Emmanuelle Charpentier. Nobel per la chimica

Emmanuelle Charpentier è coautrice di una grande scoperta scientifica: il sistema Crispr/Cas9, che permette di modificare con precisione il Dna di animali, piante e altri microorganismi. Nel 2020, insieme alla collega Jennifer Doudna, è stata insignita del Premio Nobel per la Chimica «per lo sviluppo di un metodo per l’editing del genoma». Primo team al 100% femminile.

Emmanuelle Charpentier

Emmanuelle Charpentier è nata l’11 dicembre del 1968 a Juvisy-Sur-Orge, in Francia. Ha studiato biochimica, microbiologia e genetica presso l’Università Pierre e Marie Curie (oggi l’Istituto è stato fuso insieme alla Sorbonne, nella nuova Sorbonne Université). Nel 1995 ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Institut Pasteur. Dal 1996 ha proseguito la carriera scientifica a New York, presso la Rockefeller University, l’University Medical Center e allo Skirball Institute of Biomolecular Medicine. Nel 2002 è tornata in Europa ed è stata nominata professoressa associata nel laboratorio Max F. Perutz presso l’Università di Vienna. Nel 2009 si trasferisce in Svezia dove diviene docente associata all’Università di Umeå ed inizia la collaborazione con la chimica Jennifer Doudna nella reingegnerizzazione della endonucleasi Cas9. Le due ricercatrici hanno pubblicato sulla rivista Science uno studio che dimostra che CRISPR-Cas9, definite come ‘’le forbici genetiche’’, possono tagliare pezzi specifici di Dna in vitro. Con questa rivoluzionaria scoperta nel campo della mediazione e regolazione dell’Rna, Emmanuelle Charpentier ha gettato le basi per lo sviluppo di una nuova tecnologia di ingegneria del genoma. Nel 2015 è stata nominata Scientific Fellow della Max Panck Society di Berlino. Dal 2015 al 2018 è stata direttrice del dipartimento di Regolazione delle infezioni biologiche dello stesso Istituto. Nel 2018, in collaborazione con il Max Planck Institut, ha fondato l’Unità per la Scienza dei Patogeni.

Emmanuelle, insieme a Jennifer Doudna, per aver vinto il premio nobel per la chimica

Per la prima volta nella storia dei Nobel dedicati alla scienza, due donne, Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, dividono esclusivamente il premio. Dalla sua istituzione, nel 1901, è stato assegnato finora a 5 donne. Si uniscono così a Marie Curie e a sua figlia Irène Joliot-Curie nella breve lista delle vincitrici del Premio Nobel per la Chimica. Nel 2009 Elizabeth Blackburn e Carol Greider furono premiate per lo studio sui telomeri, però dovettero condividere l’onorificenza con il biologo Jack Szostak. Le due chimiche hanno pure condotto una lunga battaglia legale per il riconoscimento dell’essere arrivate prime nella scoperta e nella realizzazione della tecnica, in quanto un altro gruppo di ricerca americano aveva rivendicato il primato nell’applicazione del sistema per modificare il Dna. Il Nobel sembra sancire il loro merito definitivamente.

La ricerca è partita dallo studio dei batteri patogeni, in particolare è stata studiata l’aggressività di certi tipi di batteri, e della loro conseguente resistenza agli antibiotici con lo scopo di trovare nuove terapie per fermarne la diffusione. In primo luogo, Charpentier si è dedicata allo studio dello Streptococcus pyogenes, noto anche come batterio ‘’mangia carne’’ per la sua capacità di indurre una pericolosa sepsi e di degradare i tessuti umani, a seguito della scoperta di un frammento del patrimonio genetico usato dal batterio per combattere i virus. L’acronimo CRISPR sta per clustered regularly interspaced short palindromic repeats, un modello nel Dna dei batteri notato per la prima volta nel 1987. Per lungo tempo questo meccanismo è stato poco chiaro, ma dagli anni Duemila sono emersi indizi che suggerivano che fosse un sistema specializzato nel difendere i batteri dalle invasioni di virus. Poco dopo, Charpentier ha iniziato la sua collaborazione con Jennifer Doudna per ricostruire in provetta l’arma dello Streptococcus pyogenes, semplificandola e trasformandola come tecnica da utilizzare. In poco più di un anno le due chimiche hanno ottenuto delle forbici molecolari capaci di tagliare il Dna.

