Liliana Ragusa Gilli. Poliedrica matematica Italiana 

Una breve biografia, quasi a volo d’uccello, per ricordare con simpatia, affetto, profonda stima e riconoscenza Liliana Ragusa Gilli, “appassionata” della didattica “innovativa” della matematica. Ci ha lasciato eredità importanti per allieve e allievi, colleghe e colleghi, per le/gli attuali docenti. Bisogna sempre mantenere vivo il ricordo di coloro che hanno operato per ampliare la conoscenza di una delle discipline più affascinanti e utili allo sviluppo di tutti i saperi, sopire il rumore dell’ansia e delle paure di fronte allo studio della matematica nelle giovani generazioni, passare il testimone. Liliana non poteva assolutamente accettare che allieve e allievi fossero impauriti dallo studio dellamatematica, disciplina in cui era laureata. 
Nata a Roma il 26 agosto 1919, deceduta a Roma il 17 luglio 2007, coeva di Emma Castelnuovo e accomunata a Emma  non solo per aver collaborato con lei per tanti anni in molteplici occasioni ma, purtroppo, per aver vissuto l’esperienza ignobile, da non dimenticare, delle leggi razziali.  
Si sono conosciute a casa della famiglia, amica di Liliana, del professor Tullio Viola, dove si erano rifugiati i genitori di Emma: Guido Castelnuovo e sua moglie, perseguitati dal regime fascista. Entrambe matematiche, accomunate da un interesse spiccato per questa disciplina, hanno iniziato ad approfondire il tema della didattica per trovare vie nuove, alternative, che potessero coinvolgere allieve/i, colleghe/i, il mondo dell’istruzione, i centri di ricerca, le Università in Italia e all’estero. 
Roma era stata appena liberata quando Liliana Ragusa Gilli ed Emma Castelnuovo, insieme a Tullio Viola, allora assistente all’Università, fondano l’Istituto romano di cultura matematica (Ircm), privo di riconoscimento ufficiale. Fecero un timbro, stamparono la carta intestata e distribuendo in bicicletta i volantini nelle scuole organizzarono incontri per decine e decine di insegnanti, tenuti da diverse scienziate/i, esperte/i in didattica di altre discipline, quali fisica, filosofia, pedagogia, matematica, curatori/trici dei programmi scolastici di altri Paesi. All’Ircm, che avrà vita per soli cinque anni, vengono organizzati anche cicli di conferenze: una fucina strabordante di idee, riflessioni, contenuti. Le conferenze si tenevano di sabato pomeriggio nella sala di fisica del “Tasso”. La scuola di Emma. 
Da segnalare anche lo stretto rapporto di amicizia e collaborazione con Lina Mancini Proia, che era stata collega di Emma alla Sapienza di Roma. Entrambe si erano laureate nel 1936. Si può constatare e affermare che negli anni ’40 si era costituita una terna sempre più affiatata, affermata e riconosciuta che durò più di 50 anni, di eccellenti matematiche esperte di didattica. Con loro collaborava attivamente il matematico, professor Ugo Pampallona. Via via aumentò l’interesse di giovani matematiche/i per una docenza “alternativa” da diffondere nelle scuole con nuovi sussidi didattici e libri di testo.  
Nel 1968, grazie ad Emma Castelnuovo che si batteva con tenacia e determinazione per far riconoscere l’importanza scientifica della didattica, ottennero un contratto dal Consiglio nazionale delle ricerche per la didattica della Matematica. Il Comitato della Matematica del Cnr fu molto attivo sino alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso. Tutti e quattro insieme nel 1971, in un sodalizio che durò per tanti anni, elaborarono il progetto di otto serie di lucidi per lavagna luminosa destinati alla scuola media, accompagnati da fascicoli illustrativi che furono realizzati dalla Minnesota e diffusi dalla Nuova Italia. 

