Sulpitia Cesis, monaca conosciuta come un’eccellente suonatrice di liuto, era figlia dei conti Annibale e Barbara, che le diedero in dote 300 monete d’oro quando entrò, nel 1593, nel convento agostiniano di S. Geminiano di Modena, noto per avere un programma musicale di alto livello.
È ricordata come compositrice di un’importante raccolta, Motetti spirituali, precisamente 23 mottetti per 2-12 voci, la maggior parte scritti in latino e quattro in italiano, questi ultimi a cinque voci e definiti madrigale spirituale, proprio per il fatto di essere in lingua italiana. Furono pubblicati nel 1619, anche se alcune studiose/i ritengono che l’opera sia stata composta negli anni precedenti, tenendo conto del suo stile.
Sulpitia era nata a Modena nel 1577, mentre la data della morte non è nota, ma probabilmente dopo il 1619, l’anno della pubblicazione dei Motetti.

I mottetti costituiscono una delle forme più importanti di musica polifonica, quello stile che combina due o più voci – vocali o strumentali – indipendenti, che si sviluppano simultaneamente nel corso della composizione, differenziandosi l’una dall’altra dal punto di vista melodico e generalmente anche ritmico, pur essendo regolate da principi armonici. Cominciarono come metodo liturgico, come composizioni sacre con testo latino, ma presto divennero importanti anche nella musica del tardo Medioevo e rimasero in voga dal 1220 al 1750 circa.
La raccolta di Sulpitia Cesis è considerata notevole non solo per la qualità generalmente elevata della musica che contiene, ma anche per la presenza di indicazioni specifiche per vari strumenti, tra cui cornetti e tromboni, “entità proibite” all’interno delle mura del convento. Come altre compositrici, infatti, specialmente monache, trovò il modo di eludere i severi ordini della Chiesa, includendo nelle sue esibizioni musicali anche strumentazioni vietate.
Di lei scrive Eliana Quattrocchi, violinista dell’Orchestra del 41 parallelo, che «offre preziose informazioni sulla prassi esecutiva musicale in uso a quei tempi nei conventi italiani femminili. La scrittura evidenzia una certa preferenza per la sovrapposizione e l’incastro delle voci».

Una bella registrazione, in prima mondiale, della collezione completa dei mottetti è avvenuta nel 2007 da parte della Cappella Artemisia, un gruppo vocale italiano tutto al femminile specializzato nella musica conventuale dell’Italia del XVII secolo. Il gruppo è stato fondato dalla cantante e musicologa americana – ma residente in Italia dal 1978 – Candace Smith, nata a Los Angeles e specializzata nello svolgere un’intensa attività didattica, lavorando con cantanti di vari repertori, attori/attrici e insegnanti di educazione musicale.
In questa registrazione (che si può ascoltare qui) impiega il più grande ensemble mai da lei sperimentato: 8 voci, cornetti, tromboni, tiorba, viola da gamba, violone e organo, un ensemble composto da 16 musiciste.
Il musicologo e giornalista musicale tedesco Martin Mezger ha definito le composizioni di Sulpitia Spiritual beauty, commentando: «Uno spettro sonoro che spazia dalla giubilante brillantezza delle luminose note alte alla dolcezza interiore e ai sensuali timbri gutturali delle gamme basse. […] Nel complesso, la scoperta di opere così preziose e interessanti è un evento importante e di alto livello interpretativo. Trasparenti e fortemente luminose, ma anche sfumate quando necessario, le esecutrici trovano l’espressività unica di questa musica: la sua luce mistica, la sua bellezza spirituale, la sua risonanza sacra».
Un aspetto molto interessante è che questa musica è stata scritta per un gruppo di suore di clausura. Inoltre Sulpitia Cesis dedicò la sua collezione a un’altra monaca dallo stesso cognome, Anna Maria Cesis, che visse nel convento di Santa Lucia a Roma. Nella sua dedica scrive: «Con lo splendore e la nobiltà del tuo nome queste poche opere musicali possano essere difese contro la meschinità dei loro detrattori e anche che possano essere occasionalmente eseguite nei conventi di monache in lode del nostro comune Signore».

Sia il convento di Sulpitia che quello di Anna Maria erano rinomati per la loro musica già nel Seicento.
Lo storico del XVI sec. Giovanni Battista Spaccini, osservatore attento degli eventi modenesi, menziona Cesis nella Cronaca di Modena come compositrice di un mottetto che fu eseguito alle porte di San Geminiano nel 1596 durante una processione religiosa.
Gli originali delle Cronache di Spaccini sono conservati nell’Archivio storico comunale di Modena, nella Camera segreta.
Sulpitia Cesis è ricordata anche nel New grove dictionary woman composer, a cura di Julie Anne Sadie e Rhian Samuel, 1994.
Qui le traduzioni in francese, inglese, spagnolo.
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Articolo di Danila Baldo

Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, tiene corsi di formazione, in particolare sui temi delle politiche di genere. Giornalista pubblicista, è vicepresidente dell’associazione Toponomastica femminile e caporedattrice della rivista online Vitamine vaganti. Collabora con Se non ora quando? SNOQ Lodi e con IFE Iniziativa femminista europea.
