In attesa degli esiti della giuria per i numerosi progetti pervenuti all’XI edizione a.s. 23/24 del Concorso Sulle vie della parità, la cui scadenza è stata questo 8 marzo 2024, pubblichiamo ancora dei lavori premiati alla X edizione scorsa, che meritano di essere conosciuti e di essere di esempio per tante altre buone pratiche didattiche (potete leggere qui tutti i lavori migliori finora pubblicati nella rubrica Percorsi).
Il primo progetto che presentiamo oggi ha partecipato alla Sezione A-Calendaria del Concorso ed è quello della Primaria “Unità d’Italia”, frazione Mairano di Casaletto Lodigiano, provincia di Lodi, appartenente all’IC “Collodi”, dal titolo Le Nobel donne. Tutto è partito, come troviamo decritto nella scheda docente, con l’esposizione nei locali della scuola della mostra Premi Nobel per la Pace di Toponomastica femminile e con la distribuzione alle classi di Calendaria 2023, progetto dedicato alle donne premio Nobel.

Gli alunni e le alunne hanno approfondito la conoscenza delle donne vincitrici del Nobel e hanno creato delle schede per presentarle e per votare a quali di loro intitolare due aree verdi del loro paese.


Infatti presso la biblioteca della scuola, sono state realizzate delle vere e proprie elezioni, con tanto di seggio elettorale e cabine per la votazione. Bambine e bambini sono stati bravissimi, nella preparazione del verbale, timbrando e firmando le schede, per poi ordinarle, preparare le matite e costituire un ufficio elettorale perfetto.




Classe per classe, ben 120 alunne/i hanno messo nell’urna la propria scheda elettorale.

Sono risultate più votate Rita Levi Montalcini, la cui targa sarà nel parco di viale Vignati, mentre l’area pubblica di via Roma ricorderà Madre Teresa di Calcutta.
Questa la motivazione del primo premio ex aequo assegnato dalla giuria al percorso: «Partendo da una fonte di documentazione che mette in luce il valore delle donne, spesso relegate nell’ombra, il progetto prende forma e si sviluppa con un intervento di azione concreta sul territorio.
Il progetto si qualifica per il percorso di consapevolezza che bambine e bambini, come cittadine e cittadini, hanno acquisito rispetto agli strumenti democratici di partecipazione alla vita pubblica.
Lo svolgimento delle votazioni, realizzato secondo lo stesso sistema elettorale italiano, per la scelta di due donne a cui intitolare due parchi, ha favorito l’acquisizione di una competenza civica fondamentale per il loro futuro.
Nel contempo, la realizzazione di “manifesti elettorali” con cui sostenere le candidate ha richiesto l’approfondimento della conoscenza della loro storia e del loro operato, come azione necessaria per motivarne l’elezione, nel raggiungimento delle stesse finalità del concorso.
Conoscenze e competenze si sono, dunque, intrecciate in maniera molto efficace in questo percorso di alto valore civico, a cui si aggiunge quello di una partecipazione curriculare in orizzontale e verticale come intento condiviso della comunità scolastica».

Anche la Scuola Primaria “Dino Liotta” dell’IC “Guglielmo Marconi” di Licata, provincia di Agrigento, ha ottenuto il primo premio ex aequo, partecipando però alla Sezione C del Concorso, Ambito 1-Percorsi di vita, lavoro e memoria, col progetto “Camicette bianche”. Conoscere per ricordare, realizzato dalle classi quarte.
Questo il bel video che racconta il percorso: https://youtu.be/4mH5PjHq_YU.
Nella relazione docente leggiamo: «Il percorso educativo messo in atto ha voluto promuovere in alunni e alunne competenze “agite”, tradotte cioè non soltanto in termini di competenze e abilità, ma soprattutto in atteggiamenti comunicativi secondo un approccio semiotico, in cui tutti i bambini/e utilizzano contemporaneamente una varietà di codici e di mezzi espressivi quali la voce, la gestualità, il suono, la musica, le esperienze grafiche e pittoriche, la drammatizzazione. In questo ambito ciascuna bambina/o impara sia a riconoscere e decodificare linguaggi diversi sia a produrre messaggi riutilizzando ciascuno di questi codici».

Questi gli obiettivi raggiunti: utilizzare in forma originale e creativa modalità espressive e corporee anche attraverso forme di drammatizzazione, sapendo trasmettere nel contempo contenuti emozionali; elaborare ed eseguire semplici coreografie o sequenze di movimento individuali e collettive; usare il linguaggio corporeo e motorio per comunicare ed esprimere i propri stati d’animo attraverso esperienze ritmico–musicali e coreutiche.
La giuria ha così valutato: «Il progetto si qualifica in maniera eccellente per il collegamento realizzato tra vicende di varie donne, i cui diritti negati attraversano le categorie dello spazio-tempo; il passato e il presente si intrecciano attraverso storie di migrazioni: le migranti italiane del Novecento, le mamme migranti di oggi, Malala come migrante per motivi politici.
Tutto questo convoglia in uno spettacolo teatrale corale che coinvolge con efficacia un numero elevato di bambine e bambini: è evidente la loro partecipazione emotiva e cognitiva nell’interpretazione del testo Camicette bianche di Ester Rizzo e, in parallelo, della storia di Malala, con i riferimenti ai diritti costituzionali negati.
Storia, geografia, letteratura, ed. civica, arte, scrittura… Il progetto, come prodotto interdisciplinare complesso, valorizza i contenuti emozionali e permette di esplorare molti codici espressivi attraverso un’esperienza non solo recitativa, ma anche ritmico-musicale, coreutica e coreografica. Inoltre, l’utilizzo di lingue diverse (Italiano, Inglese, Siciliano, Russo) fa emergere un’attenzione particolare al valore fondante dell’intercultura che assieme alla parità di genere viene promossa e portata a consapevolezza, da bambine e bambini. La documentazione, che attinge a fonti storiche audiovisive, come premessa contestualizzata del racconto teatrale rappresentato e riprodotto nel video, rende esplicito, in modo godibile, il percorso educativo-didattico che docenti e discenti hanno elaborato.
A conclusione non vi è proposta di intitolazione, ma le intitolazioni rappresentano il punto di partenza e di riflessione sulla toponomastica come strumento di memoria, quella che il libro di Ester Rizzo chiede per le donne migranti, vittime sul lavoro».
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Articolo di Danila Baldo

Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, già docente di filosofia e scienze umane, e consigliera di parità provinciale, tiene corsi di formazione, in particolare sui temi delle politiche di genere. Giornalista pubblicista, è vicepresidente dell’associazione Toponomastica femminile e caporedattrice della rivista online Vitamine vaganti.
