Josephine Amann Weinlich. Un’orchestra tutta per sé

«Mme. Amann Weinlich rappresenta il tipo perfetto della grande sacerdotessa del mondo musicale. Il suo sguardo è completo, il suo braccio vigoroso…» The Musical Standard (1873, p. 376).  Josephine Weinlich nasce il 2 agosto del 1848 a Dejte in Ungheria, ora comune della Slovacchia. Si sa pochissimo della famiglia: il padre Franz W. Weinlich, un cattolico proprietario di una fabbrica, era anche un cantante folk e la madre Josepha una domestica. La ragazza cresce in un ambiente culturalmente stimolante: impara tre lingue e ben presto, sulle orme paterne, inizia a suonare due strumenti: violino e piano, mentre sua sorella Elise si dedica al violoncello. 
A seguito di una probabile crisi economica, Josephine è costretta a lavorare nei ristoranti come comica e, dal 1865, anche come accompagnatrice al pianoforte di cantanti folk come Jakob Binder, Karl Drexler, Wenzel Seidl e Amalie Zeidler, per i quali compone pure canzoni. 

Solo quando un mecenate entra nella sua vita, la giovane musicista può riprendere gli studi, e forma nel 1868 a Vienna un quartetto in cui lei suona il pianoforte e sua sorella Elise il violoncello. Si esibiscono in spettacoli privati, con altre due musiciste, fino alla svolta avvenuta nell’agosto 1868, quando suonano nella Dreher’sche Bierhalle, una birreria a Vienna, come Das neue Wiener Damen-Orchester, ovvero “La nuova orchestra femminile viennese”. La notorietà del gruppo, chiamato anche Josefine Weinlich’s Damenkapelle (Band di donne di Josefine Weinlich), cresce sempre di più e le porterà dapprima, nel 1869, a suonare in altre città europee, e poi nel 1871 a organizzare una tournée negli Stati Uniti. Nel 1872 continua la tournée alla volta della Russia. 
Josephine Weinlich nel 1870 sposa Ebo Amann (1846-1899), un agente di concerti che, dopo il matrimonio, diventa una sorta di suo manager ante litteram. 
L’orchestra era specializzata nell’esecuzione di musica leggera di intrattenimento, come valzer e polke, ma Josephine spesso si concedeva di suonare le proprie composizioni. Pare, infatti, che inizialmente guidasse l’ensemble dal violino, ma, man mano che l’orchestra cresceva di dimensioni, considerando che nel 1871 era composta da ben ventidue musicisti e musiciste, comincia a dirigere su un piedistallo, rimandandoci l’esatta immagine di un’attuale direttrice d’orchestra. Dalle informazioni sulla carriera di Josephine si apprende che l’ensemble avesse ricevuto alcune lamentele per via del fatto che fosse privo di fiati e ottoni. Così Josephine Weinlich aveva deciso di includere sette uomini per suonare anche quegli strumenti. 

L’anno 1873 si apre con una serie di successi professionali per Josephine: cambia il nome della sua orchestra in European Women’s Orchestra, in coincidenza del fatto che l’ensemble acquista un posto di rilievo all’Esposizione Internazionale di Vienna di quello stesso anno, esibendosi in concerti serali durante la kermesse. 
Nel mese di maggio, la Das Erste Europäische Damenorchester, diretta da lei, tiene il suo primo concerto al Musikverein di Vienna. C’erano ormai quaranta membri a comporla: 33 donne suonavano gli strumenti a corda, compresi i contrabbassi, e poi i flauti e le percussioni, mentre 7 uomini suonavano il clarinetto, il corno, la tromba e il trombone. Nei mesi seguenti l’orchestra si reca a Dresda, Lipsia, Berlino e Parigi, e successivamente anche in Italia e in Inghilterra. Nel 1876 suonano in Scandinavia, Paesi Bassi e Germania. Sembra certo che proprio quell’autunno siano state eseguite le ultime esibizioni conosciute. 
I successivi percorsi di Josephine, dopo lo scioglimento del gruppo, risultano ancora più oscuri. Sappiamo tuttavia che nel 1878 fonda con sua sorella il Caecilien-Quartett, con cui continua a fare tournée, fino all’arrivo, nel gennaio 1879, a Lisbona. Da allora Amann-Weinlich si trasferisce stabilmente nella capitale portoghese con il marito, i figli e la sorella. Qui Josephine è chiamata a dirigere l’orchestra cittadina in una serie di concerti al Teatro da Trindade, e viene nominata direttrice per una stagione al Teatro Nacional de São Carlos: sembra che così abbia avuto occasione di dirigere opere di Weber, Rossini, Saint-Saëns, Johann Strauss e persino Liszt e Wagner. È inoltre redattrice della Gazeta Musical, finanziata dal marito, attraverso cui pubblica alcune sue composizioni. Rimane a Lisbona con la famiglia come insegnante di pianoforte fino alla morte avvenuta per tubercolosi il 9 gennaio 1887. 

