Pallone gonfiato!

Devo dire che mi dà gioia vedere negli occhi di studenti spesso poco propensi allo studio la sorpresa e la meraviglia quando, posato sui termosifoni accesi, il sottile strato del fazzoletto di carta inizia a librarsi in aria come un piccolo aquilone. Non mi spingo oltre parlando approfonditamente di moti convettivi dell’aria, anche perché non mi compete, ma certo la lezione di Storia che andremo a leggere (o che abbiamo già letto e studiato) diventa più avvincente e reale. Anche nelle ipotesi empatiche di un Leonardo da Vinci che, in viaggio attraverso il tempo, nella Francia prerivoluzionaria incontra i fratelli Montgolfier: un sogno per lui che si avvera!
Joseph-Michel w Jacques-Étienne Montgolfier sono stati, infatti, gli inventori del mezzo aerostatico funzionante grazie all’aria calda che per primo portò in volo un essere umano e per questo furono nominati membri straordinari dell’Accademia delle Scienze di Parigi. Nati a distanza di cinque anni uno dall’altro ad Annonay, vicino a Lione, appartenevano a una ricca famiglia di fabbricanti di carta: Joseph, classe 1740, era sicuramente quello creativo e ribelle, che con Leonardo avrebbe condiviso l’essere autodidatta nell’osservazione della natura e della fisica presente in ogni aspetto del quotidiano, mentre Étienne, pur essendo più piccolo, era quello portato per gli affari.
Si racconta che Joseph ebbe l’idea osservando i panni messi ad asciugare sopra il fuoco, mentre pensava a questioni militari relative alla possibilità di attaccare dall’alto il nemico: costruì, allora, una scatola in legno leggero di un metro quadrato circa e vi sovrappose a mo’ di rivestimento del setoso taffetà, ponendo poi sotto al tutto un fuoco di carta.
Il 14 dicembre del 1782 i fratelli Montgolfier, dopo appena un mese di lavoro sul progetto, fecero volare il primo aerostato per quasi duemila metri perdendone, però, il controllo per la spinta di sollevamento troppo forte.
La prima dimostrazione ufficiale sarà il 5 giugno dell’anno successivo di fronte al gruppo di notabili dello Stato e la notizia del successo raggiungerà Parigi e, sebbene non vi sia piena certezza, pare che il re Luigi XVI emanasse allora un bando per il quale si vietava la sperimentazione con umani fin tanto che non vi fosse la certezza degli effetti del volo sugli animali. Tra l’altro, anche il padre Montgolfier aveva acconsentito a che i figli si dedicassero a questa invenzione, piuttosto che alla loro avviatissima carriera, a patto che non vi salissero personalmente.
Il 19 settembre del 1783, come in una favola, una pecora, un’oca e un gallo si ritrovarono insieme dentro a un cesto appeso con delle corde a un pallone, chiamato da Étienne “Aerostate Révellion” (dal nome del loro collaboratore), di fronte a re Luigi XVI e alla regina Maria Antonietta, insieme con una grande folla raccolta a palazzo, e volarono incolumi per circa otto minuti, percorrendo circa tre km e raggiungendo un’altezza di circa 500 metri: sarebbe pure durato di più, se non ci fosse stata a motivo dell’imprevista inclinazione del pallone una fuoriuscita di aria calda!
Furono Pilâtre de Rozier e il marchese d’Arlandes il 21 novembre del 1783 i primi umani a volare per 25 minuti su un aerostato intitolato alla regina Maria Antonietta, che si era tanto prodigata per l’impresa, e questa trasvolata su Parigi fece così scalpore che, oltre alle numerose iscrizioni celebrative, si produssero orologi da tasca con il quadrante iscritto in un pallone, sedie con lo schienale a forma di aerostato e stoviglie decorate con immagini del volo.
Di lì a poco la presa della Bastiglia avrebbe riportato Parigi e la Francia con i piedi per terra e alla decapitazione dei sovrani Joseph sopravvisse per altri ventisette anni mentre Étienne, il più giovane (probabilmente unico a salire e soltanto per una volta sull’aerostato) per altri sei.
La mongolfiera, ora in nylon sollevata da aria calda e gas propano, in Italia è la protagonista, per esempio, del 
Ferrara Balloons Festival, gigantesco evento turistico alle porte della città estense, del raduno dell’Epifania di Mondovì (CN) e del Festival delle Mongolfiere a Treviso e a Forlì, città quest’ultima in cui ancora si ricorda Antonietta Cimolini che, intrepida pioniera del volo in pallone anche con il marito forlivese, nel 1904 morì durante un’esibizione a Buenos Aires: il primo di una serie di incidenti pure tragicissimi che non hanno intaccato la magia del suo lento e maestoso volo nella libertà dei cieli.

 

Articolo di Virginia Mariani

RdlX96rmDocente di Lettere, unisce all’interesse per la sperimentazione educativo-didattica l’impegno per i temi della pace, della giustizia e dell’ambiente, collaborando con l’associazionismo e le amministrazioni locali. Scrive sul settimanale “Riforma”; è autrice delle considerazioni a latere “Il nostro libero stato d’incoscienza” nel testo Fanino Fanini. Martire della Fede nell’Italia del Cinquecento di Emanuele Casalino.

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