L’innesto. Una raccolta di poesia erotica

È un’immersione gaudente nella giocondità, nella bellezza dell’amore per la vita, la lettura dell’ultimo libello di versi di Giovanna Nastasi, autrice de L’innesto, pubblicato quest’anno da Edizioni Novecento.
Come spiega la scrittrice stessa, nella nota in fondo al volumetto, «Questi versi sono la viva testimonianza dell’amore per la vita rappresentati da due simboli, le spighe e le conchiglie cioè la terra e l’acqua due potenti elementi alchemici a patto che penetrino uno nell’altro. La poesia nella sua essenza arriva nel punto più alto che precede il silenzio. Infatti, al cospetto di certi eventi potentemente generativi anche il linguaggio collassa e necessita di vuoto». È poesia erotica nel senso più intimo e sensuale quella che si svolge, verso dopo verso, sotto gli occhi di lettori e lettrici, poesia che trascina – come le onde, l’acqua del mare, che trascina le conchiglie – fino a realizzare una penetrazione profonda tra l’intenzione della poeta e l’accoglimento del pubblico. I versi di Giovanna Nastasi hanno la caratteristica di lasciarsi accogliere in un vortice di piacere, di gioviale partecipazione al farsi dell’atto poetico, che inneggia alla bellezza dell’amore, all’attimo da cogliere e vivere hic et nunc, al pathos che rappresenta linfa vitale affinché le nostre sempre più tecnologizzate, informatizzate, socializzate esistenze abbiano approdo a un orizzonte di senso che permei l’istinto e la ragione. È la trama di un’esperienza che si riverbera da un giardino tutto da coltivare, dal quale l’anima prende per sé una talea da innestare in un nuovo circuito di vita donata e ricevuta. Eros, desiderio, forza che spinge verso la ricerca della bellezza, principio vitale che muove l’universo: tale è la portata che i versi di Nastasi imprimono in chi li legge.

«Abbracciami / con sillabe / baciami / e di virgole ricoprimi / puntini di sospensione / rimangano sulla mia schiena / ed ogni punto interrogativo / sia una domanda aperta. / Il piacere / è un viaggio / una grammatica» (dalla poesia Una grammatica erotica). L’atto di penetrante passione non è che il potere generativo della parola, della letteratura, in cui rivive come un miracolo la compenetrazione tra chi profetizza e chi riceve linfa dall’arte. «Ti chiedo / un bacio / non l’ultimo / ma sempre e solo il penultimo. / In questo tempo di frammenti e occasioni / nel tuo viso / l’essenziale» (ancora da Una grammatica erotica): non c’è mai una fine, il rapporto erotico è un movimento incessante, che si infila nelle trame della vita e ne impregna ogni aspetto, per illuminare l’essenziale che si ritrova nell’altro da me, in un «tempo di frammenti e occasioni». Notevole, poi, tra gli altri il componimento Quando nasce una donna, al cui centro si ravvisa la sensualità dell’atto erotico, appannaggio della donna come dell’uomo, perché la poesia di Nastasi è anche omaggio all’eros libero e lascivo, spensierato e non stereotipicamente giudicato, delle donne: «Nasce una donna / partorendo sé stessa […] M’inchino / senza veli / al desiderio della vita / nuda discepola / mi troverà lo stupore». Ancora: «Fai eucarestia / con il mio corpo. / Prendimi / accoglimi / scioglimi / in bocca / a poco a poco»: versi in cui la lezione teologica si sposa con il connubio erotico celebrato egregiamente dal Cantico dei cantici, della cui sensuale mistica profondità si ritrova molto nei versi della poeta catanese. Intimi e profondi sono, anche, i versi più aforistici della seconda parte del libello, Talea: «L’attesa è l’intimità / della tua non presenza», un rimando a quel tempo sospeso dell’attesa che rappresenta la vera intimità, il vero godimento di leopardiana memoria.

Leggendo e godendo della freschezza e trasparenza di uno stile che richiama alla memoria i versi di Antonia Pozzi, Mariangela Gualtieri, Franco Arminio, si giunge all’invito finale, condensato nell’ultima poesia, L’innesto: «Metti vita nei giorni difficili. / Rinasci / persevera / accogli». In tempi di cupa retrocessione dei sentimenti e di egoistico ripiegamento sui propri ombelichi, l’invito a bere gioiosamente sorsi pieni di vita anche nelle difficoltà è un dono che riceviamo con erotica ed eccitata gratitudine.

Nota sull’autrice (da Ingemmature, in Innesto, p. 73)

Giovanna Nastasi è nata a Carlentini (Siracusa) nel 1972. Vive e insegna a Catania. Ha pubblicato i libri di poesia Cenere (Edizioni Novecento, 2004), e Colloqui (premessa di Nicolò Mineo; Arte in circolo, 2010). È anche autrice del pamphlet Diario di un precario (2010), di testi teatrali tra cui Tommaso (2002), e dei romanzi Frammenti di una confessione erotica (2016) e Le stanze del piacere (2018).

Giovanna Nastasi
L’innesto. Poesie
Edizioni Novecento, Catania, 2023
pp. 80

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Articolo di Valeria Pilone

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Già collaboratrice della cattedra di Letteratura italiana e lettrice madrelingua per gli e le studenti Erasmus presso l’università di Foggia, è docente di Lettere al liceo Benini di Melegnano. È appassionata lettrice e studiosa di Dante e del Novecento e nella sua scuola si dedica all’approfondimento della parità di genere, dell’antimafia e della Costituzione

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