Le grandi assenti. Zinaida Serebrjakova

Figura notevole nel panorama della pittura russa degli inizi del XX secolo, Zinaida Serebrjakova, nata nel 1884 nella tenuta della famiglia Lanceray, “Neskuchnoye”, a trenta miglia da Kharkov, nell’allora Impero russo, ora Ucraina, è ancora poco conosciuta nella sua terra natale, dove il realismo espressionista fu spazzato via dalla rivoluzione a favore di un’arte proletaria col trionfo del realismo socialista.  

La sua era una famiglia di artisti.   

Suo padre, francese, Evgenij Lanceray era un famoso scultore, morì a quarant’anni, quando Zinaida ne aveva appena due; il fratello maggiore, Eugene, e lo zio, pittore e critico d’arte, Alexandre Benois, erano entrambi figure di spicco dell’arte russa; suo nonno materno, Nicholas Benois, celebre architetto, grande conoscitore della storia dell’arte, incoraggiò la vocazione artistica della giovane Zinaida.  Nel 1886, la madre, rimasta vedova, portò i suoi sei figli nella casa paterna a San Pietroburgo, dove Zinaida poté studiare pittura presso la scuola fondata dalla principessa Maria Tenisheva. I suoi studi continuarono poi presso il pittore realista Ilya Repin e il ritrattista Ossip Braz. Nel 1902-03, ancora adolescente, fece un viaggio in Italia.  

Veranda in primavera, 1900, Zinaida Serebrjakova

Nel 1905 Zinaida sposò il cugino di primo grado, Boris Serebrjakov, col quale era cresciuta fin dall’infanzia, futuro ingegnere ferroviario. Dopo il matrimonio la coppia visse a Parigi, dove Zinaida studiò all’Accademia della Grande Chaumière. I suoi primi quadri raffiguravano il paesaggio russo, contadini e contadine, ritratti. Ritornò in Russia l’anno dopo e a maggio nacque il suo primo figlio. 

Ritratto di Boris Serebryakov, 1908, Zinaida Serebrjakova
Ritratto di Olga Lanceray, 1910, (sin) – Ritratto della sorella, 1914, (dex) Zinaida Serebriakova
Autoritratto di Zinaida Serebrjakova, 1907

Nel 1909, il suo Autoritratto à la toilette, con la sua sorprendente modernità, fu molto apprezzato. 

In una lettera Zinaida descrive in quali circostanze lo aveva realizzato: «Quest’anno ho deciso di restare di più nella nostra dimora e di non andare a Pietroburgo come d’abitudine nel mese di settembre. L’inverno era arrivato presto ed era diventato nevoso velocemente; tutto il nostro giardino e i campi e i sentieri erano innevati. Trovare delle modelle contadine che posassero con questo tempo non era possibile. Ho pensato a questo autoritratto al tavolo della toletta e lo realizzai celermente – fin dai miei inizi, è vero, ho sempre dipinto molto velocemente».  

Alla toeletta, Autoritratto allo specchio, 1909, Zinaida Serebrjakova  
Un francobollo russo del 2009 dedicato all’opera Autoritratto allo specchio di Zinaida Serebriakova 

Il quadro rappresenta l’artista che si riflette nello specchio mentre si pettina e sorride. La sua posa è rilassata, col busto che si gira leggermente. La cornice dello specchio è visibile sulla tela e la candela a sinistra si vede due volte, una delle quali è il suo riflesso. In primo piano, sul tavolo da toeletta si trovano dei flaconi di profumo in vetro colorato, un cuscinetto con degli spilloni, una scatola con perle e altri oggetti, tutti intrisi di colori brillanti. Sullo sfondo, davanti a un muro bianco si trova un tavolo sul quale è posata una bacinella con una brocca d’acqua. Secondo la storica dell’arte Valentina Knjazeva, l’opera incanta per la saturazione della luce. «Sembra che la figura della donna in primo piano, i mobili e lo sfondo del quadro, non siano soltanto bagnati dalla luce, ma che la emettano essi stessi».  

L’autoritratto venne spedito insieme ad altre opere di Zinaida a San Pietroburgo, dove venne esposto alla settima mostra dell’unione dei pittori russi, e fu ben accolto dal pubblico e dalla critica per la perfezione della tecnica e la freschezza del colore. Il critico Aleksandre Benois, zio della pittrice, scrisse che Serebrjakova aveva offerto al pubblico russo «un regalo meraviglioso, un tale sorriso da tutta la sua bocca, che non la si può non ringraziare»; molti anni dopo, nel 1932, lo stesso critico scrisse che durante tutti gli anni passati da quel suo autoritratto la sua arte era rimasta sempre «così fresca, così seducente, così ingenua».  

Nel 2009 fu emesso un francobollo russo dedicato a quest’opera, per celebrarne il centenario.   

Nel 1911 Zinaida si associò al movimento artistico Mir Iskusstva, di cui era pioniere suo zio Alexandre Benois e che promuoveva la rinascita del patrimonio artistico tradizionale, dai cui risultati estetici e valori morali la cultura contemporanea avrebbe potuto trarre ispirazione. 

Continuava intanto a produrre dipinti sul tema della vita rurale russa e contemporaneamente iniziò composizioni su argomenti della mitologia classica. 

