Racconti brevissimi di Daniela Piegai. Ta

Il secondo dei racconti che Daniela Piegai dona a Vitamine vaganti, scritto nel febbraio 2022.

La scuola per interpreti spaziali di solito è interessante. Anche per le prospettive che apre, ma soprattutto perché mette a contatto con le storie e le “persone” più strane e interessanti della galassia.
Mamma non era d’accordo quando mi sono iscritta. Avrebbe preferito la specializzazione in sartoria per popoli alieni, o in analisi di sostanze esogene, ma io sono sempre stata irrequieta, e non mi ha mai attirato una vita bloccata in un atelier o in un laboratorio.

Stamani ci sono le prove pratiche, che ogni mese si svolgono in un luogo attrezzato come il mondo di cui stiamo studiando il linguaggio. Così ci accalchiamo verso le bolle di vetro che racchiudono le varie atmosfere. Ma interviene il preside, e ci dirotta verso la palestra.
— Che diavolo succede? — mi sussurra Anna.
— Boh… — sbadiglio.

Stamattina ho un sonno addosso che mi rende una specie di tonno spiaggiato.
— Abbiamo un illustre ospite. — dice il preside quando siamo tutti più o meno allineati in palestra. Accanto a lui c’è un essere alto un paio di metri. Sembra un umanoide, ma ha uno strano involucro a strisce luminose che lo copre, e che distorce un po’ le proporzioni, per cui non riesco a stabilire se ha le braccia, e quante sono.

Arriva la nostra interprete poliglotta. È un affarino effervescente che non sta ferma un minuto.
Intanto l’illustre ospite faticosamente cerca di dire qualcosa. Le strisce luminose tremano un poco, poi lui dice: — Ta.
L’interprete sorride e traduce: — Grazie per la cortesia con cui mi avete accolto. La vostra scuola è molto bella.
Poi l’essere dice: — Ta.
E l’interprete traduce: — Sono onorato di essere qui, con voi, che siete il futuro della Terra.
— Ta. — dice ancora il tizio.

Risatine cominciano a serpeggiare qua e là, mentre l’interprete traduce una frase lunghissima.
A questo punto mi morde il dio dei cretini, e io dico: — Ta.
L’essere si scuote, si gonfia, sembra diventare un gigante… Io mi spavento, e cercando di rimediare dico ancora: — Ta.
E a questo punto lui o lei, non so, diventa sempre più piccolo e poi sparisce con una specie di risucchio che sembra anche divorare tutta l’aria della palestra.

— È imploso! — urla inorridito il preside.
— Perché gli hai detto che era un pirata disonesto e malvagio? — singhiozza l’interprete…

In copertina: opera di Daniela Piegai.

***

Articolo di Laura Coci

Fino a metà della vita è stata filologa e studiosa del romanzo del Seicento veneziano. Negli anni della lunga guerra balcanica, ha promosso azioni di sostegno alla società civile e di accoglienza di rifugiati e minori. Dopo aver insegnato letteratura italiana e storia nei licei, è ora presidente dell’Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.

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