Sister Rosetta Tharpe. Cantante soul americana

«Nessun uomo può suonare come me. Suono meglio di un uomo!», rispondeva risentita Sister Rosetta a chi le diceva di suonare proprio come un uomo.

Rosetta Tharpe

Sister Rosetta Tharpe nasce come Rosetta Nubin nel 1915 a Cotton Plant, nell’Arkansas, da Katie Bell Nubin e Willis Atkins. L’ambiente è quello dei campi di cotone, delle chiese, dei locali dove bere. Sono soprattutto questi i luoghi in cui si diffonde la musica afroamericana, quella musica fatta di chitarra e piedi battuti in terra. In quei campi di cotone uomini e donne con le schiene chine seguono il ritmo come per alleviare la fatica e rivolgere una preghiera al cielo. Nel 1921 la madre decide di lasciare il marito per diventare un’evangelista itinerante portandosi dietro la figlia.

Suona il mandolino per le strade del Sud, cercando di convertire chi passa, accompagnata dalla bambina. Così la piccola Rosetta Nubin conosce il blues del Mississipi e il jazz di New Orleans. Quando si stabiliscono a Chicago e comincia a cantare in piedi su un pianoforte, mostra già di possedere tanto talento e una straordinaria personalità. A diciannove anni sposa il predicatore Thomas Thorpe e, da quel momento, adotta una versione modificata del cognome del marito come nome d’arte: Rosetta Tharpe, pseudonimo che continuerà a usare per il resto della sua carriera.

Il matrimonio non è felice, l’uomo è un violento e sfrutta Rosetta che, nel 1938, fugge con la madre e arriva a New York City dove viene subito notata e comincia a cantare nei night club più rinomati. La notorietà arriva all’improvviso. Al Cotton Club Revue, a soli ventitré anni, lancia il suo primo brano di successo, Rock Me, un gospel rivoluzionario. Nel titolo è presente la parola “rock”, ancora sconosciuta in ambito musicale, ma che di lì a poco indicherà il genere cui Sister Rosetta diede il suo fondamentale contributo. «Ha influenzato Elvis Presley, ha influenzato Johnny Cash, ha influenzato Little Richard. Ha influenzato innumerevoli altre persone che riconosciamo come figure fondamentali del rock and roll», così scrive Gayle Wald (Shout, Sister, Shout! The Untold Story of Rock-and-Roll Trailblazer Sister Rosetta Tharpe, Beacon Press, 2007.)

Sempre nel 1938 la Decca pubblica i suoi primi dischi, Rock Me appunto, e This Train, una combinazione di sacro e profano che affascina il pubblico americano ma scandalizza la comunità dei fedeli. «Rosetta decise di uscire dalla strada che era stata tracciata per lei dal matrimonio, dalla chiesa, e dalle convenzioni sociali. Prese la drastica decisione di lasciare la chiesa per una carriera laica». (Gayle Wald, op.cit.)

Nel dicembre alla Carnegie Hall la folla accorre in massa a sentire Sister Rosetta Tharpe che viene acclamata come vera e propria star nazionale. «D’improvviso ti rendi conto che stai ascoltando i primi assoli di chitarra ‘moderna’. Non solo di blues – di cui ci sono ovviamente buoni esempi – ma anche assoli che ricordano quelli suonati da Eric Clapton o Jimmy Page per stregare il loro pubblico», ha affermato George Brant (George Brant, Marie and Rosetta, editore Samuel French, 9 novembre 2017).

Nel 1944 Strange Things Happen Every Day, da molti considerato il primo disco di rock and roll, viene inserito nella Harlem Hit Parade. Sister Rosetta Tharpe è la prima cantante afroamericana a scegliere un quartetto bianco per accompagnarla sul palco. Ma nell’America del dopoguerra vige la segregazione razziale e le persone nere, anche artisti famosi, sportivi, politici, subiscono pesanti restrizioni rispetto a spazi e luoghi da poter frequentare. E allora Sister Rosetta utilizza un autobus per spostarsi, un tour-bus, il primo della storia del rock, in cui poter cenare e dormire, in quanto l’accesso a ristoranti e alberghi è limitato.

Tharpe condivide il tour con la cantante Marie Knight, incontrata nel suo continuo viaggiare. Nasce così non solo una coppia artistica ma anche un rapporto umano e sentimentale che farà scalpore; tuttavia, l’armonia tra le due donne e la determinazione a stare insieme per sempre, non saranno minate. Quando però la madre di Marie e due figli piccoli moriranno in un incendio, la donna, distrutta dal dolore, sparisce lasciando Rosetta sola.

