Una regista dimenticata. Esther Eng

Una donna che di certo merita di essere ricordata è Esther Eng (1914 — 1970), regista che ha segnato la storia nell’ambito della cinematografia in lingua cantonese negli Stati Uniti. Purtroppo, nonostante il suo notevole lavoro, in pochi sanno di lei, poiché la maggior parte dei suoi film sono andati perduti. Ciò è dovuto alla mancanza di visibilità dei film cantonesi in America, lasciando l’eredità di Eng quasi nell’oscurità. Ciò che ci rimane della sua filmografia è il documentario The Golden Gate Girls, diretto da S. Louisa Wei. La regista con questo documentario ha voluto onorare Esther Eng cercando di recuperare alcuni dei suoi lavori, mettendo insieme spezzoni di due dei suoi film, immagini fisse di altri otto film, fotografie prese dagli album di Eng e altre immagini di archivio che servivano a presentare il lavoro della regista dimenticata. 

Esther Eng nacque a San Francisco il 24 settembre 1914, con il nome di Ng Kam — ha. Di origini cantonesi, i suoi nonni arrivarono in America dalla contea di Toy Shan nella provincia del Guangdong, nel sud della Cina.
Suo padre insistette affinché tutti i suoi figli frequentassero degli studi incentrati sulla Cina e parlava il cantonese a casa. Fu lui a instillare in Esther Eng un profondo amore per la cucina e l’opera lirica cantonese. Spinta dalle sue passioni, passò la maggior parte della sua giovinezza nei cinema e al teatro dell’Opera che si trovava in Chinatown di San Francisco, dove ha potuto conoscere alcuni dei più importanti attori e attrici cantonesi. Dopo l’uscita del romanzo Good Earth di Pearl S. Buck, si tennero  i casting per l’adattamento cinematografico ed Esther Eng fece il provino per il ruolo di una prostituta, poiché era una delle poche parti a disposizione per gli attori cino — americani nel film. 

Grazie al ritratto positivo che Pearl S. Buck fece dei contadini cinesi nel suo libro, e al documentario sulla resistenza cinese contro l’avanzata militare giapponese su Shanghai del 1932, crebbe l’interesse nei riguardi della cultura cinese e il sentimento patriottico tra le comunità cinesi locali. Anche il padre di Esther Eng, mosso da questo sentimento, decise di fondare una società di produzione e importazione di film, insieme ad alcuni soci in affari.
Così, all’età di diciannove anni, iniziò la carriera di Esther Eng come regista, poiché il padre le assegnò il ruolo di co — regista nelle iniziative iniziali della società. Il suo primo lavoro fu una co — produzione insieme a Frank Tang del film Heartache, girato in otto giorni e ambientato a San Francisco. Il film, di cui protagonista era l’attrice Wei Kim Fong, finì per essere il primo film in lingua cantonese prodotto a Hollywood.
Mentre Heartache stava per essere presentato in anteprima in Cina, Esther Eng si recò a Hong Kong insieme a Wei Kim Fong e iniziò a lavorare come regista con la più grande casa di produzione della Cina. In concomitanza con l’inizio della seconda guerra sino—giapponese, National Heroine (uscito nel marzo 1937) vedeva Fong nel ruolo di pilota di caccia la cui abilità e coraggio erano pari a quelle di qualsiasi uomo. 

L’Associazione delle donne cantonesi consegnò a Eng un riconoscimento per il messaggio patriottico del film e per la promozione dell’immagine positiva delle donne. Questo film fu anche uno dei primi esempi del cosiddetto “cinema della difesa nazionale” che avrebbe dominato il mondo cinematografico cinese solo un anno dopo. Il successo della pellicola incoraggiò Eng a proseguire l’attività a Hong Kong: nonostante l’intensificarsi del conflitto tra il Giappone e Hong Kong, la regista voleva raggiungere il successo in territorio cantonese prima di ritornare negli Stati Uniti e raggiungere il suo obiettivo di promuovere il cinema nazionale cinese in America.
Successivamente Eng passò a realizzare film, stimolanti per il dibattito pubblico, riguardo la condizione delle donne, con protagoniste femminili. Lavorando con quattro diverse compagnie cinematografiche di Hong Kong, Eng ha diretto Ten Thousand Lovers (1938), Tragic Love (1938), A Night of Romance A Lifetime of Regret (1938) e It’s a Women’s World(1939) durante il resto del suo soggiorno in Asia. It’s a Women’s World è stato pubblicizzato come il primo film prodotto a Hong Kong con un cast tutto femminile di 36 attrici. L’ambizioso progetto segue i personaggi femminili, che occupano tutti posizioni sociali diverse, per evidenziare la dura realtà del vivere come donna in una società moderna. 

In retrospettiva, la carriera cinematografica di Esther Eng a Hong Kong risulta incredibile per il modo in cui sceneggiatori/sceneggiatrici, compagnie cinematografiche, star di punta e stampa locale sembravano accettare la giovane inesperta come regista e, a volte, produttrice. Secondo l’opinione della stampa, furono i suoi primi rapporti con Hollywood a darle un vantaggio rispetto a registi locali sconosciuti. C’è un altro aspetto di Eng che molto probabilmente ha contribuito all’attenzione positiva che ha ricevuto: la sua presentazione di genere. Eng vestiva abiti da uomo e non nascondeva le sue numerose relazioni lesbiche, che furono seguite con particolare attenzione dai media di Hong Kong. 

