«Che farai all’università?»
È settembre, sono a una festa e al ragazzo carino che mi ha appena fatto questa domanda rispondo orgogliosa: geologia!
Mi guarda perplesso «Studierai i greci, i romani?»
«Non archeologia, geologia. Vulcani, terremoti, ricerca del petrolio…»
«Ah, ho capito ti sei iscritta lì per cercare marito. Non è una cosa da donne».
Sento la rabbia che mi sale dentro e mi vergogno di me e di lui. Di me soprattutto perché non mi viene nessuna risposta. Riesco solo a voltarmi e ad andarmene in un altro punto della terrazza.
Era il 1985 e sembra l’Archeozoico.
Se io mi sono sentita dire “non è una cosa da donne”, non tanto spesso per fortuna, ma abbastanza da farmi arrabbiare, non riesco a immaginare quante volte se lo deve essere sentito dire Florence Bascom alla fine del XIX secolo.

Florence nasce nel 1862 a Williamstown, Massachusetts, il caso vuole che sua madre, Emma Curtiss, sia un’attivista che si batte per il voto alle donne e suo padre, John Bascom, un professore progressista, che sta per diventare rettore dell’Università del Wisconsin.
Florence cresce in un ambiente familiare che valorizza l’istruzione femminile, un’eccezione per quei tempi. Quando inizia l’università ha quindici anni e non ha in mente di diventare una scienziata. Il suo primo titolo di studio è in “Arti e Lettere”.
Come nasce la sua passione per la geologia?

Le storie che circolano a riguardo sono affascinanti. Secondo una versione, tutto ha inizio durante una visita alle Mammoth Cave con suo padre. La giovane Florence si aggira tra quelle caverne sotterranee, circondata da formazioni rocciose millenarie, la sua mente che si riempie di domande sulla loro origine e composizione. Un’altra storia, ci porta su una carrozza in movimento. Florence è seduta accanto a suo padre e a un suo collega, un professore di geologia. Mentre il paesaggio scorre fuori dal finestrino, il professore inizia a descrivere le caratteristiche geologiche del territorio che stanno attraversando. Gli occhi di Florence si illuminano, la sua curiosità si accende. In quel momento, forse, nasce la futura Signora delle Pietre.
Un incontro casuale con la geologia scatena una passione che accompagna Florence tutta la vita, trasformandola in una pioniera nel suo campo.
Adesso è il 1891: immaginate un edificio in stile vittoriano, mattoni rossi e comignoli. L’edificio è quello della John Hopkins University, a Baltimora; in una stanza piena di fumo di pipa, alcuni uomini anziani stanno esaminando le candidature dei prossimi studenti di dottorato. Un candidato sembra particolarmente promettente, tre lauree brevi, una laurea magistrale in geologia e durante gli studi ha approfondito un ramo nascente e molto promettente per lo studio delle rocce: la microscopia petrografica. In questa tecnica si osservano fettine sottilissime di roccia, sezioni sottili, con il microscopio per identificarle e classificarle. Insomma si tratta del candidato ideale per un dottorato in geologia.

C’è solo un piccolissimo, insormontabile, problema: è una donna.
Come è facile indovinare si tratta di Florence Bascom e la John Hopkins è un’università all’avanguardia sotto molti aspetti, ma non nell’accettare le donne come studenti; le sue porte rimangono sbarrate per metà della popolazione, che sia meritevole o meno.
Ma qualcosa sta cambiando e nella diga cominciano a farsi strada delle crepe, che ne preannunciano la rottura. Pur non permettendo alle donne di conseguire un titolo di studio, alla Hopkins come in altre università, le donne sono ammesse come uditrici. I professori valutano le richieste di partecipazione caso per caso.
Così Florence viene ammessa al dottorato in geologia con riserva, una sorta di pseudo-ammissione che non le assicura il riconoscimento del titolo. Ma, se l’amministrazione esita, il suo mentore, il professor George Huntington Williams, ne riconosce da subito il talento e la tratta alla pari degli studenti maschi con un’eccezione: quando devono fare del lavoro sul campo, Williams si porta la moglie come chaperon.
Il lavoro di Florence dà i suoi frutti. Nel 1893, è la prima donna a ricevere un dottorato dalla Johns Hopkins University. La sua tesi, The Ancient Rocks of South Mountain, Pennsylvania, utilizza una combinazione innovativa di lavoro sul campo e petrografia che porta a riclassificare alcune rocce considerate sedimentarie come di origine vulcanica.
Immagino il sollievo di Bascom quando nel gennaio del 1893 viene chiamata nell’ufficio di Gilman, il rettore, che le comunica che potrà conseguire il dottorato.