Josephine Amann Weinlich, pianista, violinista, compositrice e direttrice d’orchestra, poliedrica artista è, soprattutto, iniziatrice di una brillante carriera musicale non facilmente riconosciuta alle donne, negli anni della sua vita e, finanche, in quelli successivi. Non figura negli elenchi degli e delle studenti del Conservatorio di Vienna, ma è stato variamente riferito che vi abbia ricevuto lezioni da Clara Schumann, straordinaria pianista e compositrice tedesca. Antesignana di un percorso nella musica di grande dedizione e successo, è noto che dal suo esempio si è formata una scia in cui molte altre donne si sono giustamente inserite: soprattutto a seguito del riconoscimento mondiale ottenuto con la tournée negli Stati Uniti, la risposta della stampa fu estremamente positiva, tanto che le esibizioni della Josefine Weinlich’s Damenkapelle innescarono un’ondata di fondazioni di orchestre femminili americane. 
Proprio dalla stampa dell’epoca giungono le recensioni sulla sua musica che ci aiutano a scoprire e riscoprire anche il suo personaggio: l’Illustrirte Zeitung di Lipsia la descrisse come «una direttrice nata, la cui energia è evidente in ogni gesto» (1873 II, p. 310). La rivista The Musical Standard affermò che «Mme. Amann Weinlich rappresenta il tipo perfetto della grande sacerdotessa del mondo musicale. Il suo sguardo è globale, il suo braccio vigoroso; conosce tutta la musica a memoria […] e dirige a memoria» (1873, p. 376). 
Naturalmente non mancarono voci profondamente discordanti dagli elogi: in un articolo in lingua tedesca sulla vita di Josephine presente in rete si dice che l’apparizione del 25 maggio 1873 a Vienna ricevette molta attenzione da parte dei media e suscitò un interesse pubblico anche apertamente misogino nei confronti delle musiciste, manifestato nei modi che tuttora possiamo immaginare: alla critica aspra sul piano tecnico-musicale, si affiancava un pesante giudizio sul piano estetico, rivolto alle orchestrali. 

Di lei si riesce a trovare qualche foto on line, ma naturalmente nessuna esibizione registrata. Peraltro, molte delle sue composizioni sono andate perdute e, perciò, si ha la sensazione che ci sfugga qualcosa: eppure l’incursione nella biografia di Josephine Amann Weinlich, ben lungi da essere di tipo tecnico, ha permesso di conoscere la vita di una donna che, per lo più da autodidatta, ha imparato a suonare almeno due strumenti, a comporre e a dirigere una orchestra nella seconda metà dell’Ottocento, viaggiando per il mondo. La consapevolezza di essere una pioniera tra le donne nella musica si ritrova nel desiderio di evidenziare nel nome stesso delle sue orchestre la componente quasi esclusivamente femminile, conscia che si trattava di un atto politico che sarebbe rimasto forte e chiaro nel futuro. Una carriera, quella di Josephine, certo oggi più comune, ma che ci incanta se contestualizzata all’epoca dei fatti, quando lei, tra le prime, sceglie di affrontare un cammino intricato, rendendo immaginabile e possibile percorrerlo a chi è giunta dopo.

Qui la traduzione in francese, inglese, spagnolo.

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Articolo di Gemma Pacella

VeDP-9OO

Nata a Foggia e laureata in Giurisprudenza con una tesi dal titolo “Il linguaggio giuridico sessuato: per la decostruzione di un diritto sessista”. Attualmente svolgo un dottorato di ricerca in Management and Law. Studio il femminismo che nel tempo e nello spazio attraversa la nostra civiltà.

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