Il Festival della fotografia etica a Lodi

Il miglior fotogiornalismo internazionale è presente a Lodi per il Festival della fotografia etica, dal 30 settembre al 29 ottobre, nella quattordicesima edizione in questo 2023. Migliaia di persone si aggirano con curiosità, meraviglia e stupore fra le oltre venti mostre allestite in molteplici luoghi della città, da quelli più storici e artistici quali Palazzo Modignani o Palazzo Barni a quelli più frequentati da un pubblico quotidiano come negozi e locali di intrattenimento. Sono fotografie che raccontano storie provenienti da tutto il mondo, che accrescono la nostra conoscenza e fanno riflettere, «Storie uniche, emozionanti ma necessarie», ha affermato Alberto Prina, Direttore del Festival. Qui tutte le informazioni, sulle mostre e sui diversi eventi che le accompagnano, con visite guidate e incontri con le fotografe e i fotografi che hanno partecipato al Festival.
Molto importante è anche l’offerta formativa rivolta alle scuole dal team Educational del Festival, sia per ragazze e ragazzi che sono formati a diventare accompagnatori alle mostre sia per la possibilità data alle/ai docenti di far meglio comprendere il mondo contemporaneo attraverso la fotografia in classe. Io stessa ho seguito studenti che hanno svolto al Festival la loro Alternanza scuola-lavoro o Pcto, e ho trattato l’argomento in classe. Questo ha scritto una studente in un elaborato sull’argomento: «La comunicazione avviene in modi diversi, uno tra questi che si sta sviluppando è il fotogiornalismo. Il fotogiornalismo vuole, attraverso fotografie, trasmettere emozioni, sensazioni ma soprattutto un messaggio. Gli argomenti che prende in considerazione sono molti e vasti, alcuni gravi, come per esempio la violenza sulle donne, altri, invece, riguardanti fatti quotidiani. Il fulcro principale dello stage di quest’anno è stato appunto il fotogiornalismo, la trasmissione di storie, racconti, culture diverse, attraverso immagini, come afferma Yara Nardi: “quando si fa fotogiornalismo, si prova a raccontare fatti”. Le mostre hanno riguardato argomenti importanti, toccanti e quotidiani. Mediante una foto si possono percepire molte sensazioni, e in alcuni casi comprendere più facilmente i messaggi trasmessi, rispetto a un lungo discorso; ma come dice Nardi, il fotogiornalismo viene spesso strumentalizzato per esprimere altri messaggi diversi dal significato originale. Infatti, quasi tutte le/i fotogiornalisti italiani, incontrati durante lo stage, si sono trasferiti all’estero, dove il fotogiornalismo ha un altro significato e utilizzato in modo differente». Il punto di partenza per la riflessione era uno scritto della fotogiornalista Yara Nardi, letto e commentato in classe, che, fra altro, diceva: «Penso che l’uso pubblico che si fa delle immagini andrebbe migliorato come andrebbe migliorata tutta la qualità del mondo editoriale di oggi. Il precariato, la velocità con cui si richiede la realizzazione di uno o più servizi, non possono che continuare a fare del male a questa professione, che al momento nessuno è stato in grado di tutelare veramente con azioni concrete. Le cose da fare sarebbero tantissime. Essere in prima fila a documentare la realtà per me è molto importante, e per quanto il lavoro di fotoreporter debba essere fatto di qualche passo indietro rispetto ai coinvolgimenti personali, non siamo delle macchine che assistono agli eventi senza senso critico. Cerco di restituire punti di vista diversi rispetto alla cronaca mainstream, non sempre ci riesco, ma quando accade, posso dire che ne è valsa la pena».

Caratteristica del Festival è poi il Circuito Off, con opere esposte in negozi, bar, ristoranti, gallerie, circoli culturali e aree pubbliche della città. Fra queste numerose mostre, vogliamo illustrarne una che ci sta particolarmente a cuore, per la tematica trattata: Donne di parola-Il racconto di donne alla ricerca di un mondo senza barriere, fotografie selezionate in seguito al concorso organizzato dal Soroptimist International di Lodi, in collaborazione con numerose altre associazioni e in particolare Toponomastica femminile.

Fra le numerose fotografie esposte, ne segnaliamo alcune fra le più attinenti al tema: complimenti ad autrici e autori e un invito a tutte e tutti voi a viaggiare per luoghi vicini e lontani, esplorando tutte le magnifiche possibilità che il Festival offre.

#donne #parole #nobarriers di Roberta Bosoni (Bruxelles)
Le strade libere di Andrea Zennaro (Roma)
Il mondo tra le mani di Maria Luisa Passeri (Perugia)
Mamme e figlie, donne in lotta per un mondo migliore di Andrea Moretti (Teramo)
The ghost di Cristiano Pugno (Rapallo)
Due parole tra le onde di Maria Tiziana Rizzo (Genova)
Faith Gambo. Sudore, impegno, sacrifici e costanza di Alex Premoli (Lodi)

In copertina: foto di Ahmad Halabisaz, World Press Photo.

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Articolo di Danila Baldo

Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, tiene corsi di formazione, in particolare sui temi delle politiche di genere. È vicepresidente dell’associazione Toponomastica femminile e caporedattrice della rivista online Vitamine vaganti. Collabora con Se non ora quando? SNOQ Lodi e con IFE Iniziativa femminista europea.

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Fotoreportage di Giulia Bortolini, © Lo Sguardo Di Giulia

Mi occupo di fotografia, progetto e realizzo mostre fotografiche a tema, videoreportage (personali e su richiesta), docuvideo, videolezioni per le scuole, locandine, gestisco social media, disegno Màndala. Attivista di Se Non Ora Quando? Lodi e associata di Toponomastica femminile.

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