Lucidi
Lucidi

Un altro lavoro interessante furono i fascicoli di istruzione programmata realizzati per il Cnite, Centro nazionale italiano tecnologie educative, nell’ambito del progetto Abilità matematiche di base, diretto da Aldo Visalberghi e Maria Corda Costa.  
Il materiale doveva essere usato, dopo la somministrazione di un test d’ingresso, nella prima classe delle scuole superiori (qualunque tipo di scuola) allo scopo di aiutare alunne e alunne, di varia provenienza e preparazione, a superare eventuali lacune e difficoltà. Del resto, questo è sempre stato il loro principale obiettivo. Il mezzo, nuovissimo, piacque molto alle quattro docenti, che si impegnarono per rendere i fascicoli quanto più possibile efficaci.  
Liliana, poliedrica per l’interesse evidenziato nella docenza e nella collaborazione con altre/i docenti all’interno di ciascuna delle tre fasce d’insegnamento nelle scuole: elementari, medie, superiori. ha avuto sempre facilità di rapporti, in particolare con colleghe e colleghi che venivano via via inserite/i nel gruppo di lavoro. Chissà, forse perché si ha bisogno del calore dell’amicizia per impegnarsi nel migliore dei modi. Era sempre un piacere incontrasi con Liliana, Lina, Ugo, e… nelle puntuali, numerose riunioni soprattutto a casa di Emma, per mantenere attivo e costruttivo il dialogo per la ricerca di modi e metodi che appassionassero allieve e allieve allo studio delle matematica. 
Per quanto riguarda l’impegno didattico nella scuola elementare desidero segnalare anche Ida Sacchetti, insegnante attivissima, con la quale collaborò per lunghi periodi anche Liliana perché sosteneva: «Chi voglia occuparsi seriamente dei problemi dell’apprendimento prima o poi deve rifarsi alle radici». Condivisi e condivido in pieno questa riflessione di grande saggezza e lungimiranza. 

Traduzione a cura di Liliana Ragusa Gilli

Liliana può essere considerata una sorta di caleidoscopio: docente, traduttrice, formatrice nei corsi di aggiornamento per docenti, scrittrice anche in collaborazione con altri/e matematici/che, organizzatrice di mostre, didatta infaticabile. Il suo impegno si muoveva a tutto campo, quindi anche nell’ambito delle tematiche “agganciate” alla matematica: statistica, informatica e non solo. 
Lilliana ha svolto la funzione docente quasi dappertutto, oltre all’esperienza del 1947 presso il Convitto partigiani e reduci “Rinascita”, dove ha insegnato matematica e di cui era vicepresidente il prof. Lombardo Radice. Si segnala la sua partecipazione, molto importante, a Telescuola, durata dal 1959 al 1967. Per chi, come me, ha potuto seguire quella trasmissione, è indimenticabile il ricordo di vederla e ascoltarla durante le sue lezioni trasmesse dalla Tv rigorosamente in bianco e nero. Il suo volto, le sue movenze sono stampate negli occhi. La sua voce risuona nelle mie orecchie ancora dopo tanti anni! Fu aiutata da Ugo Pampallona per correggere l’enorme quantità di elaborati proveniente da una marea di allievi ed allieve situate nei posti di ascolto sparsi in tutta Italia. Telescuola ha permesso di alfebetizzare milioni di italiane/i, in particolare residenti in piccole comunità; venne poi affiancata nel 1960 dalla trasmissione Non è mai troppo tardi, curata dal maestro e pedagogo Alberto Manzi, da considerare una delle icone della televisione italiana. L’esperienza delle due trasmissioni televisive è divenuta una delle più importanti a livello mondiale nella didattica a distanza, della quale rappresenta uno dei primi esperimenti in assoluto. 
Liliana era curiosa, generosa di sé, empatica, coinvolgente, impegnata, come una levatrice, a far emergere i talenti insiti in allievi e allieve. Era piacevole avere con lei scambi di opinione durante gli incontri nelle scuole, al Cnr a casa di Emma Castelnuovo. Ha sempre sostenuto le capacità di analisi e di sintesi di giovani laureate/i, la loro disponibilità e propensione per l’insegnamento e collaborato attivamente con loro anche nella scrittura di testi relativi alla statistica e all’informatica. La peculiarità innovativa di Liliana era quella di volere a tutti costi fare apprendere la matematica a tutti e tutte, nessuna/o escluso: persone grandi e piccole. Aborriva il luogo comune troppo spesso ripetuto ancora oggi: non sono portata/o per la matematica.  
Il suo desiderio di voler far apprendere questa disciplina a tutti e tutte indistintamente è presente e comune in molte/i di noi matematiche e matematici e ci spinge con determinazione a scardinare stereotipi e luoghi comuni. Ci sembra impossibile che un linguaggio che ci permette di apprezzare a tutto campo l’Arte e la Scienza ma anche la filosofia, la letteratura e altro non debba essere patrimonio di tutte e tutti. Ecco il motivo per il quale si è lavorato e si lavora molto, in modo incessante, sulla didattica anche attraverso i Laboratori di Matematica.  

