Tra pochi giorni si celebrerà, come ogni anno, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre.
Questa ricorrenza fu istituita ufficialmente dall’Onu nel 1999, in onore di Maria Argentina Minerva, Aida Patria Mercedes e Antonia Maria Teresa Mirabal, soprannominate “Las Mariposas” (“le farfalle”). Le sorelle Mirabal e i loro mariti si batterono per i diritti delle donne e cospirarono contro la dittatura di Rafael Trujillo, nella Repubblica Dominicana, fondando il gruppo clandestino “Movimento 14 giugno”. Grazie al loro attivismo, continuato anche nonostante alcuni periodi di prigionia, Las Mariposas diventarono un incubo per il dittatore. Trujillo decise di eliminarle, escogitando l’assassinio in modo da farlo sembrare un incidente stradale, per non inimicarsi ulteriormente l’opinione pubblica nazionale e internazionale. Gli agenti segreti militari al servizio del tiranno tesero quindi un’imboscata alle sorelle Mirabal il 25 novembre del 1960, quando le catturarono, torturarono, violentarono e uccisero. I loro corpi furono poi ritrovati in fondo a un burrone. Tuttavia, i connazionali delle Mariposas capirono subito la verità sul loro omicidio, le tre sorelle vennero viste come martiri per la libertà e l’indignazione dell’intero Paese salì. Nel 1961 il dittatore Trujillo fu assassinato e il periodo del regime finì.
In seguito alla prima assemblea internazionale delle donne latinoamericane e caraibiche avvenuto nel 1981, venne deciso che il 25 novembre sarebbe stata la data simbolica per celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, proprio per onorare la memoria delle sorelle Mirabal, portata avanti anche dall’unica loro sorella sopravvissuta, Belgica Adele (soprannominata Dedé).

Furono scelte, poi, come simbolo della Giornata, le scarpe rosse allineate nelle piazze, cui sono legati i nomi delle vittime di violenza purtroppo sempre in aumento, per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa piaga sociale ancora da abbattere. Le scarpe rosse furono usate per la prima volta nel 2009 in Texas, dall’artista messicana Elina Chauvet, per la sua installazione intitolata Zapatos Rojos (“scarpe rosse”, appunto). Chauvet usò quest’opera soprattutto per ricordare la sorella morta per mano del marito, oltre alle centinaia di vittime assassinate nella città in cui vivevano. Tale installazione venne poi replicata in diverse piazze e luoghi pubblici in quasi tutto il mondo.

In Italia, il 25 novembre si svolgono moltissime manifestazioni nazionali contro la violenza sulle donne e di genere, promosse dalle associazioni e dai centri antiviolenza. Anche nella città di Lodi si svolgeranno importanti eventi per la Giornata, di cui una delle iniziative più significative sarà quella promossa dall’associazione Rumorossə. Il nome di questo gruppo è derivato dalla parola rumore, in quanto si propone di far sentire la voce di tutte e tutti, contro il pregiudizio e contro il silenzio, il peggior nemico delle donne. Per tale scopo, già l’anno scorso, l’associazione era stata promotrice del “corteo rumoroso” per le vie di Lodi, dove le/i partecipanti erano invitati a portare vari oggetti da usare come “strumenti” per fare più rumore possibile. Il corteo è poi terminato in piazza Castello, dove si svolgevano altre iniziative.



Noi di Toponomastica femminile abbiamo chiesto ad Elisa De Santis, attivista di Rumorossə, quali sono i progetti alla base di questa iniziativa. Una delle idee principali è che ogni persona possa esprimersi, anche attraverso l’arte, grazie alla quale si possono trasmettere messaggi importanti, pertanto quest’anno è stato coinvolto il Liceo Artistico Callisto Piazza di Lodi. Le e gli studenti parteciperanno all’evento usando i propri talenti, per realizzare ben 70 manifesti che rifletteranno sulla cultura che sostiene la violenza, con la rappresentazione di temi quali il linguaggio sessista nei mass media, la “teoria del gender”, la discriminazione, il consenso e il controllo. I manifesti verranno esposti in alcuni spazi della città, dal 19 al 29 novembre 2023, in particolare verranno messi in mostra il 25 novembre in piazza della Vittoria. Inoltre, sempre da piazza della Vittoria il 25 novembre, partirà anche il “corteo rumoroso”, dove le manifestanti parteciperanno con canti e slogan, facendo rumore il più possibile. Si svolgeranno poi dei giochi per sensibilizzare sul tema del consenso, del linguaggio e dell’oppressione patriarcale. Infine, anche quest’anno non mancherà l’installazione di più di 80 scarpe rosse in memoria delle vittime di femminicidio, uccise dall’inizio del 2023.


A sostegno dell’evento hanno aderito, oltre al Comune di Lodi e al Liceo Artistico Callisto Piazza, moltissime associazioni, insieme all’Orsa Minore con il centro antiviolenza “La metà di niente” di Lodi, perché fare rete e darsi forza a vicenda è fondamentale per cambiare la cultura maschilista e patriarcale, principale causa della violenza contro le donne. È stato attivato poi un crowdfunding per sostenere le spese, ma soprattutto promuovere e diffondere il messaggio del 25 novembre: https://it.ulule.com/contro-la-violenza-facciamo-rumore/?utm_campaign=presale_176989&utm_source=shared-from-Ulule-success-modale-on—http.referer–&utm_medium=uluid_5362439-post-202311140343
In copertina: il corteo Facciamo rumore del 25 novembre 2022.
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Articolo di Marianna Milano

Nata il 2 giugno a Milano, sta conseguendo la laurea in Lingue, Lettere e Culture comparate all’Università L’Orientale di Napoli. I suoi interessi sono soprattutto la letteratura orientale, l’arte in tutte le sue sfumature, tra cui fotografia, cinematografia e critica. Ha svolto volontariato presso le associazioni Viva Vittoria e La metà di niente.
