Una pioggia di intitolazioni femminili a Lugo

La città di Lugo, in provincia di Ravenna, ha in breve tempo rivoluzionato la sua odonomastica a seguito di una vera e propria pioggia di intitolazioni femminili, grazie anche all’adesione alla nostra Campagna “8 marzo, tre donne, tre strade”. 

Lugo, Rocca Estense. Foto di Gianni Bartolotti
Lugo, intitolazione a Giovanna Buscaroli nei pressi del canile di Bizzuno

La situazione precedente al 2021 vedeva 21 intitolazioni a donne (giardini compresi); nel dettaglio erano ricordate tre madonne, la “venerabile” serva di Dio Margherita Ricci Curbastro (1856-1923), sei letterate e pedagogiste (Grazia Deledda, Maria Montessori, la nobildonna e intellettuale Cornelia Rossi Martinetti, la scrittrice Giovanna Righini Ricci, la giornalista e scrittrice Margherita Cattaneo, Ernesta Galletti Stoppa, educatrice e pioniera dell’emancipazione femminile), tre figure legate alla storia del XX secolo (Anna Frank, Nilde Iotti, l’eroica partigiana Iris Versari, medaglia d’oro al valor militare), Giovanna Buscaroli, nota per l’impegno sociale e per il suo attivismo a favore degli animali, a lungo presidente dell’Enpa di Lugo, mentre carrara Gajani faceva riferimento alla contessa Giulia che qui aveva dei terreni e carrara Ghedini ha tratto il nome dalla nobildonna bolognese Luigia, possidente.
Un piazzale risultava dedicato alle Crocerossine, un’area verde alla madre dell’ambientalismo italiano, la medica, partigiana e scrittrice Laura Conti, un largo nella zona Est e un giardino nella frazione di Voltana alle Staffette partigiane. Un’area verde ricordava le vittime dell’incendio della polveriera di Villa San Martino; le persone uccise al Polverificio Randi il 6 agosto 1925 furono 16: Emma, la figlia del proprietario, 14 operaie e un guardiano. Nel giro di due anni però la situazione è mutata sostanzialmente con ben 17 intitolazioni che hanno seguito un iter interessante di partecipazione popolare
Ci è stato infatti spiegato da Luigi Pezzi, Vicesindaco e delegato alla Toponomastica, che l’idea iniziale è partita dalla cittadinanza che ha riflettuto in modo spontaneo sulle troppe assenze di nomi femminili e sulla disparità di genere; da quel momento l’amministrazione si è attivata e ha organizzato una raccolta di proposte da valutare. Sono emersi 40 nominativi, ma non si doveva procedere senza un metodo. Quindi è stato stabilito di dare giusto spazio innanzitutto alle donne di importanza locale, seguite da personaggi italiani significativi, infine da donne di rilievo internazionale. In tal modo la scelta è stata fatta e sono state definite 15 figure. Si doveva poi considerare un ulteriore criterio, ovvero attribuire i nomi con una attinenza ai luoghi assegnati; ad esempio un sottopasso di solito “abbellito” da scritte e murales è stato intitolato a una delle pittrici più emblematiche, sia della storia dell’arte sia del processo di emancipazione femminile, ovvero Artemisia Gentileschi. Come si poteva poi intitolare l’area verde nei pressi dell’aeroporto Francesco Baracca se non alla celebre spericolata aviatrice Amelia Earhart, drammaticamente dispersa durante una sua impresa? Un’altra logica è stata riferita alle aree da denominare, cercando di dare al loro interno un principio tematico unificante.
L’8 settembre 2022 fu una giornata storica per Lugo e per la sua popolazione perché con la delibera n.144 la Giunta, presieduta dal sindaco Davide Ranalli, procedeva a mettere nero su bianco quello che era stato fortemente voluto, grazie a una visione lungimirante e al seguente processo partecipativo, insomma una di quelle “buone pratiche” che Toponomastica femminile non si stanca di guardare con soddisfazione e di additare come esempio.

Lugo, stradello Nara Staffa

In una sola seduta dunque furono decise le seguenti intitolazioni: piazzale Marie Curie, piazzale Tina Anselmi, piazzale Margherita Hack, aree verdi Ilaria Alpi, Elsa Morante, Rosa Parks, Nilde Guerra, Elena Lucrezia Cornaro (secondo molte fonti la prima laureata al mondo nel 1678 e simbolo della battaglia per l’istruzione), Maria Novella Scardovi, Amelia Earhart, via Rita Levi Montalcini, vicolo Alda Merini, sottopasso Artemisia Gentileschi, parcheggio Cicely Saunders (medica e filosofa inglese, fondatrice della medicina palliativa moderna), stradello Nara Staffa.
Se la maggior parte dei personaggi risulta ben noto per il ruolo politico, culturale, scientifico, per il contributo dato al cammino delle donne in ogni settore della vita pubblica, altre figure di valenza locale meritano invece un breve approfondimento, anche per comprendere meglio i criteri adottati per la loro scelta.

Nilde Guerra, Maria Novella Ravaglia Scardovi, Nara Staffa

Chi era dunque Nilde Guerra? Era nata il 29 gennaio 1922 e morì a Bologna nel 1949, colpita da malattia sopportata con serenità; impegnata socialmente e dedita alle opere pie, nel 2007 fu dichiarata “venerabile” dal papa Benedetto XVI. Maria Novella Ravaglia Scardovi è stata una generosa benefattrice che ha fondato la casa d’accoglienza San Giuseppe e Santa Rita; nata nel 1949, morì a Faenza nel 1996 a causa di un tragico incidente. Nara Staffa era una apprezzata maestra elementare nella frazione di Voltana, nata nel 1950 a Lugo e ivi morta nel 2012. Fu anche consigliera comunale per quasi venti anni e lo stradello che ha preso il suo nome, collegando via Quarto dei Mille al viale della Stazione, viene percorso ogni giorno da un gran numero di studenti.

Lugo, Parco delle Lavandaie

A proposito di figure di spicco, legate indissolubilmente al ricordo e all’affetto della gente del luogo, va citata pure Norma Basiliotti, a cui nel febbraio 2021 era stato dedicato un giardino già esistente in via XX Settembre. Fu catechista ed educatrice, quindi è stato prescelto per lei lo spazio adiacente a una scuola dell’infanzia, mentre un’altra bella area verde, vicino al ponte detto popolarmente “delle Lavandaie”, come non intitolarla alle tante donne che lì, per secoli, andavano a lavare i panni propri e altrui? In tal modo i nomi al femminile sono stati in breve tempo quasi raddoppiati, pur rimanendo un vistoso divario di genere, che vede al momento 340 uomini ricordati, a fronte di 38 donne. Non possiamo che augurarci che il processo vada avanti, visto che la strada intrapresa viene condivisa dalla cittadinanza e dall’amministrazione, nella certezza comune che le intitolazioni non sono solo nomi su un cartello, ma rappresentano personaggi a cui ispirarsi, tracce da seguire, modelli positivi di vita, aiutano a recuperare la memoria, indicano ― specialmente alle nuove generazioni ― una pluralità di prospettive e permettono di superare stereotipi e pregiudizi.

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Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.

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