Nori Andreini Galli. La voce della Valdinievole

Narratrice, giornalista, poeta, saggista, Nori Galli è stata a lungo l’interprete più efficace, la voce più apprezzata della Valdinievole dove era nata e ha sempre vissuto. Di questa area, inserita nella provincia di Pistoia dal 1928 ma appartenente per secoli alla Lucchesia per vicinanza territoriale e legame storico, ha saputo diffondere e tramandare l’arte, la cultura, le tradizioni, le leggende, i personaggi più significativi, gli eventi caratteristici. Ne ha scritto in tante forme: attraverso riviste, poesie, racconti, con immutato amore e con grande competenza, grazie a uno stile unico, personale, caratterizzato da accuratezza ma anche da ricchezza di dettagli, curiosità, aneddoti. Da più parti la sua «penna narrante», dalla «freschezza appassionata», come l’ha definita la studiosa Bruna Rossi, è stata avvicinata a quella, sapiente, di celebri scrittori toscani che sono stati figli di questa stessa terra, primi fra tutti Carlo Collodi e Giuseppe Giusti, con la loro visione disincantata, talvolta giocosa e ironica, altre volte poetica e raffinata. Nori aveva sposato l’avvocato Loris Andreini, da cui ebbe due figlie, Laura e Giovanna, e nella loro elegante abitazione di Montecatini Terme amavano ospitare intellettuali e frequentare amici come Geno Pampaloni, Alfonso Gatto, Mario Tobino, Piero Bargellini, affascinati dalla conversazione brillante e dalla fornitissima biblioteca in cui era bello perdersi, per ricerche e amene letture.

La sua eclettica produzione non è facile da sintetizzare proprio per la varietà degli interessi dell’autrice, ma certo un punto focale è rappresentato da un volume prezioso, del 1970: La grande Valdinievole. Dieci itinerari d’arte e turismo che tratta un’area geograficamente più ampia rispetto agli 11 comuni che costituiscono la Valdinievole, a cui con Toponomastica femminile abbiamo dedicato una delle nostre guide sulle tracce delle donne più significative e alla quale si rimanda per una conoscenza dettagliata del territorio. Nori si è spinta oltre: descrive sì le cittadine più popolate e importanti della pianura come Monsummano, Pescia, Montecatini, e i graziosi borghi collinari, ma poi entra nella Svizzera Pesciatina fino a Vellano, si muove verso Lucca percorrendo le vie e raccontando le storie di Montecarlo e Altopascio. Dalla parte opposta raggiunge Cerreto Guidi, Fucecchio, Ponte a Cappiano, fino a Vinci, patria di Leonardo; infine, proseguendo le incursioni nelle province limitrofe, arriva a Santa Maria a Monte e Santa Croce sull’Arno. Insomma la sua Valdinievole, ovvero Vallis Nebulae (Valle della nebbia oppure Valle del fiume Nievole), diventa davvero “grande” per abbracciare comunque territori affini per legami storici, fisici, culturali.

Sulla sua città la nostra scrittrice ha realizzato, nel 1973, Invito a Montecatini (Pacini Fazzi), la cui appendice interessantissima consiste in dodici itinerari originali, uno dei quali rivolto essenzialmente a piccoli viaggiatori e viaggiatrici, seguìto nel 1980 da un’opera, a cura del Comune, tuttora insuperata sia per l’ampiezza delle notizie sia per l’apparato iconografico comprendente 185 fra fotografie, cartoline, inviti, pubblicità, articoli di vecchi giornali, e 18 tavole a colori fuori testo: Montecatini del passato prossimo; una vera miniera per chi voglia approfondire la conoscenza della vita reale, dei mutamenti sociali, degli edifici e della viabilità, di celebri visitatori e visitatrici attratte dai “Bagni” e dalle prodigiose acque termali. L’arco di tempo esaminato va dalla nascita del piccolo borgo, grazie all’intervento del granduca Pietro Leopoldo, fino al 1940, restituendoci un ritratto vasto e variegato nel susseguirsi delle epoche e degli eventi; il libro, precisa negli ultimi righi l’autrice, «non vuol essere un fatto letterario, ma una dichiarazione d’amore», e dopo 44 anni possiamo confermarlo perché, nonostante altri tentativi, nessuna e nessuno è riuscito nell’intento di superarla.

