Da Fano un viaggio tutto al femminile tra arte, sogni e solidarietà 

Inizia da Fano e per l’esattezza dal progetto “Ars Fortuna” un laboratorio di arte, sogni e solidarietà realizzato dalla classe 4 D Grafica e Comunicazione e dalla studente Serena D’ambrosio della 5A Web Community dell’IIS Polo3 di Fano il nostro racconto dei progetti vincitori della VII edizione del concorso didattico Sulle vie della parità nelle Marche promosso dall’Osservatorio di Genere, nell’ambito del Concorso nazionale di Toponomastica femminile e in collaborazione con l’Ambito Territoriale Sociale 15 di Macerata, l’Università di Camerino, la Cgil, la Cisl, la Uil, Settenove edizioni e Coop Alleanza 3.0. 
Il progetto, coordinato dalle docenti Anna Maria Ucci, Tiziana Conti e Nicoletta Spendolini, si è aggiudicato, nel concorso regionale, il secondo premio della sezione B dedicata a Donne e lavoro. Maria Elena Fermanelli della Cgil, consegnando il premio il 12 aprile presso l’università di Camerino dove si è svolta la cerimonia di premiazione, ha affermato: «L’Iis Polo 3 di Fano ha sapientemente valorizzato l’importanza del laboratorio nell’intrecciare l’arte, la creatività e la cooperazione femminile, per promuovere un circuito positivo di mutuo aiuto. L’approccio dimostra un’attenzione particolare verso il recupero della memoria di un percorso di valorizzazione delle competenze artigianali e della tradizione locale, che ha offerto alle donne coinvolte l’opportunità di collaborare e di sperimentare la propria creatività all’interno di un contesto solidale, inoltre rivela una sensibilità verso un settore di fondamentale importanza per l’economia regionale e per la preservazione delle tradizioni culturali e delle radici che la regione stessa ha. Il progetto è stato in grado di ispirare e promuovere la collaborazione, la creatività e l’autonomia attraverso la rievocazione delle attività delle donne nel mondo del lavoro artigianale. Per queste ragioni, si riconosce e si premia l’impegno e la visione di questo progetto, augurandosi che il risultato di tale lavoro possa continuare a ispirare e a produrre impatti positivi nella comunità locale oltre che nelle e negli studenti che hanno preso parte alla fattiva realizzazione». 

Anna Maria Ucci e Tiziana Conti frequentano con le loro classi il concorso didattico Sulle vie della parità nelle Marche sin dalla prima edizione e ogni anno riescono a stupire la commissione con progetti originali, innovativi e di spessore. In questa edizione queste docenti, insieme a Nicoletta Spendolini, hanno dimostrato come la partecipazione a un concorso possa produrre un impatto di qualità anche nell’apprendimento. Ricerca storica, manualità e competenze tecnologiche di altissimo livello sono gli ingredienti che hanno reso irresistibile il lavoro di questa classe fanese. Ma cosa è “Ars fortuna” e da dove nasce questo progetto? 

Nel cuore di Fano, agli inizi del ‘900, un gruppo di donne coraggiose e determinate si adoperò per trasformare la condizione femminile della città attraverso iniziative filantropiche e umanitarie mettendo in essere azioni concrete che promuovessero l’educazione e il lavoro delle donne. Fondamentale fu nel 1903, sotto l’alto patronato della Regina Margherita, la nascita della Cooperativa delle industrie femminili italiane, che rappresenta una prima tappa del lungo e lento processo di emancipazione femminile che investe il nostro Paese. L’obiettivo era recuperare un artigianato di alta qualità tecnica e artistica e soprattutto evitare ogni forma di intermediazione tra l’artigiana ricamatrice e la committenza a vantaggio del rapporto qualità prezzo. 
Sulla scia di questa iniziativa, a Fano, nel 1904, sorse per volontà della duchessa Olga di Montevecchio la Società di patronato e mutuo soccorso per giovani operaie a cui potevano iscriversi le operaie la cui età fosse compresa fra gli 11 e i 30 anni. Nel suo Palazzo, la duchessa aprì un laboratorio di ricamo gestito da Anna Simoncini, vera artista di moda e di ricamo, e Vittoria Cloza Ricci, con l’incarico di sorvegliare e coordinare le attività culturali. Fu proprio questo Patronato a promuovere nel 1915 la nascita di laboratori di ricamo e tessitura, tra cui spicca “Ars Fortuna”, aperto dalla contessa Maria Bracci Valentini. 

