Abbattere le barriere della disabilità. Alla scoperta dell’India

Chi non ha mai desiderato almeno una volta nella vita di partire alla scoperta dell’India? Ci si può perdere tra i banchetti colorati dei mercatini, accompagnati dall’odore pungente delle spezie e dal vociare allegro della popolazione, o visitare la calma dei templi, per entrare a contatto con la propria essenza e con il proprio io interiore; la cultura del posto è tanto eterogenea da riuscire a soddisfare ogni tipologia di viaggio immaginabile.
Nella puntata del podcast di Rai Radio 3 Lovely Planet si parla del lungo percorso di Simona Anedda alla scoperta dello Spirito dell’India. Attualmente blogger, per lei il viaggio rappresenta una vocazione, un amico fedele che le stringe la mano anche – e soprattutto – da quando ha scoperto di soffrire di sclerosi multipla più di dieci anni fa.
Ispirata dal libro Un altro giro di giostra. Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo di Tiziano Terziani, nel 2017 ha deciso di partire e, grazie a una raccolta fondi, ha potuto trascorrere cinque lunghi mesi tra Nepal, Indonesia e India, in compagnia della sua sedia a rotelle elettrica e armata di una grande voglia di immergersi nella cultura orientale e di abbattere le barriere della disabilità. L’itinerario su cui si è soffermata è quello alla scoperta dell’India, di un grande Paese che ha conquistato il suo cuore, dove ha trascorso circa quaranta giorni e ha vissuto tante esperienze uniche ed emozionanti. Una fra tante il periodo di Holi, la festa dei colori, in cui si usa lanciare polveri colorate e lasciarsi imbrattare, divenendo tavolozze variopinte e gioiose.

Varkala

Tornando al viaggio, arrivata all’aeroporto di Thiruvananthapuram – o Trivandrum – si è diretta in uno dei tanti centri ayurvedici presenti a Varkala, per intraprendere un percorso di cure e seguire una routine speciale, che comprendeva anche un rigido piano alimentare di tre pasti al giorno: colazione leggera, pranzo e cena a base di riso o di chapati – variante indiana della nostra piadina − accompagnata da legumi e verdure. La terapia, due volte al giorno, si basava su particolari tecniche, come massaggi con olio caldo e con carne di capra, volte a garantire benessere psichico, fisico e spirituale dell’individuo.

Slum di Bangalore

Da Varkala, dopo venti ore di treno, arriva a Bangalore, dove è stata ospite presso una congregazione, con la quale ha visitato le zone più povere della città ed è stata accolta nelle case e nelle chiese di chi, nonostante non avesse nulla, l’ha circondata con calore e generosità; divenendo un po’ un’attrazione per grandi e piccini con la sua sedia a rotelle tecnologica, ha potuto toccare con mano quanto la disabilità in India sia vissuta in un’altra maniera, costringendo gli individui a una vita ai margini della società, abbandonati a sé stessi e mendicando.

Con il cuore colmo da questi incontri, si è diretta in volo a Varanasi, per poter vivere un’altra incredibile esperienza: navigare all’alba sul Gange1, fiume sacro agli Indù e alla popolazione indiana. Nonostante la città sia caratterizzata da imponenti e ripide scalinate, con l’aiuto di giovani del posto è riuscita a salire sulla barca e a percorrere il maestoso fiume illuminato dal rossore delle cinque del mattino. Il viaggio è poi continuato alla scoperta di Delhi e di Agra, tappa obbligatoria per ammirare il sontuoso Taj Mahal2, mausoleo patrimonio dell’Unesco, nonché una delle sette meraviglie al mondo. Qui, purtroppo, Simona Anedda ha dovuto affrontare il primo ostacolo del suo lungo itinerario: la non accessibilità alle persone disabili. O meglio, la mancanza di attrezzature per far entrare tetraplegici e paraplegici in autonomia. Infatti, per non contaminare l’interno del mausoleo, è vietato l’ingresso alla sedia a rotelle proveniente da fuori e, nonostante la legge preveda che la struttura debba fornirne una “adeguata alle regole”, ciò non è avvenuto. La disavventura della viaggiatrice e blogger ha però smosso le acque, con un’intervista apparsa addirittura sul quotidiano di Delhi, nella speranza che la sua sfortuna si tramuti in fortuna per chi verrà dopo.