Nel volumetto Le Tamerici. Racconti e leggende di Valdinievole (Pacini Fazzi, 1979), a personaggi reali come Dante, Castruccio Castracani, la famiglia de’Medici e Pandolfo Malatesta, si uniscono storie fantastiche con creature immaginarie; vengono rievocate vicende misteriose (Le ginocchiate di Santa Barbara), antichi episodi (Il ponte di Dante), figure come il “linchetto”, una sorta di folletto «né buono, né cattivo, dispettosissimo», mentre il titolo rimanda a delle piante abbandonate sul poggio delle Panteraie vicino a un ruscello, forse origine di quelle sorgenti speciali in grado di ridare la salute e la giovinezza. In una produzione così ampia e attenta non poteva mancare un volume dedicato a un luogo magnifico, che si collega con la straordinaria vena narrativa di Carlo Lorenzini e con il suo immortale Pinocchio, ovvero Il giardino e il castello Garzoni a Collodi (con Francesco Gurrieri – Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia, 1975) dove lo scrittore bambino trascorse ore liete insieme alla madre Angiolina che qui aveva trovato lavoro come sarta e cameriera e da cui poi prese lo pseudonimo che lo ha reso noto in tutto il mondo.

Un altro interesse di Nori è stato rivolto al capoluogo della provincia, con i volumi riccamente illustrati: Ville pistoiesi (Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia, 1989), Palazzi pistoiesi (Pacini Fazzi, 1991), Pistoia segreta (Cassa rurale e artigiana di Chiazzano, 1991), con l’intento di valorizzare un patrimonio all’epoca non così noto e oggi giustamente riscoperto dalla cittadinanza e dal turismo, assai più numeroso e vivace, specie dopo che Pistoia è stata capitale italiana della cultura nel 2017.

Spostandosi sul versante lucchese, va ricordato: Altopascio. Il segno del Tau (Vallecchi), arricchito da fotografie di Monaldo Orsucci e da una precisa analisi urbanistica di Augusto Boggiano, in cui si fa il punto su una serie di affascinanti vicende storiche legate in gran parte alla via Francigena. Di tutt’altro respiro la biografia che in quest’anno di celebrazioni meriterebbe una ristampa: Puccini e la sua terra (Pacini Fazzi), con una bella presentazione di Mario Tobino, in cui il grande compositore viene inserito nell’ambiente che lo ha formato e da cui trasse continua ispirazione.

Fra le amicizie della coppia Andreini nel mondo dell’arte vanno annoverati il lucchese Antonio Possenti (1933-2016) che ha fornito in varie occasioni a Nori le deliziose illustrazioni per i volumi di racconti per l’infanzia, fra cui Boccia e altre storie (1996) e Il libro di Giorgio (2002), dedicato al nipotino, entrambi a cura della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, ma pure il pugliese Adolfo Grassi, con Pittura e grafica (1970), e il marchigiano Walter Piacesi, con Le periferie. Acqueforti (1981), ai quali invece la scrittrice ha donato la sua penna in volumi monografici. Rapporti cordiali aveva stretto pure con Jorio Vivarelli, scultore nato in provincia di Pistoia, e Maurilio Colombini, artista piombinese, di cui si occupò con recensioni e note critiche, mentre già nel 1968 aveva dedicato un saggio allo scultore pistoiese Sigfrido Bartolini.

