Ada Lifshitz Yonath. Nobel per la chimica

Ha vinto il Premio Nobel per la chimica nel 2009, insieme a Thomas Arthur Steitz e a Venkatraman Ramakrishnan per gli studi sulla struttura e la funzione dei ribosomi, che sono complessi macromolecolari responsabili della sintesi proteica; questo riconoscimento comprende tre primati: è la prima cittadina israeliana a vincere un Nobel, ma anche la prima premiata mediorientale e la prima donna dopo Dorothy Crowfoot Hodgkin nel lontano 1964 ad ottenere il Premio per la chimica.

Ada Yonath

Ada Lifshitz Yonath è nata a Gerusalemme il 22 giugno 1939 da genitori sionisti, arrivati dalla Polonia ancora prima che fosse fondato lo Stato di Israele. Il padre era rabbino, proveniente da una famiglia di rabbini, ma nella nuova patria per sopravvivere aprì un modesto negozio di generi alimentari. La bambina crebbe in un quartiere popolare, fra difficoltà economiche, che tuttavia cercava di superare grazie allo studio e alla lettura. Potè comunque frequentare buone scuole e, con il trasferimento a Tel Aviv dopo la morte del padre, avvenuta quando aveva solo dieci anni, entrò in un istituto superiore che riusciva a pagare dando lezioni di matematica; essendo una studente brillante e rigorosa, attirò la stima della docente Zvi Vinitzky che la incoraggiò e l’aiutò economicamente. Ha raccontato in varie occasioni di aver avuto presto la passione per la ricerca, rischiando anche di farsi del male: nei suoi esperimenti casalinghi si ruppe un braccio misurando l’altezza di un balcone e appiccò un fuoco con il cherosene. Ma ha pure ricordato la condizione di indigenza in cui si trovava con la madre e la sorella: «Sopravvivere è molto più faticoso che fare scienza. Nella scienza puoi sempre cambiare approccio se una strategia fallisce. Ma quando hai fame, hai fame!».

Nel 1962, dopo aver frequentato la facoltà di Chimica a Gerusalemme, ottenne la laurea e due anni dopo si specializzò in Biochimica. Nel 1968, nel prestigioso istituto Weizmann che poi avrebbe diretto, prese un’altra specializzazione in Cristallografia. Nel 1969 entrò con incarichi post-laurea alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh e l’anno dopo al Mit (Cambridge, Massachusetts) dove lavorava con il prof. William Lipscomb, futuro Nobel per la chimica (1976), con la cristallografia delle proteine che utilizza i raggi X per determinare la struttura tridimensionale delle molecole.

Ada in laboratorio

Aveva la figlia piccola eppure lavorava giorno e notte, grazie all’asilo nido dell’Università. Rientrata in patria, vi si stabilì per una diecina di anni e creò dal nulla il primo laboratorio di cristallografia di Israele; il suo obiettivo era quello di studiare i ribosomi, impresa nella quale famosi scienziati avevano fallito a causa della loro natura estremamente instabile. Come a tanti e tante visionarie, che si prefiggono una meta apparentemente impossibile, anche a lei veniva dato della pazza; è stato come scalare l’Everest, ha detto una volta, soltanto che, quando sei in cima, ti accorgi che ci sono tante altre montagne da superare. In quel periodo una brutta caduta le procurò una frattura, così, durante l’immobilità, lesse molto e scoprì qualcosa di interessante a proposito degli orsi polari che, durante il letargo, “conservano” i ribosomi integri, per riutilizzarli al risveglio. Nel 1980 Ada produce un cristallo di ribosoma, il primo al mondo; sembra però un successo effimero perchè i raggi X danneggiano i cristalli e li rendono inutilizzabili; ancora anni di ricerche finché nel 1987 utilizza la crio-cristallografia, consistente in un processo di raffreddamento dei biocristalli, che li rende stabili e riduce i possibili danni causati dai raggi X.

Intanto non cessava di fare nuove esperienze e di proseguire gli studi in altri ambienti: nel 1979 si trasferì a Berlino, presso il Max Planck Institute; si trattenne per quattro anni e poi volò all’Università di Chicago, come visiting professor; dal 1986 al 2004 rientrò in Europa per lavorare al Max Planck Institute di Amburgo, pur continuando le ricerche al Weizmann. Ancora oggi dirige a Rehovot, in Israele, l’Helen and Milton A. Kimmelman Center for Biomolecular Structure and Assembly del Weizmann Institute of Science, uno dei centri di ricerca scientifica più importanti al mondo. Oltre agli studi sui ribosomi che l’hanno portata al massimo traguardo, va segnalata un’altra attività molto importante, ovvero quella relativa agli antibiotici e al loro rapporto con i ribosomi, insieme a specifiche analisi sugli effetti delle droghe e all’utilizzo di tecniche innovative.

Ada all’inaugurazione dell’assemblea nazionale dell’Ecuador

Lunghissimo l’elenco di premi ricevuti, sia prima che dopo il Nobel: nel 2002 Harvey Prize e Israel Prize, nel 2004 Massry Prize e la medaglia d’oro Paul Karrer, nel 2005 Louisa Gross Horwitz Prize; nel 2006 il Premio Wolf per la chimica, il Rothschild Prize e The Emet Prize per l’arte, la scienza e la cultura, nel 2007 il premio intitolato a Paul Ehrlich e Ludwig Darmstaedter; nel 2008 L’Oréal-Unesco Award for Women in Science, nello stesso anno l’Albert Einstein World Award of Science per i contributi pionieristici alla biosintesi delle proteine nel campo della cristallografia dei ribosomi e per l’introduzione di nuove tecnologie nella crio-bio-cristallografia. Nel periodo successivo al Nobel, riconoscimento salutato con entusiasmo dalla stampa e dalla popolazione israeliana, è stata accolta in prestigiose istituzioni europee e ha ricevuto la medaglia di Marie Curie (2011) dalla Società chimica polacca; papa Francesco l’ha nominata membro della Pontificia accademia delle scienze il 18 ottobre 2014.

Nel rilasciare una intervista dal titolo “La resistenza delle idee” al giornalista italiano Luca Tancredi Barone per il manifesto (15 agosto 2015) ha affermato: «La società non incoraggia certo a diventare scienziate. Perché è troppo “difficile”, è “da maschi”… Guarda, guarda quel balcone dove quel bambino piange sempre. È che sua madre fa la scienziata. Oppure: la vedi? è così brutta che può fare solo la professoressa. Oggi non si usa più dire alle figlie: non fare la scienziata, ma la società ha modi più sottili per scoraggiarti. In linea di massima, la scienza non è più dura della politica, del ballo o dello sport. Ma la scienza si può fare anche senza competizione… a livello di mole di lavoro, non so. La scienza è molto esigente, con donne e uomini, è travolgente. Ma non più della politica». A proposito di vita privata e di conciliazione fra carriera e famiglia, lei stessa, mentre era giovane e al culmine dell’attività, ebbe una figlia, Hagit, oggi medica di professione, che l’ha resa nonna di una ragazza, Noa. Un nucleo familiare segnato dunque dalle donne che hanno avuto un grande ruolo sia nel sostenersi reciprocamente sia nel progettare in autonomia la propria vita, ma anche favorito da incontri fortunati con altre donne, come l’insegnante di Ada e la generosa filantropa Caroline Davis Kimmel (con il marito Sidney).

Qui le traduzioni in francese, inglese, spagnolo, ucraino.

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Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.

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