La ville lumière, dopo aver organizzato i Giochi olimpici, come di consueto ha anche ospitato le Paralimpiadi estive, che si sono svolte dal 28 agosto all’8 settembre 2024, nella loro diciassettesima edizione. In queste giornate sono stati circa 4400 i partecipanti e le partecipanti che hanno gareggiato in Francia in ben ventitré discipline differenti: una bella crescita, se si pensa che nella prima edizione del 1960 erano soltanto otto gli sport in programma. Inoltre sono stati 549 gli eventi da medaglia, molti di più rispetto ai 329 appuntamenti olimpici. Le para atlete sono state 1983: si giunge pertanto a una nuova percentuale record (45%) di partecipazione femminile che batte il precedente (42%) stabilito a Tokyo 2021.
All’organizzazione dell’evento hanno partecipato ben centottanta Comitati internazionali a cui si aggiungono la squadra olimpica dei Rifugiati e delle Rifugiate (quest’anno composta da otto sportivi e sportive e due guide vedenti) e gli atleti e le atlete indipendenti (da Russia e Bielorussia).

Tra le Rifugiate è certamente emersa la figura di Zakia Khudadadi, prima atleta a vincere una medaglia. La sportiva ha infatti conquistato il bronzo nel para taekwondo, divisione femminile K44 -47 kg. Si ricorda anche che Khudadadi è stata la prima donna afghana in assoluto ad aver praticato quella specialità. «Voglio dare questa medaglia a tutto il mondo», ha dichiarato, «spero che un giorno ci sarà libertà nel mio Paese, per tutte le ragazze, per tutte le donne, per tutti i rifugiati del mondo. E che tutti noi lavoriamo per questo, per la libertà e l’uguaglianza».
Passiamo al tiro con l’arco dove è passata alla storia la britannica Jodie Grinham, la prima a vincere una medaglia al settimo mese di gravidanza quando ha ottenuto la medaglia femminile individuale e l’oro a squadre miste nella categoria compound.

Nella stessa disciplina sportiva ha brillato anche la figura dell’indiana Sheetal Devi, 17 anni, unica donna in gara nel tiro con l’arco senza le braccia. Devi infatti ha sbalordito il pubblico utilizzando il piede per tirare e la spalla destra con tale destrezza da ottenere la medaglia di bronzo nell’evento compound misto. Un grande esempio di forza e tenacia. Passiamo ora a raccontare di una campionessa pluridecorata: si tratta della statunitense Oksana Masters che dal 2012 ha vinto medaglie in diverse specialità, tra cui sci di fondo, biathlon, canottaggio e ciclismo. L’atleta ha origini ucraine ed è nata subito dopo il disastro nucleare di Chernobyl, che ha avuto un impatto sullo sviluppo di arti e ossa; dopo essere stata abbandonata dai suoi genitori biologici, ha affrontato moltissime difficoltà prima di essere adottata da un professore universitario americano. Nonostante gli ostacoli della vita, Masters in questa edizione ha confermato il suo talento per lo sport, portando a casa l’oro nella cronometro individuale di ciclismo su strada femminile H4-5: si tratta per lei della diciottesima medaglia paralimpica in carriera.
Il tennis su sedia a rotelle femminile a Parigi è stato particolarmente avvincente: la favorita per il titolo paralimpico, l’olandese Diede de Groot, ha ottenuto la medaglia d’argento cedendo il passo alla giapponese Yui Kamiji. De Groot usciva da una stagione sensazionale ma si è arresa nella finale singolare 4-6, 6-3, 6-4 e si è dovuta accontentare del secondo posto in una partita assai combattuta. La medaglia di bronzo è andata alla conterranea Aniek van Koot, che ha sconfitto Wang Ziyang della Repubblica Popolare Cinese in due set. Le due atlete olandesi hanno poi ottenuto l’argento nel doppio femminile; qui le giapponesi Yui Kamiji e Manami Tanaka si sono imposte sulla terra rossa del Roland Garros.
Nel nuoto si è fatta notare la determinazione di Morgan Stickney, statunitense di ventisette anni. Da sempre amante dell’acqua e dei relativi sport, da quando aveva quindici anni ha dovuto affrontare una serie di amputazioni a causa di una rara malattia progressiva. A Tokyo aveva portato a casa già due ori ma le sue condizioni di salute sono peggiorate e per prepararsi per Parigi ha dovuto passare molto tempo in piscina e in ospedale, senza mai arrendersi: alla fine tutta la sua forza è venuta fuori e la nuotatrice ha conquistato l’oro nei 400 metri stile libero categoria S7 e l’argento nei 100 metri S7. Proprio nelle stesse gare, ha ottenuto la medaglia di bronzo l’italiana Giulia Terzi, pochi mesi dopo aver partorito il suo primo figlio. I successi di Terzi non sono finiti qui: l’azzurra ha infatti vinto l’oro nella staffetta 4×100 mista e una terza medaglia di bronzo nei 50 metri farfalla.