Il mondo fiabesco e i giochi più spensierati le hanno dato la felice idea per il volume: Viareggio. Il carnevale: un’altra vita, opera espressamente rivolta a piccoli lettori e lettrici, pubblicata da Vallecchi (1978). L’infanzia del resto era già stata protagonista del suo piacevolissimo romanzo in gran parte autobiografico: Pietrino detto di Frulli (edizioni del Girasole, 1974), in cui narrava le vicende giovanili del babbo, nel contesto del Padule di Fucecchio, o meglio in quell’area inserita nel comune di Ponte Buggianese, lungo il fiume Pescia, di cui Pietrino era figlio. Un habitat particolare, da cui la gente che vi abitava un tempo ricavava di che vivere: pesca, caccia, erbe palustri da intrecciare, frutti e vegetazione spontanea. Questo libro, dedicato alle figlie per tenere viva la memoria familiare, merita qualche spiegazione. Intanto cosa significa “di Frulli”? In campagna, in Toscana, si davano spesso soprannomi che passavano di padre in figlio, in tal caso si riferisce a una certa inquietudine, alla continua voglia di muoversi e di girare il mondo, proprio come «uccelli di padule, ch’ogni stagione se li porta via». Pietrino partì davvero, alla volta degli Stati Uniti, dove lavorò duramente; ritornò per combattere con coraggio nella Grande guerra meritandosi una medaglia e poi, di nuovo in America, trovò una ragazza di buona famiglia con cui si sposò. Insieme vennero a vivere a Montecatini, dove lui aveva trovato lavoro come giardiniere, e lì nacque la figlia, nella casa in via Marruota, l’8 agosto 1926. Nori studiò poi all’istituto magistrale Don Bosco e si laureò in Lettere. A proposito del Padule dove la scrittrice ritornava spesso e volentieri per rivedere la casa paterna, i canali solcati dai barchini, i tabacchifici dismessi, i luoghi tanto cari, ha notato Bruna Rossi: «Perfino le sue liriche più toccanti e i racconti autobiografici non rinunciano a disegnarne i paesaggi caratteristici, lasciando trasparire lo spirito profondo di chi vi abita: rude e sbrigativo, ma di una fermezza morale che, anche se a volte mascherata dall’arguzia toscana e popolare, non viene mai meno al proprio ruolo etico». È stato appena citato un altro àmbito della vasta e variegata produzione di Nori: la poesia, a cui si è dedicata con la consueta passione e con una sensibilità straordinaria, sia nei volumi stampati da Guanda: Un cerchio d’ansia (1967), piccolo canzoniere d’amore, con prefazione di Carlo Betocchi, e Al caffè dello svizzero (1970), sia nel più recente Piccola eternità (Pacini Fazzi, 2004), ancora illustrato da Possenti, in cui i versi si rifanno al passaggio delle stagioni, all’osservazione della natura, ai ricordi, ai pensieri più intimi.

Nel settore giornalistico il suo contributo è rimasto legato al quotidiano La Nazione di cui è stata per anni assidua collaboratrice, ma la si ricorda pure come fondatrice della rivista Vacanze a Montecatini e per un decennio, a partire dal 1980, come direttrice responsabile della raffinata rivista turistica, a cadenza annuale, Montecatini e le sue Terme, nata nel 1954, che ha accompagnato per lunghi anni i soggiorni di chi veniva a “passare le acque” in città. Di fatto gli articoli della direttrice furono essenziali per riprendere pubblicazioni precedenti, per fare ricerche importanti a carattere storico e bibliografico, per imprimere il suo stile inconfondibile; tuttavia si trattò anche di un efficace strumento di conoscenza e di informazione rivolto a un pubblico ampio, nazionale e internazionale, quando Montecatini era, molto più di oggi, un polo di attrazione per le sue acque termali, per i caffè eleganti, per i tanti ritrovi, per le mille iniziative culturali e di svago, per i giardini curatissimi, per la grande pineta in cui era, ed è, piacevole passeggiare.

Nori Andreini Galli. Archivio fotografico femminile, presso Archivio di Stato, Pescia

Nori Andreini Galli (come si firmava e le piaceva essere chiamata) è morta nella sua città il 12 settembre 2014. In seguito alcune iniziative sono state organizzate per celebrarne la persona e l’operato, a cominciare dal convegno Per Nori. La sua città la ricorda, del 30 aprile 2016, nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale; il 28 luglio successivo l’Angolo delle Letture in piazza XX Settembre, a cura di Carla Papini, fu dedicato ai suoi scritti, e nell’anno scolastico 2021-22 la sezione locale di Soroptimist, di cui fu socia e fondatrice, ha promosso un concorso rivolto alle classi seconde dell’Istituto secondario di primo grado Berni di Lamporecchio, la cui premiazione si è svolta il 7 ottobre. Perché abbiamo deciso anche noi di rendere omaggio a questa signora delle lettere e cittadina innamorata del suo territorio, è presto detto: sono trascorsi dieci anni dalla scomparsa ed è venuto il momento di promuoverne presso le amministrazioni locali un ricordo duraturo attraverso l’intitolazione di una via, o di una piazza, o di un altro luogo pubblico come una rotonda o un giardino. Se riusciremo nell’intento, ci piace allora immaginarla come la ricordiamo e come ce la mostrano le foto: gentile, sorridente e grata.

In copertina: Nori Galli in un bel ritratto giovanile.

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Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.

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