Un romanzo di attualità sulla depressione femminile

Dopo il bellissimo L’amore che non è, emozionante raccolta di racconti sulla violenza di genere, Gianpaolo Trevisi firma il suo primo romanzo, che prova a entrare nei meandri oscuri della depressione, ancora una volta di stampo femminile. Tema complesso e drammaticamente attuale, che l’autore affronta con delicatezza e riserbo, con un magistrale utilizzo dei silenzi e dei colori, delle parole e dei contorni, dove il non detto diventa svelamento, la mancanza di luce si fa rivelazione.
E se quel giorno ti avessi incontrato, appena uscito in libreria, è la storia di Anna, indiscussa protagonista del romanzo, che tenta di stare a galla in un’esistenza segnata dal dolore, fatta di colori e di grigio, di stra-vita e di non-vita, come lo stesso autore ama scrivere. È in una mattina come tante, mentre sale sul treno che la porta all’ospedale in cui lavora (da alcuni dialoghi presenti nel libro si capirà il motivo del suo trasferimento dalla corsia, dove faceva l’infermiera, alla burocrazia come impiegata), che la strada di Anna incrocia quella di Davide, giovane poliziotto pendolare. Inizia così, quasi per caso, una relazione tra i due che, viaggio dopo viaggio, imparano a conoscersi, a interpretare i reciproci sguardi, i silenzi, le narrazioni. Molto interessante, a caratterizzare lo stile narrativo, il gioco di presenze-assenze dei personaggi, a partire dall’amica Lalla, sempre nominata ma mai in scena, se non nell’ultima pagina del racconto, quella più intensa ed emozionante. Gioco che si ripropone più volte nelle ricerche sul treno del viso dell’amato o dell’amata, che portano l’infermiera e il poliziotto a sbirciare con trepidante attesa dietro ai quotidiani dei passeggeri o nei riflessi dei finestrini.
Da subito il lettore e la lettrice, invitati a salire sulla stessa carrozza dei protagonisti, si accorgono del carattere esuberante e aperto di Davide che però, da bravo investigatore, è anche dotato di una certa capacità di indagine interiore e non ci mette molto a cogliere, negli occhi di Anna, un velo di opacità che, di tanto in tanto, fa capolino dietro il sorriso. Stupisce quindi il fatto che, nonostante queste doti umane e professionali, il nostro poliziotto, sempre troppo coinvolto dalle conversazioni per essere pragmatico, non pensi mai a raccogliere indizi sulla reperibilità della sua compagna di viaggio: non un indirizzo, non un numero di telefono. Una svista, questa, che gli costerà cara e molto. Ma si sa, l’amore confonde e rende vulnerabili, avvicinando così il cuore di Davide a quello di Anna, che di confusione e fragilità è esperta sin da bambina.
La narrazione è ricca di piccoli indizi e ritualità che, tra le stazioni, dipanano la trama di una storia d’amore che a tratti si perde nel sogno, come quando i protagonisti immaginano di sposarsi a Portovenere, di avere una bambina, di fare un viaggio a Parigi o di vivere per sempre su una carrozza del treno, magari scoperchiandola come i bus turistici londinesi. Ma i sogni non sempre si realizzano, soprattutto se chi li fa nascere non ha neppure la forza di alzarsi al mattino, come accade ad Anna a intervalli più o meno regolari. Basterà l’amore a salvare la nostra protagonista dall’abisso del mal di vivere? Alla lettrice o al lettore curioso la possibilità di scoprirlo, scorrendo le pagine di questo romanzo bello e coraggioso, edito da Gabrielli.

Gianpaolo Trevisi
E se quel giorno ti avessi incontrato
Gabrielli Editori, Verona, 2023
pp. 160

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Articolo di Chiara Baldini

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Classe 1978. Laureata in filosofia, specializzata in psicopedagogia, insegnante di sostegno. Consulente filosofica, da venti anni mi occupo di educazione.

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