La storia fa a suo modo scalpore, tanto che ne parlano i giornali definendola una ragazza del Wisconsin. Florence viene descritta come bionda e non bella, ma con fattezze tutto sommato attraenti. Passabile insomma. Difficile immaginare la stessa attenzione all’aspetto fisico per un qualsiasi ragazzo del Wisconsin con un dottorato.
Bascom, comunque, nel 1893 è già altrove a continuare i suoi studi geologici e a iniziare una carriera come professoressa di geologia. Insegna per due anni alla Ohio State per poi trasferirsi alla prestigiosa università Bryn Mawr dove fonda il dipartimento di geologia. Ancora oggi, gran parte delle rocce su cui gli studenti di geologia della Bryn Mawr si esercitano, sono quelle raccolte da Florence nei sui lunghi giri a cavallo. In questo periodo i suoi studi si orientano verso gli Appalachi, la catena montuosa “di casa”. Anche se l’insegnamento, soprattutto alle ragazze, sarà sempre una delle sue attività preferite, Bascom non si accontenta: vuole lavorare sul terreno. Per questo nel 1896 inizia a collaborare con l’Usgs, il servizio geologico degli Stati Uniti nato nel 1897, e anche in questo caso è la prima donna ad avere tale ruolo.
Nel frattempo è stata eletta anche nella Geological Sociaty of America, è il 1894 e anche qui è la prima a far parte di questo club esclusivo.

Nel corso della sua carriera, Florence si guadagna un soprannome curioso: la Signora delle Pietre, The Stone Lady. Forse questo nome le viene attribuito dagli abitanti delle zone rurali che la incontrano durante il suo lavoro sul campo in Pennsylvania e Maryland, in quelle zone della catena degli Appalachi che hanno il nome di Blue Ridge Mountains e Piedimont.

Immaginate il loro stupore nel vedere una donna che si aggira per le campagne brandendo martello, vanga e bussola! Sarebbe facile, e per certi versi appropriato, dire che la Signora delle Pietre infranse il “soffitto di cristallo”, ma nonostante il successo di Bascom, le studenti non vennero ammesse ai corsi di laurea della Hopkins fino al 1970 — più di 75 anni dopo il suo dottorato. Questa disparità temporale ci mostra quanto sia lungo e difficile il cammino verso la parità di genere anche nell’istruzione superiore.
Il caso di Bascom, per quanto pionieristico, rimase un’eccezione per molti decenni.
Il progresso spesso avviene a piccoli passi, e i successi individuali, per quanto significativi, non sempre si traducono immediatamente in cambiamenti di sistema.
Florence diceva che la geologia era «la più importante delle scienze… e davvero il vertice di tutte le scienze». Parole di una vera appassionata della materia.
In copertina: Johns Hopkins University.
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Articolo di Sabina Di Franco

Geologa, lavora nell’Istituto di Scienze Polari del CNR, dove si occupa di organizzazione della conoscenza, strumenti per la terminologia ambientale e supporto alla ricerca in Antartide. Da giovane voleva fare la cartografa e disegnare il mondo, poi è andata in un altro modo. Per passione fa parte del Circolo di cultura e scrittura autobiografica “Clara Sereni”, a Garbatella.