In una recensione del documentario di Wei, Derek Elley di Variety ha osservato che la sessualità di Eng non ha influenzato la sua carriera in alcun modo negativo, nonostante il periodo storico, in parte perché l’omosessualità era ampiamente accettata nell’ambiente dell’opera cantonese in cui Eng ha lavorato. Ad ogni modo, le testate giornalistiche scrivevano della vita sentimentale di Eng riferendosi alle ragazze della regista come amiche del cuore o buone sorelle, e non come compagne. Per questo motivo, e anche perché il Giappone esercitava una pressione militare sempre più accentuata su Hong Kong, il padre sollecitò la figlia a fare ritorno negli Stati Uniti.
Tornata in America, aveva in mente di concentrarsi sulla distribuzione cinematografica cinese attraverso la consolidata società di suo padre, ma presto si ritrovò a svolgere ancora una volta il ruolo di regista. Il suo lavoro più importante, Golden Gate Girl, fu pubblicato nel 1941 e divenne quello che sarebbe stato considerato il suo maggior successo americano — che, sfortunatamente per Eng, fu attribuito esclusivamente al suo co — regista Moon Kwan. Il film è degno di nota anche per l’interpretazione di Tso Yi — man (soprannominata la “Mary Pickford della Cina”) e per essere stato il primo film con Bruce Lee, che interpretava una neonata.

Poco dopo la resa del Giappone, il padre di Esther morì e la donna si ritrovò al timone della società di importazione e distribuzione cinematografica, attiva negli Stati Uniti, in Cina, Cuba e Perù. Mantenendo un equilibrio tra questi duplici impegni, dopo essere stata invitata a dirigere Lady From The Blue Lagoon, insieme alla cantante lirica Fe Fe Lee continuò a lavorare come regista, girando  il film Mad Fire Mad Love. Fu dopo questo lavoro che Esther Eng decise di trasferirsi a New York China Town, dove diede inizio con successo all’altra sua passione: la cucina. Qui infatti, nel 1949, aprì un ristorante, chiamato Bo Bo. Il locale divenne un luogo di ritrovo per tutti quegli artisti e artiste cinesi bloccate all’estero a causa della guerra civile tra comunisti e nazionalisti che stava imperversando in Cina. Il ristorante fu per gli artisti e le artiste un ambiente naturale e di supporto per imparare l’inglese, ma anche un luogo in cui ricevere assistenza per ottenere documenti di lavoro.
Esther Eng continuò a espandere il successo ottenuto con Bo Bo aprendo con il suo gruppo di partner, altri ristoranti: MongKokHing HingEng’s Little Corner e Esther Eng’s. Fu quest’ultimo locale a dare effettivamente prestigio alla sua attività culinaria.
Nel libro di memorie Tea that Burns di Bruce Edward Hall, l’autore menziona i ristoranti della donna, descritti come dei luoghi rivolti al pubblico benestante. Inoltre, il ristorante Esther Eng’s è il primo a eliminare dal menù non solo il cibo americano, ma anche i pasti combinati tipici dei fast — food, pasti predefiniti che includono diversi piatti con bevanda compresi nel prezzo. 
Il successo dei suoi ristoranti è probabilmente dovuto anche al fatto che erano gestiti da donne forti e affascinanti; tra queste l’attrice Fe Fe Lee, ormai ex fidanzata di Esther Eng e direttrice di diversi dei suoi ristoranti.
Ad ogni modo, va notato che, nonostante il successo nell’ambito della ristorazione, Eng continuò a gestire la sua società di distribuzione cinematografica e possedeva persino un cinema di circa cinquecento posti, chiamato The Central Theatre, che proiettava per lo più film in lingua cantonese. Nel 1962, diresse le riprese esterne di quello che sarebbe stato il suo ultimo film, Murder In New York Chinatown

Esther Eng fu una donna forte e determinata, una pionera in molti sensi: fu la prima donna a portare nei suoi film una coscienza femminista riguardo alla parità di diritti per le donne e alle condizioni di vita dei cino — americani. Negli anni Trenta tentò di rappresentare temi interculturali e transnazionali nel cinema e fu la prima a realizzare film in lingua cantonese negli Stati Uniti e la prima donna cantonese a realizzare film sonori a Hollywood. 
Oltre alla sua maestria nell’ambito cinematografico e alle innovazioni che vi ha apportato, certamente è da menzionare l’immenso aiuto che ha dato agli artisti senior e ai nuovi immigrati che arrivavano a Chinatown, dando soldi e tre pasti al giorno a chi ne aveva bisogno.

In copertina: Esther Eng e Fe Fe Lee.

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Articolo di Chiara Ausilia Sicurelli

Laureata in Mediazione linguistica e culturale nel 2021 presso l’Università per Stranieri di Siena, frequenta la magistrale di Scienze linguistiche per la comunicazione interculturale presso la medesima università, con laurea prevista per il 2024. Specializzata in cinese e giapponese, si interessa di gender studies in Asia.

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