Negli anni Quaranta e Cinquanta Sister Rosetta Tharpe è ormai famosissima; quando nel 1951 sposa il suo manager, circa 25.000 spettatori espettatrici pagano per assistere alla cerimonia al Griffith Stadium di Washington DC e sentirla poi cantare. Tra i suoi ammiratori, ci sono ragazzi entusiasti come Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Johnny Cash e Little Richard, che la citeranno sempre tra le loro maggiori ispirazioni. «Chuck Berry ha preso in prestito il suo stile e Little Richard ha detto che è lei la responsabile della sua carriera. Elvis Presley la citava fra le sue influenze e perfino Jimi Hendrix una volta ha detto che voleva solo suonare come Rosetta», ha scritto ancora George Brant. Johnny Cash l’ha citata tra i suoi idoli durante il discorso di ringraziamento per l’ingresso nella Rock And Roll Hall Fame nel 1992. Ma saranno proprio quei ragazzi e l’arrivo del rock and roll a rubarle la scena e così, da metà degli anni Cinquanta, la sua carriera comincia piano piano a sfumare. Sister Rosetta si trasferisce con il marito e la madre a Philadelphia e sembra stabilirsi definitivamente lì.

Quando, però, negli anni Sessanta l’Europa riscopre il blues, Sister Rosetta Tharpe viene chiamata a esibirsi e girerà il vecchio continente, accanto a Muddy Waters. Il suo tour europeo culmina in un concerto, in diretta televisiva, il 7 maggio del 1964 quando canta in una stazione in disuso fuori Manchester, la Wilbraham Road Rail Station di Chorltonville, durante il Folk, Blues and Gospel Caravan Tour (Sister Rosetta Tharpe, “Didn’t It Rain”, live in Manchester, England 1964). Tra i tanti che riempiono le banchine trasformate in gradinate, ci sono anche Eric Clapton, Jeff Beck, Keith Richards e Brian Jones.

E Bob Dylan ricorda: «Sublime, splendida, una grande forza della Natura… Sono sicuro che tanti ragazzi inglesi hanno preso in mano una chitarra elettrica dopo averla vista suonare quella sera». Dopo lo strepitoso successo di quel concerto, la carriera musicale di Rosetta si avvia alla conclusione, muore sua madre e lei cade in depressione. È colpita da un ictus nei primi anni Settanta, le viene amputata una gamba a causa del diabete ed è costretta a ridurre le esibizioni in pubblico. Il 7 ottobre del 1973, poco prima di una sessione di registrazione, Sister Rosetta Tharpe muore a Philadelphia. Al funerale solo gli amici più stretti e la vecchia compagna Marie Knight. È sepolta nel cimitero di Northwood a Philadelphia, in Pennsylvania. La sua tomba rimane a lungo senza lapide. Soltanto nel 2008, con i soldi di un concerto appositamente organizzato, verrà posta l’iscrizione su cui si legge «Sister Rosetta, leggenda della musica gospel. Cantava fino a farti piangere e poi cantava fino a farti ballare di gioia». Nel 2018 viene inserita nella Rock And Roll Hall Fame:

«Senza Sister Rosetta Tharpe, il rock and roll sarebbe una musica diversa. Lei è la madre fondatrice che ha dato l’idea ai padri fondatori del rock».

Riferimenti:

Gayle Wald, Shout, Sister, Shout! The Untold Story of Rock-and-Roll Trailblazer Sister Rosetta Tharpe, Beacon Press, 2007.
George Brant, Marie and Rosetta, editore Samuel French, 9 novembre 2017.
Fabio Genovesi, La religiosa che inventò il rock’n’roll, lettura.corriere.it, 10 giugno 2014, https://web.archive.org/web/20141006104935/http://lettura.corriere.it/la-religiosa-che-invento-il-rock%E2%80%99n%E2%80%99roll/.
Ernesto Razzano, La rivoluzione di Sister Rosetta Tharpe, L’indiependente, 27 settembre 2022, https://www.lindiependente.it/sister-rosetta-tharpe/.
Sister Rosetta Tharpe, Didn’t It Rain, live in Manchester, England 1964, https://www.youtube.com/watch?v=jGPx4ancGhg.

Qui le traduzioni in inglese, francese, spagnolo.

***

Articolo di Gabriella Milia

Ho insegnato per molti anni materie letterarie negli istituti tecnici e professionali. Mi sono sempre interessata di letteratura italiana e inglese, in particolare letteratura femminile. Da quando sono in pensione, collaboro con l’associazione di volontariato Più Culture, insegnando italiano L2 a ragazze e ragazzi stranieri in difficoltà.

Lascia un commento