taddei, Teresa Gambassi, Teresa Pacini, Giulia Bobrinsky, Amalia Tosi, attiva a Montecatini Alto; Eugenia Magrini ebbe l’idea di adibire il giardino del suo albergo a caffè concerto chiamato”Margherita”, in onore della regina. E potremmo continuare, arrivando a tempi sempre più vicini a noi. Con il XX secolo nacquero diversi teatri dove si esibivano compagnie importanti, la giovane Emma Gramatica qui fece le sue prime apparizioni sulle scene; e poi come non ricordare le ballerine, i varietà, le riviste, le farse di Stenterello, le amatissime operette che avevano una lunga stagione al Teatro Kursaal, da giugno a ottobre.
A proposito delle visitatrici, in mostra troviamo le foto della bellissima coppia formata da Maria Josè e Umberto di Savoia, a Montecatini nel 1933, i duchi di Windsor, l’attrice americana Mary Pickford (1926), Soraya che indossa un incredibile cappotto di pelliccia maculata (1964), la Begum, la cantante lirica Luisa Tetrazzini, Rose Kennedy.

foto di Laura Candiani
Vale la pena ricordare però che sul marciapiede di viale Verdi, che parte dalla piazza principale per arrivare allo stabilimento Tettuccio, una lunga serie di placchette metalliche ricorda le tante presenze di personaggi noti, uomini e donne, italiani e stranieri, che hanno sostato in città, nel corso del XX secolo: dalla regina Elena a Grace Kelly, da Marie Curie alla regina di Danimarca. Numerose le figure del mondo dello spettacolo: Sophia Loren, le gemelle Kessler, Gina Lollobrigida, Ingrid Bergman, Giulietta Masina, Tina Turner, Audrey Hepburn, Carla Fracci e ancora molte sarebbero da citare, fino a tempi recenti. Basta fare una bella passeggiata all’ombra dei lecci e fermarsi di tanto in tanto con gli occhi a terra, compiendo un affascinante viaggio nel tempo e nella storia del termalismo montecatinese.
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Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.
