Doris Lessing. Nobel per la Letteratura

«Cantrice dell’esperienza femminile che con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa».

Genitori di Doris Lessing

Doris May Taylor in Lessing nasce nel 1919 in Persia da genitori inglesi (il padre era un reduce di guerra vittima di alcune amputazioni) e si sposta con la famiglia in Rhodesia (attuale Zimbabwe).

Qui frequenta una scuola cattolica e un liceo per ragazze, ma a tredici anni abbandona la scuola e poi anche la famiglia a causa di un difficile rapporto con la madre, che avrà una forte influenza nella sua carriera di scrittrice.

Doris Lessing da bambina con la madre e il fratello

Studia da autodidatta nella famiglia dove a quindici anni va a fare la bambinaia. Diventa centralinista, si sposa due volte e due volte divorzia; il secondo marito è Gottfried Lessing, di cui prende il cognome e ha tre figli.
Il suo attivismo politico e sociale inizia dopo il primo divorzio. Nel 1943 si iscrive al Partito Comunista ma soprattutto sposa la causa africana, contro il colonialismo e la supremazia dei bianchi, anche se ciò le costerà nel 1956 l’essere bandita dallo Zimbabwe (dove potrà tornare solo nel 1995).

Giovane Doris Lessing

Il suo primo romanzo, L’erba canta, viene pubblicato a Londra nel 1950 (anno del secondo divorzio), dopo il suo trasferimento in Europa.

Nel 2001 fu premiata con il Premio Principe delle Asturie nella categoria Letteratura per le sue opere in difesa della libertà e del Terzo mondo e il Premio Grinzane Cavour.
Ha ricevuto inoltre il David Cohen British Literature Prize.

Nel 2007 è la volta del premio Nobel per la letteratura. Ai giornalisti che si recarono davanti casa sua per intervistarla, rispose: «Erano trent’anni che lo aspettavo. La gente che non ha sentito parlare di me, adesso, andrà a comprare i miei libri. È una bella cosa, guadagnerò un po’ di soldi». Doris Lessing era così, ironica, tagliente, spietatamente sincera.

In realtà il suo romanzo Il taccuino d’oro (che la fece entrare nella rosa dei candidati al Nobel nel 1996) è considerato un classico della letteratura femminista, ma Lessing non ha mai amato essere considerata un’autrice femminista.

Doris Lessing

Al riguardo ha espresso chiaramente il suo pensiero:
«Quello che le femministe vogliono da me è qualcosa che loro non hanno preso in considerazione perché proviene dalla religione. Vogliono che sia loro testimone. Quello che veramente vorrebbero dirmi è “Sorella, starò al tuo fianco nella lotta per il giorno in cui quegli uomini bestiali non ci saranno più”. Veramente vogliono che si facciano affermazioni tanto semplificate sugli uomini e sulle donne? In effetti, lo vogliono davvero. Sono arrivata con grande rammarico a questa conclusione».

La produzione letteraria di Doris Lessing è vastissima, ha scritto più di cinquanta romanzi, e comprende i più diversi generi letterari: romanzi realistici, romanzi di fantascienza, racconti, opere teatrali, saggi, memorie autobiografiche e anche una serie di romanzi e brevi racconti sui gatti. Oltre ad avere sperimentato i vari generi letterari ha affrontato anche le tematiche più diverse, precorrendo temi e modalità espressive, ma anche problematiche.

Le sue prime opere furono soprattutto dedicate alle tematiche sociali e alla segregazione razziale nello Zimbabwe. Successivamente ha affrontato temi intimamente umani e in particolare il ruolo delle donne nella società. Il taccuino d’oro, del 1962, racconta di Anna Wulf, madre single e lavoratrice, senza tabù nel narrare di mestruazioni, orgasmi, sesso, relazioni, svelando tutto ciò che in qualche modo allora faceva parte della vita segreta delle donne, quasi come se fossero cose inesistenti.
Il quinto figlio, del 1988, invece, sconfessa l’immagine della mamma amorevole, rompe lo stereotipo della maternità come momento sempre felice oltre che come momento unico per la realizzazione delle donne e anche questo è un forte atto di rottura.
Il racconto Le nonne, uno dei suoi ultimi scritti, trasposto per il cinema nel film Two mothers, affronta un altro tema vietato: racconta di due amiche che si innamorano l’una del figlio dell’altra diventando entrambe delle figure di riferimento nelle vite dei due uomini anche quando sono adulti.
Nella serie I figli della violenza, scritta durante gli anni Cinquanta, spiccano i primi due: Martha Quest e Un matrimonio per bene in cui l’autrice racconta la storia di Martha, nel primo durante la fase della giovinezza e nel secondo di un matrimonio e una vita coniugale difficile.
Il diario di Jane Somers, del 1983, è un romanzo intenso e commovente in cui la protagonista, cinquantenne di successo, riguarda alla sua vita dopo l’amicizia con Maude, una vicina novantenne. «D’altra parte alcune settimane fa io non mi rendevo nemmeno conto dell’esistenza degli anziani. I miei occhi venivano attratti dalle persone giovani, belle, eleganti, piacevoli, e vedevo solo quelle. Ora è come se un velo fosse stato steso su quelle immagini, e sopra il velo, tutt’a un tratto, ci sono i vecchi, i malati».

Doris Lessing

È del 1985 La brava terrorista. Sembra incredibile come con il titolo l’autrice sia riuscita a rendere la complessità della protagonista e la particolarità della sua situazione: vive in una casa con dei terroristi, con loro non condivide manifestazioni, picchetti e discussioni ma si occupa di tenere in ordine la casa, trovare i soldi per apportare migliorie, lavare, cucinare, insomma prendersi cura del gruppo. E mentre gli altri e le altre pensano alla rivoluzione lei ricorda la sua vita passata, quando la sua famiglia era unita e la sua casa accogliente. E non riesce a condividere la violenza programmata dal gruppo.

E poi c’è la serie di fantascienza, Canopus in Argos, scritta all’inizio degli anni Ottanta, che comprende cinque romanzi. Non sono fra i suoi romanzi più noti, ma sono stati da lei molto amati anche perché le hanno permesso di essere conosciuta tra il pubblico più giovane. Si tratta di romanzi comunque intrisi di temi spirituali e mistici del Sufismo, una corrente di pensiero islamica a cui Doris Lessing si era interessata durante la metà degli anni Sessanta.

Muore a Londra, nel sonno, il 17 novembre 2013 all’età di 94 anni.

Vienna, Vitoria-Gasteiz, Gundelsheim e Copenaghen sono state le prime città a intitolarle strade.

Qui le traduzioni in francese, inglese, spagnolo e ucraino.

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Articolo di Donatella Caione 

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Editrice, ama dare visibilità alle bambine, educare alle emozioni e all’identità; far conoscere la storia delle donne del passato e/o di culture diverse; contrastare gli stereotipi di genere e abituare all’uso del linguaggio sessuato. Svolge laboratori di educazione alla lettura nelle scuole, librerie, biblioteche. Si occupa inoltre di tematiche legate alla salute delle donne e alla prevenzione della violenza di genere.

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