Donne che hanno fatto la storia

Il mese di novembre a Lodi si apre con le intitolazioni a tre donne esemplari: una rotatoria dedicata all’attivista per i diritti civili Aletta Jacobs; una strada, alla partigiana Luigia Mazzini Folli, e un parco, alla scienziata e pedagogista Maria Montessori. Un itinerario ideale di conoscenza di figure femminili famose e familiari o meno note, ma testimoni di valori e talenti. Tre figure femminili capaci di lasciare un segno importante, la cui memoria ci induce a percorrere strade di inclusione, equità, giustizia e libertà.

Sono intitolazioni proposte da diverse scuole del Lodigiano, Ic Francesco Cazzulani, Itet Agostino Bassi, Liceo Maffeo Vegio, Ips Luigi Einaudi, che negli ultimi anni scolastici hanno partecipato al Concorso Sulle vie della parità indetto dall’associazione nazionale Toponomastica femminile e sostenute da Snoq Lodi, diverse altre associazioni, e dall’amministrazione comunale di Lodi, da sempre sensibili e vicine alla nostra realtà.
Nel 2012, il primo anno di collaborazione con Tf, racconta Danila Baldo, ora vicepresidente dell’associazione, solo 17 su 197 strade della nostra città erano dedicate a figure femminili, oggi la situazione è migliorata, ma resta ancora molto da fare. Questa pesante assenza nega il ruolo fondamentale che le donne hanno avuto in diversi campi del sapere – storico, scientifico, economico, politico, artistico in tutte le sue manifestazioni – e non permette alle ragazze di identificarsi con modelli femminili in ambiti diversi da quelli familiari o di lavori di cura.
L’itinerario ha preso avvio il 10 novembre con l’intitolazione della rotatoria Aletta Jacobs, pacifista, attivista olandese impegnata nella lotta per il suffragio femminile. Fu la prima donna in Olanda a conseguire una laurea, la prima a diventare medica e la prima a ricevere il dottorato. Rimane un modello per la difesa dei diritti di tutte le donne.
Qui un articolo su Vv che ne presenta la biografia.

Studenti leggono la storia di Aletta Jacobs
Da sinistra: la docente Elvira Risino, studenti, assessora alle Pari opportunità delComune di Lodi Manuela Minojetti

È proseguito il 17 novembre con l’intitolazione di una via a Luigia Mazzini Folli, donna lodigiana, impegnata politicamente, resistente partigiana, che ha messo a rischio la propria vita, come ci ha raccontato durante la cerimonia la nipote Marinella Fiume, ospitando dei prigionieri inglesi, in nome dei valori di libertà e solidarietà, principi fondanti la storia di tutti i tempi e altamente attuali per contrastare ogni forma di oppressione e prevaricazione. Deportata nel lager femminile di Ravensbrück, riuscirà a tornare a casa alla fine della guerra. Un esempio di grande onestà intellettuale, sincerità e coraggio.

Il momento dello svelamento della targa. In primo piano a sinistra la vicesindaca Laura Tagliaferri
e a destra la nipote Marinella Fiume

Il percorso si è concluso sabato 18 novembre, con l’intitolazione del Parco Maria Montessori. Sembra quasi impossibile che una donna di tale importanza non avesse ancora uno spazio pubblico a lei dedicato in città, come sottolineato da Katia Menchetti e Sylvie Kaminski del movimento Snoq Lodi. Medica, femminista, riformatrice sociale, pedagogista, educatrice, è ancora oggi una delle donne più ammirate, influenti e controverse fra XIX e XX secolo. Una donna che va ricordata nel giusto valore di impegno professionale e sociale, esempio di realizzazione femminile e, in questo momento storico, segnato da conflitti ad alta intensità nel mondo, anche di pacifista. «La pace – scriveva nel 1936 Maria Montessori – è una meta che si può raggiungere attraverso l’accordo e due sono i mezzi che conducono a questa unione: uno è lo sforzo immediato di risolvere senza violenza i conflitti, vale a dire di eludere le guerre; l’altro è lo sforzo prolungato di costruire stabilmente la pace tra gli uomini. Ora, evitare i conflitti è compito della politica, costruire la pace è compito dell’educazione». Sulla sua tomba troviamo scritto: «Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo».

Il momento dello svelamento della targa, con rappresentanti istituzionali e delle associazioni

Il prof. Benedetto Scoppola, presidente dell’Opera nazionale Montessori – ente con sede a Roma, fondato proprio da Maria Montessori nel 1924 per trasmettere il patrimonio storico e scientifico del suo metodo, garantendone l’identità ideale e pratica – non potendo presenziare alla cerimonia, ha fatto pervenire il suo saluto, esprimendo in questo modo le congratulazioni per l’intitolazione: « Gentili associazioni, mi dispiace non essere con voi in questa speciale occasione nella quale un parco viene intitolato alla grande scienziata Maria Montessori, nata nel 1870 a Chiaravalle (AN). Il compito dell’Istituzione che presiedo è quello di diffonderne e tutelarne il pensiero e le pratiche educative.
Rivolgo a tutte le persone presenti un caloroso saluto e condivido con voi una breve considerazione sul metodo Montessori. Inoltre, desidero sottolineare l’importanza di iniziative come questa che è stata promossa da numerose associazioni e accolta positivamente dal Comune di Lodi.
Il metodo Montessori nasce nel 1907 a Roma: diffusosi e studiato rapidamente in tutto il mondo, consolidatosi, vivente la sua Autrice, nella esperienza e nel suo fondamento scientifico, sopravvive felicemente alle altre correnti e scuole pedagogiche ormai scomparse, mentre le nuove a esso si ispirano o tentano di imitare.
Il metodo è oggi accettato e applicato ovunque a livello internazionale. Tale fenomeno, non dovuto a una moda, è strettamente dipendente dalle conferme che riceve dalla ricerca scientifica contemporanea, sotto l’aspetto biologico e psicologico. In particolare, quanto oggi affermato dalle neuroscienze riguardo al modo in cui il cervello rappresenta i numeri è in assoluta sintonia con i materiali proposti da Montessori per l’apprendimento della matematica.
Come è noto, Maria Montessori è tra i nomi più illustri della cultura pedagogica mondiale, le sue opere sono state tradotte in 36 lingue e pubblicate in 56 paesi, il nome stesso di Maria Montessori è sempre più sinonimo di “educazione nuova” fondata sulla conoscenza scientifica del bambino, sul rispetto dei suoi diritti: una educazione alla libertà attraverso la libertà, una educazione alla pace.
A nome mio e del Consiglio direttivo dell’Opera nazionale Montessori ringrazio quanti si sono adoperati per raggiungere il traguardo che viene oggi festeggiato».

***

Articolo di Monica Rossi

Laureata in Lettere moderne a indirizzo storico-artistico, insegno Italiano e storia al liceo “Maffeo Vegio” di Lodi. Sono appassionata di arte e da anni esercito anche l’attività di Guida turistica e collaboro con associazioni locali per promuovere il territorio Lodigiano.


Fotoreportage di Giulia Bortolini, © Lo Sguardo Di Giulia

Mi occupo di fotografia, progetto e realizzo mostre fotografiche a tema, videoreportage (personali e su richiesta), docuvideo, videolezioni per le scuole, locandine, gestisco social media, disegno Màndala. Attivista di Se Non Ora Quando? Lodi e associata di Toponomastica femminile.

Lascia un commento