Carmen Bulgarelli Campori, pioniera nella direzione d’orchestra

Nata il 3 maggio 1910 a Modena, ultima dei tre figli di Michele e Rosalinda Tusini originari della Bassa Modenese, mostrò precoce predisposizione per il canto e iniziò la formazione come soprano, debuttando nel 1934 con il nome d’arte Carmen Caro. Riscosse subito un bel successo in Lussemburgo, nello Stabat Mater di Rossini, ma poco dopo, in vista della prima di Aida, a Lugano, ebbe seri problemi alle corde vocali, così dovette rinunciare. Ma forse fu una fortuna, perché da quel momento si dedicò con passione alla composizione, alla concertazione e alla direzione d’orchestra, diventando una pioniera in Italia. Nel 1932 era nata la figlia Graziolina che sarà assistente regista e sceneggiatrice, poi affermata pittrice naïf e moglie del grande “mago della luce” Giuseppe Rotunno. Votata all’arte anche lei, dunque. Con la piccola e il marito, il marchese Egidio Campori, esploratore, documentarista e pittore, lasciano Modena, dove il palazzo di famiglia e pregevole galleria d’arte era andato distrutto durante la guerra, e si trasferiscono alle porte di Firenze, a Incisa in Val d’Arno.

Dal 1948 al 1950 Carmen frequenta i prestigiosi corsi di perfezionamento dell’Accademia Chigiana di Siena tenuti dal celebre direttore e violinista olandese Paul van Kempen.

Carmen Bulgarelli Campori nel 1961 

Al debutto a Milano con l’Orchestra d’archi di Bologna riceve il plauso di Wally Toscanini; fra il 1951 e il ’65 dirige oltre 500 fra concerti e opere liriche soprattutto di Puccini e di Verdi, lavorando più all’estero che in Italia. Fra i cantanti con cui collabora troviamo i grandi del periodo, da Anna Moffo a Mario Del Monaco, che accompagna in una trionfale tournée in Germania, da Luciano Pavarotti a Mirella Freni, che dirige rispettivamente in Rigoletto e Bohème; fra i maggiori concertisti si può citare il violinista Uto Ughi, che nel 1954 era un bambino prodigio. Con Maria Callas l’incontro fortunato avvenne durante un Maggio Musicale Fiorentino. Intanto apprezzate compositrici, come le argentine Ana Serrano Redonnet (191?-93) e Celia Torrá (1884-1962), che furono pure direttrici d’orchestra al Colón di Buenos Aires, affidavano propri lavori alla sua bacchetta o, vincendo la sua modestia e il carattere schivo, la presentavano in modo lusinghiero al pubblico di un concerto, come accadde a Verona con Elisabetta Oddone Sulli Rao (1878-1972), altra bella figura di artista poliedrica.

Carmen Bulgarelli Campori mentre dirige un’orchestra di 100 musicisti durante le prove al teatro di Buenos Aires negli anni ’40 

Carmen Bulgarelli è stata ospite dell’Orchestra di Hilversum, municipalità dei Paesi Bassi, e di numerose Orchestre sinfoniche tedesche: quelle di Hannover, Dortmund, Bamberga, Düsserldorf, Berlino, Monaco, Stoccarda, Amburgo. Ha fatto tournée in Spagna, Svizzera, Lussemburgo, Olanda, Gibilterra, Malta e in Argentina e Uruguay. Nel nostro Paese ha diretto l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna ed è stata la prima donna (e unica, all’epoca) alla guida delle Orchestre sinfoniche della Rai di Milano, Torino, Roma, dal 1993 unificate nella sede torinese.

Carmen Bulgarelli Campori mentre dirige un’orchestra negli anni ’40 

Purtroppo però non esistono dischi che testimonino la sua intensa attività. Nel 1950 ricevette dal Presidente della Repubblica l’ordine al merito e nel 1963 il premio Gazzotti della città di Modena.

