Consuelo Suncín. Non solo una musa

Potrei raccontare la storia di Consuelo Suncín nel modo più tradizionale possibile, come moglie e musa del celebre scrittore Antoine De Saint-Exupery, autore di Il piccolo principe, uno dei più famosi libri al mondo, tradotto in più di 250 lingue e che ha venduto 140 milioni di esemplari. Vorrei invece raccontare la storia di Consuelo Suncín Sandoval, donna intraprendente e tormentata, viaggiatrice, scrittrice, artista. Una storia, la sua, dove la realtà si mescola con la fantasia, ricca di intrighi e misteri che avvolgono la sua vita, ma anche ciò che succederà dopo la sua morte.
E così la racconterò, senza preoccuparmi di ciò che è veramente accaduto o di cosa è pura immaginazione, nel migliore stile latinoamericano. Perché Consuelo è nata nel 1901 precisamente in El Salvador, nel piccolo paesino di Armenia. Probabilmente la sua famiglia paterna aveva origini francesi, e in Francia lei vivrà e morirà nel 1979.

Foto di famiglia. La madre di Consuelo (sinistra) e Consuelo (destra)

La vita la porterà negli Stati Uniti, in Argentina, in Francia, in Messico, in Canada, in Italia, superando difficoltà e intoppi nei suoi diversi viaggi. Ritornerà alcune volte in El Salvador, nel suo piccolo paese d’origine, dove è cresciuta nella casa dei suoi facoltosi genitori: don Félix Suncín e doña Ercilia Sandoval Zeceña; sicuramente ebbe due sorelle, Ana Dolores e Amanda, alcune bibliografie indicano anche due se non tre fratelli. Suo padre è rappresentato da alcuni storiografi da una parte come un progressista proprietario terriero dei primi anni del ‘900, dall’altra come uno dei militari — era infatti colonnello — che parteciparono al massacro del 1932 in El Salvador.

Il padre Félix Suncín; la madre Ercilia Sandoval Zeceña

Nella sua autobibliografia, Consuelo fa cenno soltanto alla minuta madre e alle sorelle, del padre e dei fratelli non c’è traccia. Nelle poche pagine dedicate ad Armenia, ho ritrovato i sapori e gli odori di quel paese tropicale che conosco e amo. È il profumo di mango e di arance, è il sapore intenso dei tamales e delle pupusas, i piatti tipici salvadoregni; è il vociare delle bambine e dei bambini che l’accolgono quando scende dal treno, lei, la connazionale che era diventata famosa all’estero e ora tornava a casa. Di Armenia era anche Claudia Lars, che diventerà una scrittrice e che così farà dire a Consuelo in Tierra de infancia: «Non voglio per niente essere uguale a un uomo nella vita, giammai: in primo luogo, perché gli uomini lavorano troppo e in secondo luogo, perché quasi tutti son brutti. Non voglio nemmeno studiare, fino a diventare cieca; cosa potrei fare senza i miei occhi? Se sei capace di conservare un segreto, ti dico che sarò regina di un regno lontano, e che avrò vestiti d’oro e d’argento, anelli e collane con pietre meravigliose. Questo sarò quando crescerò: una regina!».
Consuelo, con i suoi bei capelli e il suo fascino, aveva già fatto innamorare, giovanissima, l’avvocato Lisandro Villalobos, che frequentava con altri distinti intellettuali dell’epoca la casa di suo padre. Ma la vita, anche sentimentale, di Consuelo, doveva percorrere altre strade; nel lungo elenco di innamorati c’è chi iscrive anche Gabriele D’annunzio; sicuramente ci fu il messicano José Vasconcelos, scrittore e filosofo, uno dei politici più importanti nella storia messicana all’inizio del XX secolo.

Consuelo Suncín

Consuelo si sposò tre volte e in tutte le tre volte rimase vedova. Il primo marito fu il giovane messicano Ricardo Cárdenas, giovane messicano di pelle chiara, che lavorava in uno studio di pittura; si erano conosciuti a San Francisco, dove Consuelo era andata a diciannoveanni per studiare inglese; furono sposati per poco tempo, quando lui morì in un incidente ferroviario erano già separati, ma lei preferì mantenere lo status di vedova, per guadagnare una maggiore rispettabilità sociale. In più occasioni Consuelo aveva dichiarato che suo marito era morto durante la rivoluzione messicana, anche se non era vero. Il secondo marito fu invece Enrique Gómez Carillo, di origine guatemalteca, scrittore e giornalista, console generale per l’Argentina in Francia. 

