
Louise nacque in Francia, ad Arcachon, il 31 ottobre 1906; la madre Alma Cecile Garrigues, americana, era un soprano professionista che aveva cambiato il cognome in Talma verso i primi del secolo; il padre è ignoto.
Nel 1914 le due si trasferirono negli Usa dove la figlia studiò materie scientifiche in cui eccelleva, pensando di dedicarsi alla chimica, ma poi prevalse l’interesse per la musica. Dopo il diploma superiore, nel 1922 si iscrisse all’Institute of Musical Arts (oggi Juilliard) di New York dove affrontò composizione e pianoforte. Si specializzò in ambito musicale nel 1931 all’Università di New York e nel 1933 alla Columbia University. Dopo il fortunato debutto al pianoforte nel 1926, da quell’anno al ’35 ogni estate ritornava in Francia per perfezionarne lo studio con il celebre pianista Isidor Philipp, presso il Conservatorio americano di Fontainebleau; dal 1928 al ’39 studiò pure composizione con la grande direttrice d’orchestra e didatta Nadia Boulanger, decidendo nel 1935 che la sua strada era proprio quella. Intanto aveva iniziato a insegnare all’Hunter College di New York dove rimase fino al 1979.
L’incontro con Boulanger sicuramente comportò una svolta, anche umana, infatti Louise si convertì al cattolicesimo nel 1934 (Boulanger le fu madrina) e impresse alla propria vita una totale dedizione alla musica; pure i temi affrontati nelle composizioni passarono spesso dall’amore impossibile (forse la stessa Boulanger) a testi spirituali e legati alla fede, tanto che furono almeno una ventina le sue opere a tematica religiosa. Significativo che abbia lavorato in modo incessante fino alla morte che la raggiunse quasi novantenne a Saratoga Springs, New York, il 13 agosto 1996 mentre stava componendo un brano elegiaco dal titolo The Lengthening Shadows.
Nella sua vasta produzione si trovano pezzi per orchestra, con la voce del baritono o con il pianoforte solista; numerosi altri per piano solo, sonate, preludi, variazioni, studi, alcuni ispirati all’Italia (Italian Suite) e a Venezia (una barcarola); dal 1946 al 1994 si contano tredici composizioni di musica da camera, per viola, violino, clarinetto, violoncello, ecc, e anche una fanfara per trombe e tromboni. A partire dal 1928, è impossibile elencare i numerosi brani vocali, con accompagnamenti vari, spesso il pianoforte, talvolta per soprano o tenore, ispirati a testi poetici come quelli di Emily Dickinson, di Keats, di Blake, di Auden.

Due composizioni furono dedicate alla memoria di John F. Kennedy: Dialoghi per pianoforte e orchestra (1964) e un oratorio sulle parole dello stesso presidente assassinato, A Time of Rimember (1967). The Tolling Bell, per baritono e orchestra, nato dalla rielaborazione di testi di Donne, Shakespeare, Marlowe, le fruttò la nomination al Premio Pulitzer per la musica, nel 1969. Di sua mano scrisse il libretto per un’opera da camera per le voci di soprano e mezzosoprano incentrata sul tema della Guerra fredda e sul bisogno umano di utopie, dal titolo Have You Heard? Sai? (1976).
A proposito della sua produzione, la stessa Talma la divide in tre fasi: il periodo giovanile definito “neoclassico” (1925-51), il secondo che chiama “periodo seriale” (1952-67) e il terzo: “atonale non seriale” (1967-96), anche se tali etichette di fatto sono relativamente attendibili proprio per la varietà e ampiezza delle sue opere, in cui gli stili e le sonorità di fondono, si alternano e si mescolano. Certo è che la fama iniziò già nel 1943 con la Sonata per pianoforte n.1, seguita da Toccata per orchestra (1944) e Alleluia in forma di toccata per pianoforte (1945); grazie a questi lavori ottenne (seconda donna dopo Ruth Crawford Seeger) il Guggenheim Fellowship in composizione e fu l’unica donna a riceverne due consecutivi, nel 1946 e nel ’47. Altri primati le appartengono: è stata la prima donna ammessa all’Istituto nazionale di Lettere e arti nel 1974 ed è stata la prima compositrice americana la cui opera The Alcestiad su libretto di ThorntonWilder debuttò in Europa, a Francoforte, il 1° marzo 1962. A questo proposito vale la pena notare che l’opera era stata completata fino dal 1958 e sottoposta a vari teatri americani, che la apprezzavano ma la giudicavano troppo difficile per gli artisti locali e per il pubblico, non preparato a simili eventi musicali. In Germania invece fu accolta con grande favore, tuttavia si tratta di un lavoro dalla messa in scena assai complessa che richiede enorme dispendio di mezzi, quindi è rimasto pressoché sconosciuto.


Talma, tutta impegnata nella propria missione, non si sposò mai e, grazie alla folta corrispondenza, si conoscono invece alcune relazioni femminili significative. L’Università di Yale conserva molti documenti che la riguardano nella Biblioteca dedicata ai manoscritti e ai libri rari. Fra gli onori ricevuti nella lunga e fortunata carriera si segnalano la medaglia Sibelius per la composizione e il premio internazionale intitolato alla pianista britannica Harriet Cohen, nel 1963, prima compositrice a ottenerlo. Importante pure il fatto che la musicologa, esperta nel valorizzare i talenti femminili, Kendra Preston Leonard le abbia dedicato una intera biografia dal titolo Louise Talma: A Life in Composition, edita nel 2014 e il volume: The art songs of Louise Talma, del 2016.

Della sua ampia produzione rimangono molte incisioni su disco e varie esecuzioni si possono facilmente trovare in rete, per lo più sotto forma di ascolto, ad esempio Sei studi per piano, Let’s Touch the Sky, le citate Sonata per piano n.1 e Alleluia in forma di toccata; sono in vendita anche volumi da lei scritti per affrontare lo studio della musica e del pianoforte (Bagatelles), contenenti spartiti e metodo, alcuni dei quali realizzati insieme ad allievi e allieve dei suoi corsi di perfezionamento.
Tutto ciò le fa onore e contribuisce a mantenerne vivo il ricordo, valorizzando la sua arte.
Qui le traduzioni in francese, inglese e spagnolo.
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Articolo di Laura Candiani

Ex insegnante di Materie letterarie, dal 2012 collabora con Toponomastica femminile di cui è referente per la provincia di Pistoia. Scrive articoli e biografie, cura mostre e pubblicazioni, interviene in convegni. È fra le autrici del volume Le Mille. I primati delle donne. Ha scritto due guide al femminile dedicate al suo territorio: una sul capoluogo, l’altra intitolata La Valdinievole. Tracce, storie e percorsi di donne.
