Credito alle donne, è questo il titolo scelto per la rubrica di Vitamine vaganti alla quale l’Associazione iDEE, Donne del Credito Cooperativo, ha scelto di collaborare dall’inizio con entusiasmo.
Ci siamo quindi domandate: «Quale senso attribuire alla parola credito?».
È una parola che fa riflettere perché ha un doppio significato.
Per quanto riguarda il primo significato vi colleghiamo i concetti di fiducia e di stima. Il secondo, invece, si riferisce alla finanza e all’economia. Si tratta di due significati che non sono opposti, ma si completano tra di loro.
Sappiamo che nel settore finanziario le donne sono concentrate soprattutto nelle mansioni impiegatizie e hanno spesso stipendi più bassi dei loro colleghi maschi, anche quando si trovano in posizioni cosiddette “di rilievo”. Altresì, per quanto concerne l’accesso al credito e alla possibilità di fare investimenti il divario è ancora molto netto. Le ragioni di questa disparità? Tasso di occupazione più basso, stipendi contenuti, minori dotazioni patrimoniali.
E la parità — ne siamo consapevoli — passa anche attraverso la libertà di possedere un conto in banca e di amministrare i capitali. Non a caso, si parla sempre più spesso di “violenza economica”.
Così, abbiamo “navigato” nell’universo femminile, nello specifico nell’universo del mondo creditizio al femminile e abbiamo tratteggiato sei storie differenti sotto taluni aspetti, ma perfettamente sovrapponibili sotto altri.
Abbiamo navigato nel mare delle donne che lavorano, che partecipano, che vivono. Vivono di professioni, di impegno, di relazioni e conoscono le regole del gioco del settore bancario, finanziario e della cooperazione di credito.
La speranza è stata quella di fornire storie, di raccontare percorsi di vita umana e professionale che contribuissero all’emersione di profili femminili anche in un settore — storicamente — maggiormente rappresentato da uomini, quale quello del credito.
Le figure femminili, però, sono sempre più presenti e le loro storie possono essere preziose testimonianze per le donne di oggi e di domani.
Anna Maria Bartolini è stata la prima donna intervistata. Fu una delle prime donne italiane (forse proprio la prima in assoluto) chiamate a guidare una Banca di Credito Cooperativo: eravamo nel 1968 quando prese la guida dell’allora Cassa Rurale ed Artigiana di Pergola in provincia di Pesaro e Urbino. La chiamavano “la Signora” forse per una forma di rispetto, o forse per rimarcare una certa lontananza del genere femminile dal mondo bancario, anzi dai ruoli apicali in un settore, quello finanziario, dove nei livelli dirigenziali c’erano solamente maschi.
Abbiamo poi raccontato la storia di Charitè. La nostra protagonista nasce nel 1958 a Kpele Govie Konda, a 150 km dalla capitale Lomè (in Togo), dove frequenta la scuola primaria ad Asitakpanè e quella secondaria a Kapalinè. Dopo la scuola superiore si sposa e ha tre bambini. Una normale famiglia africana togolese, sino a quando il marito si innamora di un’altra donna e lascia Charitè e i suoi tre figli. Una donna ripudiata in Togo non ha diritti e il marito non ha nessun dovere nei confronti della prole e dell’ex coniuge. In un sistema fortemente patriarcale, Charitè è una donna che cerca il riscatto e lo trova con grandi sacrifici.
È stata poi la volta di Enrica Cavalli, commercialista con sangue romagnolo. Guidata dagli esempi di forza e di coraggio della mamma e della nonna, costruisce con passione e spirito di sacrificio la sua storia professionale. Sarà anche la curiosità per le nuove esperienze e l’attrazione per le sfide a indirizzarla verso esperienze più complesse, che la condurranno da presidente della Banca Malatestiana, alla nomina, nel maggio 2022, a Vicepresidente del Gruppo Cassa Centrale Banca.
E poi Doriana Lamborghini, tra le prime direttrici di banca del nostro Paese, premiata dall’Associazione iDEE nel 2023, al termine della diciannovesima Convention svoltasi a Bologna. Doriana Lamborghini ha rappresentato un pezzo di storia del nostro Paese e del Credito Cooperativo. Recentemente scomparsa, nel 1960 è diventata a soli trent’anni la prima direttrice generale della Cassa Rurale di Corporeno, poi diventata BCC di Cento, oggi accorpata da BCC Centro Emilia. Così le sue parole: «Mi relazionavo spesso con uomini affermati, ma senza il timore di non reggere il confronto. E non ho mai avuto il sentore che essere donna influenzasse il loro giudizio nei miei riguardi».
Nel nostro “navigare” eccoci da Teresa Fiordelisi Presidente di iDEE. Avvocata, è anche presidente della BCC Basilicata Credito Cooperativo di Laurenzana e Comuni Lucani, vicepresidente del Gruppo Bancario Cooperativo Bcc Iccrea e componente del Consiglio Nazionale di Federcasse. Queste le sue parole: «Sostenere e valorizzare il protagonismo femminile delle donne del Credito Cooperativo, obiettivo principe della nostra associazione, significa agire a livelli diversi per costruire una cultura attenta e inclusiva, in grado di riconoscere e valorizzare parimenti competenze, talenti e percorsi professionali di uomini e donne. Significa offrire occasioni di formazione sui temi della parità, intrecciandoli con esigenze della contemporaneità».
Al termine della nostra navigazione, approdiamo in Alto Adige, a Bolzano con Paulina Schwarz, presidente della Cassa Raiffeisen Etschtal, Consigliera della Cassa Centrale Raiffeisen dell’Alto Adige, nonché consigliera dell’Associazione iDEE. Il suo percorso è dettato dalla forza e dalla determinazione di chi con senso di responsabilità e di buon lavoro — come lei stessa lo definisce — è riuscita a mantenere la sua indipendenza e a ottenere rispetto. Cresciuta come figlia maggiore di sette bambine su un maso di montagna in Alto Adige, ha dovuto fin da piccola assumersi molte responsabilità. Gli studi di giurisprudenza Bologna e a Trento sono stati affrontati lavorando nel tempo libero, al fine di autofinanziare il percorso accademico.
Sei donne, sei storie, sei percorsi accomunati da impegno, dedizione e competenza.
Perché abbiamo raccontato queste storie? Perché auspichiamo che i talenti possano essere sempre valorizzati, anche quando l’articolo determinativo finisce con la vocale “a”.
Arianna Lorenzetto – Consigliera iDEE Donne del Credito Cooperativo
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Articolo di Sara Marsico

Giornalista pubblicista, si definisce una escursionista con la “e” minuscola e una Camminatrice con la “C” maiuscola. Eterna apprendente, le piace divulgare quello che sa. Procuratrice legale per caso, docente per passione, da poco a riposo, scrive di donne, Costituzione, geopolitica e cammini.