Gómez Carrillo e Consuelo Suncín

Lo sposò in una semplice cerimonia civile a Parigi, ma Consuelo indossava uno sfarzoso vestito alla moda, contenta dello status sociale raggiunto con questo matrimonio importante. Secondo alcuni biografi, Enrique fu coinvolto in casi di spionaggio, addirittura nella morte di Mata Hari, ma niente è certo. Sicuramente era un uomo brillante, che aveva avuto già due mogli; e proprio con la seconda moglie, la ballerina spagnola Raquel Meller, Consuelo ebbe una disputa quando anche Enrique morì per un ictus cerebrale, nel 1927, soltanto undici mesi dopo il matrimonio; entrambe volevano essere riconosciute come vedova di Enrique, e gestirne il favoloso patrimonio. Vinse la causa Consuelo, diventando così la rispettabile vedova del famoso letterato.

Ritratto di Consuelo Suncín — archivio familiare

Il terzo marito fu Antoine De Saint-Exupery, per lei solamente Tonio, conosciuto in Argentina, dove, a soli venticinque anni, ricopriva il ruolo della vedova inconsolabile di un uomo importante come Enrique. Era il 1931: fu molto probabilmente un colpo di fulmine, raccontato dalla stessa Consuelo e dai suoi bibliografi con una versione da favola. Antoine, già provetto pilota, la invitò a salire sul suo aereo per un giro turistico; ma una improvvisa tormenta di neve spaventò Consuelo, completamente terrorizzata da ciò che stava accadendo; Antoine allora le disse «Abbracciami o cadiamo». E così fece Consuelo, dando inizio a una storia d’amore che durò tra alti e bassi, tra separazioni e tradimenti — probabilmente quasi tutti di Antoine — tra riconciliazioni e nuove lune di miele, fino alla morte di Saint-Exupery, avvenuta nel luglio del 1944, in circostanze guarda caso anch’esse misteriose. Tonio era salito su un Lightning P-38 per un giro, ma dopo sei ore era scomparso dai radar. Un cadavere non identificato, sicuramente con una divisa francese, fu incontrato alcuni giorni dopo vicino all’arcipelago Frioul, a sud di Marsiglia; fu sepolto come ignoto. Molti anni dopo, esattamente nel 1998, un pescatore trovò vicino all’isola Riou, prossima a Marsiglia, un braccialetto d’argento, con il nome di Saint-Exupery e quello di Consuelo, secondo alcuni segno di un amore intramontabile.

L’aristocratica e xenofoba famiglia dell’autore francese inizialmente rifiutò di accettare la veridicità del braccialetto, a testimonianza della scarsa considerazione che aveva di Consuelo, mai veramente accettata perché non degna del proprio marito. La cognata di Consuelo, Simone, più di una volta la definì come una donnicciola o una contessa degna soltanto di un film. Pochi anni dopo il ritrovamento del braccialetto, venne ritrovata anche la carcassa di un aereo simile a quello che guidava Antoine, e il caso venne considerato definitivamente chiuso. Ma non i mormorii e le diverse versioni sulla sua morte: c’è chi sostenne che si era suicidato, chi diceva che in realtà aveva soltanto finto la propria morte; e non si esclusero intrecci politici, visto che Saint-Exupery aveva manifestato delle profonde divergenze con Charles De Gaulle, allora dirigente della resistenza francese contro il nazismo. Lo stesso De Gaulle lo aveva fatto ritirare dalle Forze armate libere di Francia e probabilmente accusato di doppio gioco con i tedeschi. Con la morte dell’autore francese, Consuelo, che era stata la rosa del Piccolo Principe, cadde nell’oblio generale; in realtà la sua vita, anche artistica, continuò.

