Il libro di Fiorella Carollo Donne tra protesta e attivismo concentra in una serie di interviste l’emergere prepotente della “Donna Artemide”: una donna concentrata nel raggiungimento di obiettivi solidali e protettrice dell’ambiente. Parliamo di donne impegnate nella cittadinanza attiva, nella diffusione del pensiero ecologico, nella realizzazione di una economia sostenibile e anche, quando occorre, nella disobbedienza civile.
Fiorella Carollo, orientalista e antropologa, ha girato il mondo vivendo per lunghi periodi a Tokyo, a Bali, a Melbourne e a Londra. Ciò le ha permesso di intervistare alcune donne, da lei definite “Le nuove Artemidi”. Il libro inizia con un’analisi degli eventi mondiali del 2019, un anno “ribelle” per l’esplosione di proteste in ogni parte del pianeta: da quelle dei e delle giovani di Fridays for Future agli e alle studenti di Hong Kong, arrivando fino in Cile e passando in Gran Bretagna con i membri di Extinction Rebellion.
«Il 2019 – scrive Carollo – con l’affermarsi della protesta non violenta e della resistenza civile di massa, segna, a mio avviso, l’inizio di una nuova era. Questa forma di protesta abbracciata da migliaia di persone ha mostrato il suo volto efficace, democratico, creativo. Si è sdoganata del mito un po’ ingombrante dei suoi rappresentanti più famosi del secolo scorso, Gandhi e Martin Luther King, per diventare uno strumento accessibile a tutti. Non c’è bisogno di enormi sacrifici, di sangue versato, si può fare con poco e lo possono fare tutti».
Tra le pagine emerge la storia della scozzese Polly Higgins, conosciuta come “L’avvocata della Terra”, che si è battuta per il reato di ecocidio, perché distruggere il pianeta deve essere considerato un reato al pari di un omicidio. Tra le “Nuove Artemidi” anche Rachel Carson che «è stata una pioniera,ma la cosa non fu evidente per molto tempo anche dopo la sua morte». Viene definita una matriarca di una famiglia numerosa, che partecipò a missioni scientifiche e oceanografiche, autrice, tra gli altri di Silent, il best seller che portò all’istituzione, nel 1970, di un Dipartimento per la Protezione ambientale.
Così dichiarò il vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore: «Rachel Carson è stata la scienziata che più di tutti mi ha fatto diventare consapevole della questione ambientale… la sua influenza è stata profonda». L’eredità di Rachel è stata ovviamente accolta e portata avanti da tante altre attiviste.
Tra le economiste viene dato risalto a tre figure emblematiche: Esther Duflo, Julia Steinberg e Kate Rawhorth. Tra le giornaliste Rosy Battaglia, ambientalista, tra le prime promotrici in Italia del “Data Journalism”, un giornalismo civico. Rosy è anche l’ideatrice di “Cittadini Reattivi”, di una Scuola di Cittadinanza reattiva per il diritto all’informazione e del progetto “Storie Resilienti”, sulle comunità che si battono per la giustizia su ambiente e salute. Tra i suoi documentari d’inchiesta “La rivincita di Casale Monferrato” per la bonifica dall’amianto del territorio.
Sempre tra le giornaliste, spicca l’intervista ad Alessia Cerantola, premio Pulitzer 2015 per l’inchiesta dei Panama Papers. Il suo motto è sempre stato: «Se il giornalismo tradizionale non ha posto per te, apriti da sola una pista». Alessia crede molto nel giornalismo cosiddetto collaborativo, cioè collaborare insieme ad altri colleghi e colleghe alla stessa inchiesta ognuno con le proprie competenze specifiche, in quanto il giornalismo individuale si rivela estremamente debole per particolari inchieste complesse e “scottanti”. Il suo si può definire un giornalismo investigativo, che parte da «una passione civica e da un desiderio di verità… quel giornalismo che ti chiede di stare anche mesi senza pubblicare nulla ma che dopo tanta fatica, ti permette di uscire con un lavoro di valore».
Altra giornalista intervistata è Nicoletta Dentico che fin da giovanissima ha collaborato per “Mani Tese” ed è stata direttrice di Medici senza Frontiera. È stata coordinatrice e responsabile della campagna “Banche Armate” che portò all’approvazione della legge 185 del 1990 con cui c’è l’obbligo di rendere pubblici i nominativi della banche che finanziano la produzione delle armi. È consigliera di Banca Etica.
Nel volume trovano spazio altre donne come Barbara Schiavulli, corrispondente di guerra che ha poi tradotto le sue esperienze, soprattutto in Afghanistan, in libri e graphic novel, la scrittrice Simonetta Agnello Hornby, avvocata impegnata al contrasto della violenza domestica, Giovanna Foglia e il suo trust “Nel nome della donna”, che finanzia idee e progetti di genere; Ibu Robin, l’”Ostetrica guerrigliera” e tante altre che quotidianamente, senza riflettori, portano avanti la politica dell’impegno per la costruzione di una società più giusta e non discriminante.
Uno spazio è anche riservato all’Associazione Toponomastica femminile, alle sue finalità e alle sue attività.
In copertina: Marsiglia, 15 settembre 2022, foto di Andrea Zennaro.

Fiorella Carollo
Donne tra protesta e attivismo
Ass. Multimage, Milano, 2022
pp. 130
***
Articolo di Ester Rizzo

Laureata in Giurisprudenza e specializzata presso l’Ist. Sup. di Giornalismo di Palermo, è docente al CUSCA (Centro Universitario Socio Culturale Adulti) nel corso di Letteratura al femminile. Collabora con varie testate on line, tra cui Malgradotutto e Dol’s. Ha curato il volume Le Mille: i primati delle donne ed è autrice di Camicette bianche. Oltre l’otto marzo, Le Ricamatrici, Donne disobbedienti e Il labirinto delle perdute.

Un commento