La copertina del domenicale La Lettura/Corriere della Sera del 12 marzo 2023, indubitabile traguardo prestigioso per Takoua Ben Mohamed, è anche specchio e manifesto del suo percorso artistico e personale; l’immagine di un muro che mostra i segni delle prime crepe per la spinta di quattro giovani donne velate che avanzano compatte al grido di: Libere dalle frontiere che ci limitano!

La storia professionale di Takoua Ben Mohamed rivela quanto quella copertina sia un’istantanea della sua personalità artistica che supera ogni barriera nazionale. Nata in Tunisia, che è il paese delle sue radici, è arrivata a otto anni a Centocelle, una città nella città, che si estende su un’area di oltre 3 km quadrati con quasi 60 mila abitanti. Un rettangolo perfetto tra via Prenestina, viale Palmiro Togliatti, via Casilina e via Tor de’ Schiavi. Quartiere popolare, dove Pier Paolo Pasolini ha girato Accattone, abitato da giovani coppie, studenti romani de’ Roma e immigrate/i da vari Paesi: un tessuto sociale sviluppato, fatto di associazioni culturali, centri per bambine/i e anziane/i, però senza la presenza e le difficoltà che la malavita locale produce. Questo è l’humus della sua vena creativa, ironica e profonda, qui Takoua muove i primi passi della sua carriera professionale, e dunque si può ambire a farle rappresentare l’Italia per le donne memorabili nella nostra serie mensile.
Unica vignettista musulmana italo/tunisina di graphic journalism, specializzata in Cinema d’animazione alla Nemo Academy of Digital Arts a Firenze, autrice di graphic novel di successo, che collabora con la Ong WeWorld per denunciare con i tratti scarni efficaci e poetici dei suoi disegni le diseguaglianze e le ingiustizie, gli attacchi e le minacce ai diritti umani. Un’artista col velo ma oltre ogni velo, che racconta del mondo e delle sue storture, documentandosi alla fonte, viaggiando incessantemente nei paesi di cui parlerà in reportage giornalistici e grafici, senza tralasciare un pizzico di ironia, quando commenta che oramai vive più tra aerei, scali e terminal in giro per il mondo che a casa propria!
La sua produzione a fumetti e grafica spazia oggi in molti ambiti. Crescere in Mozambico è il reportage a fumetti che racconta il lavoro quotidiano delle operatrici e degli operatori di WeWorld, impegnati ad affrontare le emergenze e mitigare il contrasto degli effetti disastrosi del cambiamento climatico. Il paese africano è uno tra i più poveri al mondo, sempre più vittima di siccità, cicloni e inondazioni, che limitano le possibilità di risollevarsi. Le vicende delle comunità locali, che fronteggiano crisi ambientale e conflitti armati disegnati da Ben Mohamed, sottolineano l’importanza dell’istruzione e le scuole stesse sono rifugio e luogo sicuro, in grado di costruire un futuro di speranza per le bambine e i bambini mozambicani.
In Un’altra via per la Cambogia, reportage a fumetti, l’autrice racconta il lavoro quotidiano di chi opera in WeWorld, impegnata in Cambogia a provare a salvaguardare la parte più povera della popolazione locale dal traffico di esseri umani e da nuove forme di schiavitù. Il libro mira a far conoscere al grande pubblico che può esistere una via legale alla migrazione e cambiare almeno in parte tragedie mondiali drammatiche.
La rivoluzione dei gelsomini racconta della Tunisia, il paese natale, che ha lasciato da piccola, per raggiungere il padre, rifugiato politico in Italia. Dopo la Rivoluzione del 2011 che ha determinato la fine del regime dittatoriale di Ben Ali, la ragazza ritorna in Tunisia per riannodare i fili della sua storia familiare, rivelare la forza delle donne vittime di violenza e repressione.
Il razzismo è un altro dei temi che affronta da sempre e il suo libro dal titolo iconico, Il mio migliore amico è fascista, racconta le vicende dall’arrivo in Italia dalla Tunisia, della classe delle superiori in una scuola della periferia romana, quando per una geniale trovata dell’insegnante deve dividere il banco con un compagno dichiaratamente fascista, con risvolti e risultati inaspettati.
Nelle sue opere Takoua tratta di argomenti sempre rilevanti sul piano sociale e dei diritti umani: donne musulmane, rifugiati, razzismo, xenofobia; i suoi fumetti sono stati fin dagli esordi uno strumento per superare ostacoli, come nelle strisce che ne rivelarono il talento.
C’è un tratto autobiografico nella protagonista e personaggio che l’ha fatta diventare famosa. La ragazza allegra e ironica che porta il velo e vive comici equivoci e discriminazioni di Sotto il velo, testo ripubblicato nel 2022; agli inizi era una striscia a fumetti sulle difficoltà di una ragazzina musulmana con l’hijab, le somiglia molto, creata dall’artista sulle storie della quotidianità di una ragazza che ha liberamente scelto di portare il velo in Italia. L’autrice però non ha voluto darle «nome, cittadinanza né luogo di origine, perché ognuno, in ogni parte del mondo, si può identificare in lei».

Aver frequentato la scuola nella periferia romana tra pregiudizi e multiculturalismo, bullismo, problemi di inclusione e rispetto della diversità, sono state una palestra significativa; da qui ha preso letteralmente il volo verso successo e riconoscimenti: il Muslim International Book Award 2017, Premio speciale per miglior fumettista di seconda generazione 2018, Premio speciale come miglior graphic journalist all’Evens European Journalism Prize 2019, donna dell’anno per «D la Repubblica» e tra le 100 donne dell’anno per il settimanale «F» nel 2021.
Il futuro artistico e progettuale di Takoua Ben Mohamed si preannuncia sempre più fervido di successi e impegno. L’intento è di comunicare un messaggio significativo e rivoluzionario per le donne, unite, solidali e forti contro le limitazioni, siano hudud islamici o siano ostacoli comuni a ogni latitudine: unirsi, collaborare e difendere i valori universali, contro dittature e oppressioni, per le libertà e il rispetto di tutte le donne. Manifesto artistico e personale di una giovane disegnatrice poliedrica e transnazionale, per distruggere gli stereotipi, la cosa di cui abbiamo più bisogno.
In copertina: Takoua Ben Mohamed.
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Articolo di Giuliana Cacciapuoti

Insegna lingua e cultura araba e musulmana da oltre quarant’anni in Italia e all’estero. Pubblica su riviste accademiche e sul suo sito per presentare con uno sguardo non convenzionale le realtà del mondo islamico. Nel 2014 ha fondato GCCK Connecting Knowledge. Nel 2022 ha pubblicato il libro Donne musulmane: un ritratto contro stereotipi e luoghi comuni. Tra le socie fondatrici di Toponomastica femminile.

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