Carmen Bulgarelli Campori mentre dirige un’orchestra 

A proposito della brillante carriera, che la vide di fatto la prima direttrice di successo in Italia, riportiamo un episodio significativo del clima del periodo: il 18 marzo 1954 nella rubrica “La settimana Incom” dell’Istituto Luce (che veniva presentata nelle sale cinematografiche prima della proiezione) un minuto e quindici secondi sono dedicati a lei. Il titolo del servizio è emblematico: Direttrice in gonnella, mentre una musichetta fa da sfondo sonoro. L’inizio è inquietante: «Sa anche fare il bucato!», e sentite il resto. Infatti quel breve filmato in bianco e nero si può trovare oggi su You Tube e, al di là delle battute banali, si scopre invece un grande talento mentre dirige (scusate se è poco) la sinfonia Italiana di Mendelssohn. Un altro filmato che ne mostra il gesto sicuro e la padronanza dell’orchestra la vede sul podio a Berlino, nel 1960, durante le prove con il celeberrimo tenore Del Monaco mentre esegue due romanze: Addio fiorito asil e Ah, la paterna mano.

Carmen Bulgarelli Campori (sul podio) con il tenore Mario Del Monaco durante le prove di “Ah, la paterna mano” e “Addio fiorito asil”, Berlino 1960 

Molto importante nel renderle omaggio e ricordarne le doti appare l’intervento di Clemente Terni, intitolato Carmen Bulgarelli Campori, eccezionale concertatrice e direttrice d’orchestra, nel convegno fiorentino del 19 giugno 2003 organizzato dalla Commissione regionale toscana per le Pari opportunità in collaborazione con la Società Italiana di Musicologia. Nell’occasione l’esperto fece ascoltare delle registrazioni inedite degli anni Sessanta della sinfonia del Don Pasquale di Donizetti, della sinfonia dei Vespri Siciliani di Verdi e del preludio di Aida. Mise in luce inoltre la lunga preparazione e il metodo di lavoro seguito dalla musicista attraverso le sue note sulle partiture, depositate in uno specifico fondo presso la Biblioteca comunale di Incisa in Val d’Arno, dove è morta prematuramente il 4 aprile 1965.

Una targa, apposta nel 2009 in piazza Capanni, fa riferimento al suo legame con la cittadina, peccato che sia definita “direttore” e che, come spesso avviene, il cognome del marito preceda il suo. Nel 2011 a Modena è stata ricordata, nella saletta del Foro Boario, per la pubblicazione del volume della studiosa e collaboratrice di Vv Lucia Navarrini Carmen Campori. Una donna direttore d’orchestra. L’8 marzo 2019 è stato presentato il Dizionario biografico delle donne modenesi, voluto dalla Provincia e curato da Roberta Pinelli, dopo una ricerca durata cinque anni, e fra i 2355 nomi figura anche Carmen Bulgarelli, a fianco di celebrità e di tanti personaggi femminili dimenticati. Viene citata spesso come esempio significativo pure nel libro della giovane musicologa Ilaria Giani dal titolo eloquente: Direttrici senza orchestra (Lim-tascabili, 2020)

Un interessante articolo su internet (ytali.com, 22.10.2020) ce ne offre poi un ritratto originale e inedito, da parte di chi la conobbe a Incisa, soprattutto relativo allo studio delle partiture, per esempio quella di Un ballo in maschera di Verdi: da un lato lo spartito, dall’altro un disco con la direzione di Toscanini, maestro indiscusso, da ascoltare e assimilare, non per copiarne l’esecuzione, ma per coglierne il metodo, lo stile. Un particolare che ci fa riflettere riguarda le recensioni citate da Giani, che erano tante, eppure coglievano spesso l’esteriorità della direttrice piuttosto che la sua innegabile bravura. Era «altissima, snella, figura da indossatrice, incedere elegante» (scrisse il musicologo Giuseppe Pugliese); il pubblico l’apprezzava e, ricordandosi «ch’era donna, anche se direttore d’orchestra», le recapitava «sul palcoscenico gentili mazzi di fiori» (parole del noto critico musicale Giulio Confalonieri), e non vi sarà sfuggito il dettaglio: “anche se”.

Carmen Bulgarelli Campori mentre dirige la Sinfonia Italiana di Mendelssohn; immagini andate in onda il 18 marzo 1954 nel telegiornale dell’Istituto Luce

Meriterebbe ben più di una semplice targa questa grande donna, esempio per tutte quelle che l’hanno seguita sullo stesso difficile cammino, tuttavia non se ne ha traccia nella odonomastica; «la quintessenza della musicalità», così ebbe a definirla in modo lusinghiero il docente e compositore Bruno Bettinelli (1913-2004) che di talenti se ne intendeva, avendo formato fra gli altri Claudio Abbado, Riccardo Muti, Maurizio Pollini, e… Gianna Nannini.

Qui le traduzioni in inglese e francese.

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Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.

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