Le regine di Palermo. Emma Perodi e Franca Florio

Nella Palermo della Belle Époque, tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, due donne hanno occupato gli onori della cronaca, ciascuna brillando nel suo campo, conoscendosi e rispettandosi a vicenda: la toscana Emma Perodi e la siciliana Franca Florio.

Emma Perodi, scrittrice, giornalista, traduttrice e pedagogista, si trasferì da Roma a Palermo alla fine del 1898 preceduta dalla sua fama. A Roma, dalla natia Toscana, aveva vissuto circa vent’anni dal 1878 al 1898 lavorando come giornalista, direttrice di riviste per l’infanzia e di moda, scrittrice per persone adulte e adolescenti, riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica anche grazie al sodalizio con l’editore romano Edoardo Perino, con cui pubblicò quello che molti ritengono il suo capolavoro: le Novelle della nonna, ambientate in un Casentino medioevale e goticheggiante.
Venne in Sicilia chiamata a Palermo dall’editore Salvatore Biondo, che stava sviluppando la sua attività editoriale soprattutto nel campo dell’editoria scolastica. La morte prematura di Edoardo Prino, stroncato dalla malaria a soli 50 anni, aveva lasciato Perodi libera di organizzare nuovamente la sua vita. La chiamata dell’editore siciliano che la invitava a dirigere la sua nuova collana La bibliotechina aurea per i ragazzi e a partecipare alla sua opera di editoria scolastica, l’entusiasmava anche per la possibilità di mettere a frutto le sue conoscenze di pedagogia risalenti agli studi fatti in gioventù sulle opere di Frederich Froebel e alla conoscenza dei Kindergarten tedeschi, approfondita in quattro anni di permanenza in Germania.
Emma Perodi era già stata in Sicilia sei anni prima, in occasione della Esposizione nazionale di Palermo (1891/1892). Inviata speciale del quotidiano romano a cui collaborava, aveva avuto modo di conoscere l’isola, la città e i suoi abitanti, rimanendone affascinata. Nell’articolo successivamente pubblicato sulla rivista Psichè, usava termini entusiastici per descrivere i colori, i profumi, i suoni della magica Palermo che aveva conosciuta, per descrivere i magnifici costumi delle donne di Piana degli Albanesi e la principesca ospitalità di alcune delle più importanti famiglie siciliane, prima fra tutte la famiglia Florio che l’aveva invitata nella sua villa palermitana. Nei salotti della famiglia Florio aveva avuto modo di conoscere la giovanissima fidanzata di Ignazio Florio jr., la diciottenne Francesca della Jacona della Motta di San Giuliano, figlia del barone Jacona della Motta di san Giuliano e di Costanza Notarbartolo di Villarosa, la bellissima ed elegantissima fanciulla che, dopo il matrimonio del 1893 sarebbe diventata per tutti Donna Franca Florio.

Di Emma Perodi, dei suoi rapporti con gli ambienti culturali e mondani della Palermo della Belle Époque si è parlato diffusamente nell’ambito del convegno Emma Perodi. Il periodo palermitano 1898 – 1918 che si è svolto il 16 e 17 novembre a Palermo nella Sala Piersanti Mattarella di Palazzo dei Normanni sede dell’ARS, Assemblea Regionale Siciliana.
Oltre alla partecipazione di docenti universitari, giornalisti, scrittrici, nel corso dei lavori Emma Perodi e Giuseppe Pitrè sono stati celebrati grazie alle bellissime marionette della cantastorie siciliana Sara Cappello che li ha fatti rivivere con la magia dei suoi “cunti”.

Franca Florio fu subito l’animatrice della Belle époque siciliana, meritandosi l’appellativo di “socialite” (traducibile come persona che fa vita mondana o personaggio del bel mondo) termine diffuso nel XIX° e XX° secolo che indicava persone provenienti da ambienti benestanti o aristocratici dedite a un’intensa vita sociale comprendente, feste, ricevimenti, serate di beneficenza. E Donna Franca, la Regina di Palermo, con il suo fascino che andava oltre la bellezza, con la sua cultura e la particolare naturalezza nelle conversazioni, regnò indiscussa per una ventina d’anni sulla scena della capitale siciliana che contribuì a trasformare in una capitale di valenza europea. I suoi vestiti, i suoi gioielli furono famosi e rinomati, le sue ville a Palermo e a Taormina divennero il punto di ritrovo di un’élite internazionale. Furono suoi ospiti Edoardo VII d’Inghilterra e il figlio Giorgio V. Il kaiser Guglielmo II la soprannominò “Stella d’Italia”, Gabriele D’Annunzio la definì “L’Unica”. Furono suoi ospiti lo zar Nicola I e la zarina a cui piacque talmente la villa Florio all’Arenella da farsene costruire una uguale in Russia. Il re d’Italia Vittorio Emanuele III e la regina Elena furono spesso suoi ospiti e le due signore rivaleggiavano per la magnificenza dei gioielli indossati, soprattutto le loro famose collane di perle di cui si paragonava la lunghezza.
Emma non si poteva definire una bellezza e non era neanche particolarmente elegante, ma la sua forte personalità, la sua cultura, i suoi molteplici interessi, il suo amore per il lavoro la distinguevano tra gli intellettuali che frequentavano gli ambienti letterari  di Palermo. “La signora delle fate” come fu soprannominata, oltre a frequentare i migliori salotti aristocratici, era in contatto con i maggiori esponenti della letteratura e della cultura siciliana. Da Giuseppe Pitrè a cui la legava una amicizia di lunga data, al giovane poeta Alessio Di Giovanni, dal giornalista e scrittore futurista Federico De Maria all’archeologo Antonino Salinas, a Giovanni Verga a cui scriveva fin dai tempi della direzione del Giornale per i bambini sollecitandone la collaborazione.
Primeggiando ognuna nel suo ambiente, incontrandosi spesso e ammirandosi a vicenda, queste due grandi signore della società palermitana dei primi del Novecento contribuirono brillantemente alla notorietà dell’isola, facendone un luogo di cultura, di bellezza, di progresso a livello internazionale.

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Articolo di Anna Maria de Majo

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Laureata in Scienze Naturali all’Università La Sapienza di Roma, dopo la carriera come Assistente di Antropologia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali della stessa Università, si dedica alla letteratura giovanile, iscrivendosi all’Associazione Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile e collaborando alla rivista del Gruppo con articoli su vari autori/autrici e recensioni di libri.

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