Fra le sue abilità Liliana ha avuto la lungimiranza, l’intelligenza, la capacità di tradurre in italiano anche il libro del matematico ungherese Tobias Dantzig: Il numero linguaggio della scienza, considerato in modo indiscutibile un capolavoro della letteratura matematica. Un libro di cui si è parlato molto e che si deve continuare a segnalare e suggerire di leggere alle/ai docenti di matematica o aspiranti tali. A mio avviso la sua lettura dovrebbe essere suggerita a tutte/i. La prima edizione è del 1930 ma il libro è attualissimo e ancora oggi può essere il punto di riferimento per una notevole quantità di autori. Albert Einstein lo giudicò: «senza ombra di dubbio, il libro più interessante sull’evoluzione della matematica che sia mai caduto nelle mie mani». 

Traduzione di Liliana Ragusa Gilli
Traduzione di Liliana Ragusa Gilli

Fra i tanti corsi di aggiornamento svolti da Liliana desidero segnalare quello che si è tenuto nell’a.s. 1980/81 presso l’Istituto Bernini di Roma. Un corso destinato a docenti di matematica del biennio delle scuole superiori. Direttore del corso era il prof. Lucio Lombardo Radice, affiancato dalla prof.a Franca Buontempo, docente di matematica presso l’Istituto Bernini. Colgo l’occasione per segnalare l’impegno infaticabile profuso dal prof. Lucio Lombardo Radice, grande amico della scuola, nel sostenere l’importanza  dell’indirizzo didattico del Corso di Studi in Matematica presso l’Istituto Guido Castelnuovo di Roma e di sostenerne la pari dignità con gli indirizzi: applicativo e generale. Sono a lui grata per essere stato il mio relatore di tesi e avermi in qualche modo fatto intravedere la possibilità di andare a insegnare all’estero. Sono grata anche a Liliana Ragusa Gilli, una delle mie molteplici mentori nell’ambito della Matematica.  

Opere 
Che cos’è la statistica, di Ugo Pampallona, Ragusa Gilli Liliana, edito da Loescher, 1968. 
Il maestro e l’informatica. Esperienze e proposte per la scuola elementare, di Fasano Petroni Margherita, Ragusa Gilli Liliana, Bochieri Gentili Rosa, edito da La Nuova Italia, 1983. 
Geometria dall’esperienza al gioco 1, di Ferruccio Rohr, Ragusa Gilli Liliana, Ida Sacchetti, edito da Giunti & Lisciani, 1990. 
Geometria dall’esperienza al gioco 2, di Ferruccio Rohr, Ragusa Gilli Liliana, Ida Sacchetti, edito da Giunti & Lisciani, 1990. 

Traduzioni 
Tobias Dantzig, Il numero: linguaggio della scienza, collana Didattica viva, traduzione di Liliana Ragusa Gilli, Firenze, La Nuova Italia, 1985. 
Richard Courant, Herbert Robbins, Che cos’è la matematica?, traduzione di Liliana Ragusa Gilli, 1ª ed. italiana, dalla 3ª edizione orig. (ottobre 1945), Einaudi, 1950, p. 754. 
Peierls Rudolf Ernst, Le leggi della natura, traduzione di Liliana Ragusa Gilli, Torino, Paolo Boringhieri, 1960. 

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Articolo di Gabriella Anselmi

Docente di matematica e formatrice in Italia e all’estero, presso Istituti Superiori e Università, da sempre attiva nell’associazionismo, e già presidente nazionale FILDIS, è componente del Direttivo della Rete per la Parità, del CNDI, di Toponomastica femminile, della GWI (Graduate Women International) e dell’UWE (University Women of Europe).

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