La tecnica CRISPR/Cas9 permette di fare un copia-incolla di segmenti di Dna di microorganismi, piante e animali con un’accurata precisione. Gli/le scienziati/e possono utilizzare queste forbici molecolari per “tagliare” e studiare le funzioni dei diversi geni, conseguendo la possibilità di un miglioramento delle piante o di studiare i geni colpevoli di malattie ereditarie e di tumori, realizzando nuovi tipi di terapie personalizzate. A seguito del taglio introdotto da Cas9 è possibile eliminare sequenze di Dna dannose dal genoma bersaglio oppure è possibile sostituire delle sequenze, correggendo in tal modo delle mutazioni che causano malattie. Nel campo medico, queste forbici genetiche hanno avviato sperimentazioni per innovative terapie anticancro e la possibilità di curare malattie genetiche ereditarie sta diventando sempre più concreta.

Questa scoperta ha rivoluzionato la genetica, ma se da un lato c’è la possibilità di trovare cure a malattie altrimenti fatali, dall’altro offre la possibilità di creare embrioni geneticamente modificati, sollevando questioni etiche e legislative di difficile soluzione. Infatti, probabilmente Emmanuelle Charpentier non è tornata in Francia per continuare i suoi studi poiché la paura degli Ogm e di tutto ciò che riguarda le mutazioni genetiche frena la ricerca. Tali tecniche possono intervenire sui geni umani, modificarli e rendere ereditabili tali modifiche. In Europa le tecniche di editing genetico sono classificate e regolamentate come Ogm e quindi al momento vietate.

La francese Emmanuelle, vincitrice del premio Nobel per
la chimica nel 2020
Emmanuelle alla cerimonia di premiazione del Nobel

Charpentier, a seguito della sua scoperta, ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali da parte di accademie scientifiche nazionali e internazionali. Tra i premi più prestigiosi vi sono il Japan Prize, il Kavli Prize in Nanosciences, il Wolf Prize, il Tang Prize for Biopharmaceutical Science, il Breakthrough Prize in Life Sciences, il Canada Gairdner International Prize, il Massry Prize e tanti altri. In particolare, nel 2016, ha ottenuto un dottorato honoris causa dal Politecnico federale di Losanna (Epfl), una delle istituzioni più prestigiose d’Europa. «Io spero che questo dia anche l’immagine di una scienza più moderna, una scienza in cui anche le ragazze e le giovani scienziate capiscano che nulla è impossibile e che anche loro possono andare avanti con la carriera… Ottenere grandi risultati, fare grandi scoperte che possono avere un impatto e questo indipendentemente dal genere» ha affermato Charpentier. Nonostante i numerosi progressi compiuti negli ultimi anni, il settore della ricerca resta ancora in prevalenza maschile, con una presenza femminile marginale. In passato è stato alimentato lo stereotipo che le donne fossero meno portate per le materie scientifiche e raramente è stato concesso loro di ricevere un’istruzione pari a quella degli uomini, ma, come dimostrano questo caso e svariati altri successi, i pregiudizi maschilisti in ambito tecnico-scientifico si stanno indebolendo sempre di più.

Qui il link alla traduzione francese, inglese e spagnola.

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Articolo di Alessia Carofiglio

Nasce a Bari, dove si laurea in Lettere. In seguito consegue una laurea magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo presso La Sapienza a Roma. Grande ammiratrice della potenzialità della parola come colonna portante della comunicazione. Tra i suoi interessi ci sono le lingue straniere, la scrittura e la comunicazione.

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