Jaipur

Proseguendo lungo l’itinerario percorso da Simona Anedda, si giunge in Rajasthan e a Jaipur, due realtà vivaci e particolari dell’India. Protagonisti i colori e i numerosi mercatini che riempiono le strade cittadine, luogo perfetto per comprare qualche souvenir: incensi, cavigliere, abiti tipici, sciarpe e sete brillanti non potranno mancare nella vostra valigia, per assicurarvi un pezzettino di questo Paese meraviglioso sempre con voi. Inoltre, nei pressi di Jaipur è possibile fare un giro in elefante e familiarizzare con questi maestosi animali in un’oasi pacifica, dove vivono in libertà, esperienza unica nel suo genere.

Varanasi

Il viaggio alla scoperta dello spirito dell’India non si è limitato a monumenti e attrazioni naturali, la parte più importante è stata infatti la visita a luoghi sociali e culturali poveri, dove a emergere è stato il reale spirito della nazione, all’insegna di ospitalità ed emozioni intense. Oltre alle sopracitate zone meno fortunate di Bangalore, Simona Anedda si è diretta in più realtà in giro per l’India, per conoscere le reali condizioni della popolazione autoctona e vivere con essa alcuni momenti della giornata. È il caso della visita a una scuola di ragazze e ragazzi autistici a Trivandum, che le ha riservato una calorosa accoglienza, accompagnata da rappresentazioni teatrali e musicali. O ancora, menzione speciale va alla Scuola Universale Alice Project, a Sarnath – situata non molto lontano da Varanasi – nella regione dell’Uttar Pradesh. Unica in India, apre le porte a ragazzi e ragazze provenienti da villaggi lontani che, senza questa struttura, non potrebbero studiare. Varanasi è anche ricca di orfanotrofi, nei quali Simona è entrata a stretto contatto con bambine e bambini ospitati e con le loro usanze, arrivando a gustare riso, chapati e masala dosa – una sorta di crêpe – seduta a terra e senza l’utilizzo delle posate.

Alla fine della puntata del podcast, Simona Anedda regala qualche consiglio alle future viaggiatrici e ai futuri viaggiatori, circa cucina e mezzi di trasporto. Bisogna stare attenti alle spezie, sempre molto spicy e presenti nella quasi totalità dei piatti tipici della cultura indiana. Per quanto riguarda i trasporti, è preferibile utilizzare taxi e Uber per gli spostamenti di breve durata – per quelli lunghi meglio prediligere aerei o treni con vagoni letto – e per addentrarsi tra le stradine delle città è comodo scegliere i tuk tuk3, tipici del posto.

Ovviamente, tutto l’itinerario è percorribile anche da persone con disabilità, bisogna solo sapersi adattare alle circostanze e lasciarsi trasportare dallo spirito locale.

La puntata integrale del Podcast Lovely Planet di rai Radio 3 è disponibile al seguente link: https://www.raiplaysound.it/audio/2022/12/Lovely-Planet-del-30122022-f5ce0bd5-26d5-4ba6-ad88-4b62a4c0180e.html

In copertina: Taj Mahal.