Restiamo in Italia per raccontare altri successi delle azzurre alle Paralimpiadi, edizione in cui il nostro Paese si è distinto grazie a 71 medaglie totali. Molti di questi successi sono stati possibili proprio grazie alle nostre atlete che hanno contribuito con ben 34 podi, sport misti inclusi, tra cui nove ori, sei argenti e diciannove bronzi. Un ottimo risultato per il Comitato italiano paralimpico, in un momento di forte crescita.
Il nuoto femminile ha garantito sedici medaglie: oltre all’oro a squadre nella staffetta 4×100 mista grazie a Giulia Terzi, Xenia F. Palazzo, Simone Barlaam e Stefano Raimondi, e ai tre terzi posti già ricordati di Giulia Terzi, sono salite sul podio: Carlotta Gilli, oro nei 100 metri farfalla S13 e nei 200 misti donne SM13, argento nei 400 metri stile libero e bronzo nei 50 metri stile libero S13 e nei 100 metri dorso S13; Giulia Ghiretti, oro nei 100 metri rana SB4; Monica Boggioni, oro nei 50 metri rana SB3 e bronzo nei 100 e 200 metri stile libero S5; Vittoria Bianco, bronzo nei 400 metri stile libero S9; Alessia Scortechini, bronzo nei 100 metri dorso S13; Xenia Francesca Palazzo, bronzo nei 400 metri stile libero S9; Angela Procida, bronzo nei 100 metri dorso donne S2.

Anche l’atletica femminile ha garantito successi, con cinque medaglie: Assunta Legnante, oro nel lancio del peso F12 e argento nel lancio del disco F11; Martina Caironi oro nei 100 metri T63 e argento nel salto in lungo T63; Monica Contrafatto, bronzo nei 100 metri T63.
Il tiro con l’arco ha visto le azzurre protagoniste: la squadra mista composta da Elisabetta Mijno e Stefano Travisani ha infatti vinto l’oro nella categoria ricurvo open; la stessa Mijno ha concluso la sua gara individuale nel ricurvo con un soddisfacente terzo posto; la squadra mista composta da Daila Dameno e Paolo Tonon si è guadagnata un bellissimo bronzo nel mixed team W1.
Pure il tennistavolo ha regalato soddisfazioni grazie alla vittoria di Giada Rossi nel singolare WS1-2 e al bronzo di Carlotta Ragazzini nel singolare WS3.
Le gara del paratriathlon sono state come sempre molto interessanti ed avvincenti: tra le azzurre che si sono messe in luce ricordiamo Veronica Yoko Plebani, argento individuale PTS2, e la coppia formata da Francesca Tarantiello e Silvia Visaggi (in qualità di guida), argento nella categoria PTV1. Il ciclismo femminile italiano ha lasciato il segno con Ana Maria Vitelaru, bronzo nell’ individuale donne H5.
Due grandi atlete hanno poi avuto modo di confermarsi campionesse, nelle rispettive discipline, dopo i successi di Tokyo 2021: si tratta dell’amazzone Sara Morganti che in sella a Mariebelle ottiene un argento e un bronzo nel paradressage, rispettivamente nell’individuale freestyle e tecnico; personaggio straordinario, a 48 anni ancora stupisce il mondo con i suoi risultati eccezionali in una disciplina meravigliosa tanto che qualche cronista l’ha definita ammirato “la granduchessa di Toscana”.

La ben nota Bebe Vio Grandis, testimonial e promotrice di tante battaglie a favore delle persone pluriamputate, nel fioretto porta a casa un bronzo individuale categoria B e un bronzo nel fioretto a squadre insieme ad Andreea Mogos e Loredana Trigilia.
Le Paralimpiadi di Parigi 2024 hanno segnato un momento particolarmente felice per lo sport femminile, con le atlete che hanno conquistato non solo medaglie, ma anche cuori e menti, dimostrando resilienza, talento e capacità di essere competitive. I successi di queste donne hanno il potere di rompere le barriere, aprire all’inclusione e ispirare le nuove generazioni, verso un futuro sempre più accogliente e senza assurdi pregiudizi.
In copertina: Kamijii Yui.
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Articolo di Marta Vischi

Laureata in Lettere e filologia italiana, super sportiva, amante degli animali e appassionata di arte rinascimentale. L’equitazione come stile di vita, amo passato, presente e futuro, e spesso mi trovo a spaziare tra un antico manoscritto, una novella di Boccaccio e una Instagram story!