In questo laboratorio, prese vita il disegno del Punto Fano, una fusione della tecnica ad ago con i decori tipici dell’area appenninica umbro-marchigiana. Questo stile si distinse per la sua originalità e bellezza, grazie anche alla maestria delle ricamatrici che, con ago e filo, riuscivano a rendere la plasticità delle figure femminili. Il laboratorio, situato proprio in un’ala del Palazzo Bracci, dove in passato si trovava la Filanda della “Seta Sublime”, rappresentava un esempio di imprenditorialità femminile. La contessa Valentina Bracci Valentini, sorella di Maria, trasse ispirazione per i disegni dai decori e dai fregi classici degli edifici del centro storico di Fano, creando motivi che richiamavano antichi simboli di vita, rigenerazione e fertilità. 

L’apertura del laboratorio “Ars Fortuna” fu una luce di speranza per la città, offrendo un lavoro dignitoso a tante giovani donne. Molte ricamatrici, provenienti non solo da Fano, trovarono in questo laboratorio un’opportunità di crescita e sostentamento durante il Primo conflitto mondiale. La contessa Maria Bracci Valentini, attraverso premi e riconoscimenti, incoraggiava le ricamatrici, investendo nella loro formazione e di conseguenza contribuendo alla loro emancipazione. 

Nonostante il successo e i numerosi riconoscimenti ottenuti nelle esposizioni nazionali, come la Seconda Esposizione Nazionale di Firenze e l’esposizione di Fiume, il laboratorio “Ars Fortuna” subì un declino negli anni ’30, dovuto ai cambiamenti sociali, economici e politici dell’epoca. Tuttavia, l’eredità di “Ars Fortuna” rimane una testimonianza visibile di imprenditorialità femminile nella storia di Fano. 
Il progetto a cui i ragazzi e le ragazze dell’Iis Polo3 di Fano hanno lavorato ha consentito, con la collaborazione del conte Luciano Filippo Bracci, nipote della nobildonna Maria Bracci Valentini, di ricostruire la storia del laboratorio “Ars Fortuna”. Non solo. Il progetto si è spinto oltre e le classi coinvolte hanno non solo curato la ricerca storica ma, grazie allo studio dei ricami del Punto Fano, hanno realizzato creazioni moderne ispirate a questa tradizione.  

Shooting fotografico degli abiti creati realizzato presso lo scalone del Comune di Fano 

Attraverso tecniche fotografiche innovative come il body mapping, hanno proiettato le immagini dei merletti sul corpo delle modelle, creando un connubio tra passato e presente. 

Proprio a seguito del lavoro di ricerca, i ragazzi e le ragazze insieme alle loro docenti hanno proposto di dedicare a Maria Bracci Valentini e al laboratorio “Ars Fortuna” un piccolo giardino nel centro di Fano, limitrofo al Palazzo Bracci, dove il laboratorio sorse.  
“Ars Fortuna” non è solo quindi un viaggio nel passato, ma è un esempio di come la scuola possa svolgere un’importante opera di valorizzazione del territorio, di riscoperta delle eccellenze e di potenziamento delle competenze nelle giovani generazioni. 

Il progetto ha ricevuto un ottimo riconoscimento anche nell’ambito del concorso nazionale Sulle vie della parità

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Articolo di Silvia Casilio

Silvia Casilio, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Macerata e attualmente collabora con l’Università di Teramo. È autrice di saggi sull’Italia repubblicana e dal 2009 collabora con l’associazione culturale Osservatorio di genere.

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