Contadini, 1914, (sin)- Due contadine, 1914, (dex) Zinaida Serebriakova
Tempo di raccolta, 1915, Zinaida Serebriakova 

 

Sauna, 1913, Zinaida Serebriakova 
Nudo, 1911, Zinaida Serebriakova

Fino alla rivoluzione, la sua carriera andò sempre più consolidandosi. Dopo lo scoppio della Rivoluzione d’Ottobre nel 1917, la sua vita cambiò. Nel 1919 suo marito Boris morì di tifo. Zinaida rimase senza reddito, con quattro figli, una madre malata, tutte le riserve della tenuta di Neskuchnoye saccheggiate, e la casa incendiata da bande di anarchici. La distruzione della tenuta continuò anche durante la seconda guerra mondiale, quando gli invasori arrivarono a profanare anche la cappella e le tombe di famiglia. Zinaida dovette abbandonare la pittura ad olio in favore di tecniche meno costose come il carboncino o la matita. Castello di carte raffigura i suoi quattro figli senza padre. 

A colazione, 1914, Zinaida Serebriakova 
Castello di carte, 1919, Zinaida Serebriakova 

 Trovò lavoro al Museo Archeologico di Kharkov, dove realizzava disegni a matita dei reperti. Nel dicembre 1920 si trasferì nell’appartamento di suo nonno a Pietrogrado; rifiutò tutti gli incarichi che comportassero propaganda, non realizzò mai manifesti elettorali né partecipò a celebrazioni rivoluzionarie. Durante questi anni, disapprovando gli stili suprematista e costruttivista, così popolari nell’arte sovietica di quel periodo, continuò a praticare il genere del ritratto e del paesaggio. Dopo la Rivoluzione d’Ottobre, gli abitanti degli appartamenti privati ​​furono costretti a condividerli con altre famiglie, e a Serebriakova fu destinato un alloggio insieme ad artisti del Teatro d’Arte di Mosca. Pertanto, il suo lavoro durante questo periodo si concentrò sulla vita teatrale.  

Ballerine nello spogliatoio (sin)- Due ballerine in blu (dex), 1922 – Zinaida Serebriakova

Oberata dalla cura della famiglia, utilizzò il denaro ricavato dalla vendita dei suoi dipinti per viaggiare all’estero con l’obiettivo di ottenere commissioni. 

Autoritratto, 1921, Zinaida Serebriakova 
Bagnanti, 1927, Zinaida Serebriakova 

Nell’autunno del 1924, Serebriakova andò a Parigi, dove aveva ricevuto una commissione per un grande murale decorativo e vi rimase per il resto della sua vita. Per molti anni non ebbe uno studio e i suoi guadagni furono miseri. Condusse una vita ritirata, socializzando solo con i russi. Aveva vissuto due vite: la prima come discendente di una famiglia d’arte, moglie felice, amata, madre di bambini adorati, artista famosa; la seconda come vedova separata dai figli, sfinita dalle difficoltà finanziarie, lacerata dalla perdita della sua patria e dal desiderio senza speranza di rivederla. 

«Nessuno capisce che iniziare senza un soldo è follemente difficile. E il tempo passa e io combatto», scrive disperata a sua madre. 

I periodi più sereni di questa sua seconda vita furono associati ai viaggi in Bretagna, nel sud della Francia o in Svizzera. Nel 1926 iniziò una serie di ritratti di pescatori e agricoltori bretoni. Riuscì a portare in Francia i figli, Alexandre e Catherine, rispettivamente nel 1926 e nel 1928, non poté fare lo stesso per gli altri due figli, Evgenyi e Tatiana, che non rivide per molti anni. Nel 1928 e nel 1932 viaggiò in Africa, e durante un viaggio di sei settimane in Marocco creò più di centotrenta ritratti e paesaggi urbani che lei chiamava “schizzi”, riuscendo a trasferire nelle sue opere la luminosità di quel paese. Era affascinata dai paesaggi dell’Africa, così come dalle donne africane in abiti etnici.  

Marocco, Figure nella porta, 1928, Zinaida Serebriakova
Marocco, 1932, Zinaida Serebriakova 

 Nel 1947, Serebriakova ottenne finalmente la cittadinanza francese, e fu solo dopo il disgelo di Kruscev che il governo sovietico le permise di riprendere i contatti con la sua famiglia in Unione Sovietica. Nel 1960, dopo trentasei anni di separazione forzata, alla figlia maggiore, Tatiana, fu finalmente permesso di farle visita. Nel 1965 l’artista ottantenne realizzò un sogno a lungo coltivato: viaggiò da Parigi a Mosca per l’inaugurazione della sua mostra, tenutasi per la prima volta in URSS. Le sue opere furono finalmente esposte in Unione Sovietica, a Mosca, Leningrado e Kiev, con grande successo. Ma la maggior parte del suo lavoro rimane oggi in Francia. 

Marocco, Marrakesh, 1932, Zinaida Serebriakova 

Serebriakova morì in seguito a un’emorragia cerebrale a Parigi nel 1967, all’età di ottantadue anni. È sepolta a Parigi, nel cimitero russo di Sainte Geneviève des Bois. 

Doodle di Google (10/12/2020) nel 136° anniversario di Zinaida Serebriakova 

Il 10 dicembre 2020 Google ha festeggiato il suo 136esimo compleanno con un Doodle.  

 

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Articolo di Livia Capasso

foto livia

Laureata in Lettere moderne a indirizzo storico-artistico, ha insegnato Storia dell’arte nei licei fino al pensionamento. Accostatasi a tematiche femministe, è tra le fondatrici dell’associazione Toponomastica femminile.

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