Denaro e affari

Nel numero 9 di Bibliografia vagante parliamo di denaro e di affari (legali o meno). Cominciamo con il potere legato al denaro e alle risorse materiali in Inghilterra, nelle corti reali premoderne; seguono due articoli: l’uno dedicato alle reti sociali costruite in alcuni quartieri inglesi e irlandesi nella prima metà del ‘900 attraverso il commercio di beni rubati, mentre il secondo analizza le relazioni tra le donne e il commercio nel Tardo Medioevo a Siviglia. Concludiamo con un volume sulle donne ricche e libere nel Perù del XVI secolo.

Per informazioni sui criteri di scelta degli articoli/libri, vi rimandiamo alla BV 1.

Women and Economic Power in Premodern Royal Courts, a cura di Cathleen Sarti, Arc Humanities Press, 2020, pp. 108, ISBN: 978-1-6418-9272-8.
Pensare al potere significa pensare alle risorse. Non soltanto la conoscenza è potere, lo sono anche denaro e risorse materiali, e spesso in maniera più ovvia. L’importanza di ciò risulta dalle recenti ricerche sulla storia culturale della politica, che hanno sottolineato l’impatto e il significato della rappresentazione del potere a un ampio pubblico. Ovviamente, un sovrano che vuole “mostrare” ha bisogno di risorse. Da dove i governanti premoderni ricevevano le loro risorse, come venivano gestite e in che modo il controllo su di esse e l’influenza politica erano correlati e dipendenti tra di loro? L’ipotesi presentata in questo libro suggerisce che le donne erano spesso figure chiave nell’acquisizione delle risorse e nella loro gestione, per sé stesse e per le loro famiglie (reali) e le corti. La ricostruzione e la comprensione dell’influenza femminile riveste una sfida per lo storico moderno a causa della lunga tradizione di esclusione delle donne dalle fonti e dalla ricerca. (Dal riassunto dell’introduzione in Cambridge University Press dove, oltre all’indice, si trova il riassunto dei diversi contributi).
Sul database Jstore oltre all’indice si può leggere l’inizio dei capitoli.

Charlotte Wildman: Working-Class Women and the Buying and Selling of Stolen Goods in Urban Communities in the North West of England and Belfast, 1918–1960, The English Historical Review, Vol. 137, n. 589/2022. L’articolo è scaricabile OA in .pdf (Inglese).

L’acquisto e la vendita di beni rubati da parte delle donne della classe operaia era una pratica relativamente diffusa e accettata in alcune comunità urbane nel nord-ovest dell’Inghilterra e a Belfast tra il 1918 e il 1960.
Si basava sulla formazione e l’impegno di bambini e bambine e la connivenza dei vicini, e veniva facilitata dalle dinamiche spaziali all’interno delle case a schiera. I documenti analizzati dimostrano che, dopo il 1918, l’acquisto e la vendita di beni rubati da parte delle donne della classe operaia non hanno giocato solo un ruolo economico nella vita delle persone: in alcuni quartieri la pratica ha rafforzato forti legami comunitari e ha permesso ad alcune donne di contrastare le disuguaglianze, consolidando la loro posizione all’interno di forti reti di sostegno contro una società che offriva loro poco potere formale. Le fonti mostrano una cultura quotidiana della criminalità minore che sfida le opinioni consolidate di domesticità, vita familiare e rispettabilità della cultura operaia (Dall’abstract).

José Luis Jiménez Cañas: Las mujeres y el sector comercial: el caso de Sevilla en la Época de los Descubrimientos, Edad Media Rivista de Historia, Vol. 24/2023. Articolo OA scaricabile in Spagnolo (Castigliano).
L’articolo analizza le relazioni tra le donne e il commercio nel Tardo Medioevo nella città di Siviglia. A questo scopo sono stati selezionati atti contenuti nei Protocolli notarili, in particolare: debiti e accordi di pagamento, noleggio di navi o costituzione di compagnie commerciali. In questo modo si ripercorrono i vari settori commerciali e si descrive l’operato delle donne in ciascuno di essi, le condizioni e i risultati. L’ampia varietà di relazioni e di prodotti commerciali è stata oggetto di particolare attenzione, con un occhio particolare allo stato civile: l’influenza restrittiva o redditizia del matrimonio. Infine, questo articolo fornisce le prove della presenza di donne in uno spazio pubblico come il mercato (Dall’abstract dell’articolo).

Liliana Pérez Miguel: «Mujeres ricas y libres». Mujer y poder: Inés Muñoz y las encomenderas en el Perú (s. XVI), Sevilla, Csic Científicas, Editorial Universidad de Sevilla, Diputación de Sevilla, 2020, pp. 477, ISBN 978-84-7798-446-7.
Il volume approfondisce diversi aspetti relativi alle beneficiarie delle “encomiendas” e del vicereame peruviano nel XVI secolo, quali la loro considerazione sociale e giuridica, la gestione e amministrazione dei loro beni. L’uso di numerose fonti originali permette di analizzare le modalità attraverso le quali le encomenderas cercarono di difendere i propri interessi patrimoniali e il loro onore proprio e quello familiare, utilizzando diligentemente gli schemi giudiziari del tempo. Gran parte dello studio è effettuata attraverso l’analisi dei documenti di Inés Muñoz de Ribera, cognata di Francisco Pizarro. Il volume ci porta a riconsiderare l’idea del ruolo apparentemente passivo delle donne nel vicereame del Perù, e ci permette di osservare il loro contributo in ambito sociale, economico, politico, religioso o culturale (Dal sito dell’editore).
Una recensione di María del Castillo García Romero su Anuario de Estudios Americanos, Vol. 79, n. 2 /2022, scaricabile (OA).
Una presentazione del libro è visionabile su Youtube e sul canale Educast.
Tutte queste pubblicazioni sono in Spagnolo (Castigliano); in inglese soltanto una recensione di Judith Mansilla, di cui è leggibile una parte dell’abstract su HAHR (Hispanica America Historical Review), Vol. 102, n. 2/2022.

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Articolo di Rosalba Mengoni

Rosalba Mengoni 400x400

Laurea magistrale in Storia e Società, il suo principale argomento di studio riguarda l’interazione fra l’essere umano e il territorio. Collaboratrice tecnica all’Isem – Istituto di storia dell’Europa Mediterranea del Cnr, è nel comitato di redazione di Rime, la rivista dell’Istituto e fa parte del gruppo di lavoro sulla comunicazione. Cura la Bibliografia Mediterranea pubblicata sul sito istituzionale http://www.isem.cnr.it

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