Continuò, perché quando si era trasferita giovanissima negli Stati Uniti, aveva frequentato l’Accademia di Belle Arti di San Francisco e quando visse in Messico, al tempo del suo matrimonio con Enrique, conobbe Diego Rivera presso il Collegio Ildefonso, allora centro del cosiddetto muralismo messicano. E fu proprio questa corrente artistica a influenzare la pittura vivace e intensa di Consuelo. Poco si sa purtroppo delle sue opere.
Ho scovato in un paio di articoli di giornali salvadoregni il riferimento a una mostra di quadri e sculture che Consuelo realizzò a Parigi nel 1959, quindici anni dopo la morte di Antoine, nella Galleria Berheim-Jeune-Dauberville. Purtroppo, le tracce della sua esperienza artistica si fermano qui.
Scrisse sicuramente un libro, Oppède, pubblicato in francese e poi tradotto in spagnolo, mai in italiano, almeno per ciò che mi risulta. È dedicato alla sua esperienza proprio a Oppède, un piccolo comune della regione del Vaucluse, dove visse per alcuni mesi l’esperienza di un gruppo di artisti in fuga dal nazismo, guidati dal futuro famoso architetto Bernard Zehrfuss. In questa sorta di Comune, basata su principi socialisti e monacali, si fece chiamare Dolores, il nome della sorella, a cui probabilmente Consuelo si sentiva legata.
È una esperienza nuova per Consuelo: coltivare giardini, costruire case, dare la caccia al cinghiale, camminare con zoccoli muovendosi con fatica tra le rovine di un paese abbandonato, la fa sentire viva, in pace con sé stessa. Anche se durerà poco, perché ancora una volta ritornerà nella sua vita di sempre con Tonio; una vita che la porterà più volte in cliniche, a cercare di curare affanni e tormenti d’asma, ma anche d’amore. Consuelo morirà proprio per un attacco di asma il 28 maggio del 1979 a Grasse, in Francia; venne sepolta nel cimitero di Père Lachaise a Parigi accanto al suo secondo marito Enrique; lasciò in eredità tutti i suoi beni e diritti al suo fedele maggiordomo e giardiniere José Martinez-Fructuoso, scelta che sorprese molti.

Ancora più sorprendente fu la bomba che scoppiò nel 2000, esattamente poco prima dei festeggiamenti per il centesimo anniversario dell’autore del Piccolo Principe: José Martinez fece pubblicare il manoscritto Memorie della rosa, in cui Consuelo racconta i tredici anni di matrimonio con lo scrittore francese. Anche per questo libro niente è certo: secondo alcune interpretazioni il vero autore del libro fu lo scrittore e filosofo Denis de Rougemont, secondo altri non essendo Consuelo di madre lingua francese, è verosimile che abbia chiesto aiuto ad alcuni amici francesi per la stesura del testo. Io ho letto tutto di un fiato Memorie della rosa, e mi piace immaginare di aver incontrato i pensieri, i sogni, le paure e i desideri di questa donna fragile, senza nessuna certezza, nemmeno l’amore per se stessa.
Non c’è pace per Consuelo, nemmeno dopo la sua morte, nemmeno nel suo paese natale, El Salvador. È di qualche anno fa la disputa tra Abigail Alvarado Suncin, di cui Consuelo era stata madrina di cresima, e Mireille Escalante Dinas, la sua unica nipote di primo grado. Abigail scrive nel 2003 La rosa que cautivó al principito: Consuelo de Saint-Exupéry, libro la cui autenticità è messa in dubbio da Mireille, che vuole considerarsi l’unica erede spirituale della zia.

Una storia dunque, quella di Consuelo, intrecciata con amori, misteri, suggestioni: resta la vita di una donna che, al di là dei famosi e intellettuali amici, amanti e mariti, deve essere considerata come una donna che al principio del XX secolo cerca di rompere le frontiere fisiche nazionali e quelle ideologiche di un sistema patriarcale, alla ricerca di una realizzazione individuale e di spazi di libertà fisici e spirituali. Aveva infatti scritto: «Mi piace il cammino che conduce al tesoro, più che il tesoro in sé. Mi piace partire, mi piace andare, per poter passare la staffetta ad altre persone. Sì, alcune esperienze finiscono, anche la vita, ma mi piace pensare di lasciare delle orme, qualcosa di me che perduri in questo pianeta».

In copertina: Los pájaros, opera di Consuelo Suncín.

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Articolo di Maria Teresa Messidoro

Classe 1954, insegnante di fisica, da quarant’anni vicina alla realtà latinoamericana, in particolare a El Salvador, e con un occhio di genere, è attualmente vicepresidente dell’Associazione Lisangà culture in movimento; è scrittrice per diletto ma con impegno e spirito solidario.

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