  1. Fiume Gange
    Il fiume Gange, conosciuto anche come Ganga o Ganges, è uno dei fiumi più sacri e significativi dell’India, nonché uno dei più importanti al mondo. Si estende per circa 2.525 chilometri attraverso il subcontinente indiano, fluendo dallo stato dell’Uttarakhand, nell’Himalaya, fino alla Baia del Bengala nel Bangladesh. La sua importanza culturale, religiosa, economica e ecologica è straordinaria e profonda, e ha influenzato la vita di milioni di persone per migliaia di anni.
    Significato Religioso:
    Il Gange è considerato sacro in molte religioni, in particolare nell’induismo. Molti hindu credono che il fiume sia la manifestazione fisica della dea Ganga, e i credenti si immergono nelle sue acque per purificarsi dai peccati. Ci sono numerose città sacre lungo il corso del Gange, tra cui Haridwar, Varanasi e Allahabad, che ospitano pellegrinaggi e rituali religiosi.
    Sostenibilità Ecologica:
    Nonostante la sua sacralità, il Gange è afflitto da gravi problemi ambientali. L’inquinamento delle acque è un problema diffuso, con scarichi industriali, agricoltura intensiva e rifiuti non trattati che contribuiscono all’inquinamento. Il governo indiano ha avviato sforzi per ripulire il fiume tramite il “Programma Nazionale di Ripristino del Gange,” ma il problema è ancora molto complesso da risolvere completamente.
    Ruolo Economico:
    Il Gange è stato una via di trasporto cruciale per le persone e le merci per secoli. Ancora oggi, molte città lungo il suo corso sono importanti centri commerciali e industriali. Inoltre, il delta del Gange nel Bangladesh è uno dei territori più fertili al mondo, contribuendo significativamente alla produzione di riso, grano e juta.
    Problematiche Attuali:
    Oltre all’inquinamento, il Gange è minacciato dalla riduzione del flusso d’acqua dovuta alla deforestazione, all’escavazione di sabbia e alla gestione inadeguata delle risorse idriche. Questi problemi mettono a rischio non solo la biodiversità del fiume ma anche la sicurezza alimentare di milioni di persone che dipendono dalle terre alluvionali del delta.
    Progetti di Salvaguardia:
    Per proteggere il Gange, sono stati intrapresi sforzi significativi. Il governo indiano e numerose organizzazioni non governative lavorano insieme per ripulire il fiume, migliorare il trattamento delle acque reflue e promuovere pratiche agricole sostenibili. Progetti come “Namami Gange” cercano di coinvolgere la comunità e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del fiume e della sua salvaguardia.
    In conclusione, il fiume Gange è un simbolo iconico dell’India, una fonte di ispirazione spirituale e una risorsa economica vitale. Tuttavia, affronta sfide significative legate all’inquinamento e alla gestione delle risorse idriche, che richiedono un impegno continuo da parte delle autorità e della società per garantirne la sopravvivenza e la vitalità per le generazioni future. ↩︎
  2. Taj Mahal – una meraviglia del mondo
    Storia:
    Il Taj Mahal, il cui nome può essere tradotto come “il palazzo della corona”, è un mausoleo situato ad Agra, nello stato dell’Uttar Pradesh, in India. È uno dei monumenti più famosi al mondo e un’icona della bellezza architettonica e della storia indiana.  Il Taj Mahal fu costruito tra il 1632 e il 1653 dall’imperatore moghul Shah Jahan in memoria della sua sposa preferita, Mumtaz Mahal, che morì durante il parto del loro quattordicesimo figlio. Il mausoleo è considerato un simbolo d’amore eterno e di perfezione architettonica. Nel 1983, il Taj Mahal è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.
    Desing e struttura:
    Il Taj Mahal è stato costruito principalmente in marmo bianco pregiato estratto dalle cave della regione. Il marmo è stato intagliato con dettagli complessi, tra cui intarsi di pietre preziose come l’agata, il corallo, il lapislazzuli e il turchese. Probabilmente furono più di mille gli elefanti che vennero utilizzati per trasportare i pesantissimi marmi.  La simmetria è una caratteristica distintiva dell’architettura del Taj Mahal, con ogni lato del mausoleo che è un riflesso speculare dell’altro.  È ampiamente riconosciuto come uno dei più grandi capolavori dell’architettura mondiale e attira milioni di visitatori da tutto il mondo ogni anno. Il complesso del Taj Mahal include diversi edifici, come il mausoleo principale, il darwaza (portale), i minareti, il masjid (moschea) e il mehman khana (pavilion). L’edificio principale è costituito da una grande cupola centrale e da quattro cupole più piccole che circondano la piattaforma principale.
    Leggende e curiosità:
    Una leggenda narra che l’Imperatore Shah Jahan avesse l’intenzione di costruire un Taj Mahal nero gemello dall’altro lato del fiume Yamuna, ma ciò non si è mai concretizzato.
     Il Taj Mahal è molto più di un semplice edificio, rappresenta una storia d’amore, un simbolo dell’arte e dell’architettura, e un importante patrimonio culturale dell’India e del mondo intero. ↩︎
  3. Tuk tuk
    Il tuk-tuk, noto anche come autorickshaw, è un mezzo di trasporto iconico in India e in molte altre parti dell’Asia. È un veicolo a tre ruote, in genere con un piccolo motore a combustione interna, ed è ampiamente utilizzato per il trasporto pubblico e privato in molte città dell’India. Di seguito esploreremo l’origine, la popolarità, gli aspetti positivi e negativi del tuk-tuk.
    Origini del Tuk-Tuk:
    Il tuk-tuk ha una storia interessante. È nato in Giappone nel 1930 come una versione motorizzata dei tradizionali rickshaw a trazione umana. Successivamente, si è diffuso in tutto il mondo, ma è diventato particolarmente popolare in India e in altri paesi asiatici.
    Popolarità e Versatilità:
    I tuk-tuk sono diventati una parte integrante della vita quotidiana in India. Sono noti per la loro versatilità e la capacità di attraversare traffico congestionato e vicoli stretti nelle città indiane. Sono ampiamente utilizzati per il trasporto pubblico, come taxi e come mezzi per il trasporto merci leggere.
    Vantaggi dei Tuk-Tuk:
    Economici: I tuk-tuk sono un’opzione economica per il trasporto, soprattutto per brevi distanze. Le tariffe sono generalmente più basse rispetto ai taxi convenzionali.
    Agilità: La loro dimensione compatta e la capacità di muoversi agilmente nel traffico urbano congestionato li rendono un mezzo di trasporto pratico per gli spostamenti urbani.
    Facilità d’uso: I tuk-tuk sono facili da guidare e la loro manutenzione è relativamente semplice.
    Sfide Associate ai Tuk-Tuk:
    Inquinamento: Molti tuk-tuk sono dotati di motori a combustione interna che possono contribuire all’inquinamento dell’aria nelle città, se non adeguatamente regolamentati.
    Sicurezza: A causa della loro struttura aperta e della mancanza di cinture di sicurezza, i tuk-tuk possono essere meno sicuri rispetto ai veicoli chiusi in caso di incidenti.
    Regolamentazione: In molte città, la regolamentazione dei tuk-tuk può essere carente, il che può portare a problemi come il sovraffollamento delle strade e dispute sulle tariffe.
    Prospettive Future:
    Nonostante le sfide, i tuk-tuk rimangono una parte intrinseca della vita urbana in India. Tuttavia, sono stati fatti sforzi per migliorare la situazione. Alcune città hanno introdotto tuk-tuk elettrici per ridurre l’inquinamento, mentre altre stanno lavorando per regolamentare meglio il settore.
    In conclusione, il tuk-tuk è un’icona del trasporto urbano in India, con una storia ricca e una presenza vivace nelle città di tutto il paese. Sebbene presenti vantaggi e sfide, il loro ruolo nella mobilità urbana dell’India rimane significativo, e il loro futuro potrebbe essere plasmato da ulteriori innovazioni e cambiamenti nelle politiche di trasporto. ↩︎
Fiume Gange
Taj Mahal
Tuk Tuk

***

Articolo di Chiara De Luca

Nata a Benevento nel 1999, appassionata di scrittura, arte e viaggi. Laureata in Lettere Moderne, studia attualmente Editoria e scrittura presso La Sapienza per diventare giornalista e dar spazio alle tante storie di discriminazione che affliggono la nostra società. Ama il buon cibo, i tatuaggi e il conoscere ogni giorno qualcosa di nuovo.

Lascia un commento