Il 18 ottobre scorso, presso la Biblioteca della Diocesi di Caserta, dalle ore 15 alle ore 18.30, si è svolto il Convegno In ricordo di Maria Rita Saulle. Dal Codice donna al Codice delle pari opportunità. In rappresentanza di Toponomastica femminile sono stata invitata dall’avvocata Anna Di Mauro Presidente delle Giuriste 5.0 per i diritti umano a tenere una breve relazione su di lei. Confesso che non conoscevo questa figura poliedrica di intellettuale, studiosa e giurista, ma quando ho cercato il suo profilo e i suoi numerosi scritti e interventi in rete non ho potuto trattenere la mia ammirazione profonda per lei e per il suo operato, constatando però, una volta di più, che le donne sapienti e impegnate spesso sono omesse dalla narrazione della storia.

Dopo i saluti istituzionali della Presidente del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Gabriella Maria Casella, della dottoressa Antonella Serpico Presidente della Commissione Pari opportunità di Caserta, dell’assessora al Patrimonio Anna Papa, Professoressa ordinaria di Diritto pubblico, Diritto dell’informazione, della Comunicazione e dell’informatica presso l’Università Parthenope di Napoli, l’architetta Nadia Marra, referente regionale per la Campania della Rete per la parità, ha introdotto il Convegno, moderato mirabilmente e con grande competenza dall’avvocata Anna Di Mauro. Il discorso di Marra, di grande qualità, che ho avuto modo di leggere attentamente, è stato articolato e approfondito, sia nella descrizione delle molteplici attività di Maria Rita Saulle che sul percorso dei diritti delle donne e della legislazione sulla parità. Marra si è soffermata sul Codice Donna, quel lavoro corale di giuriste colte e preparate che rappresentò negli anni Ottanta un poderoso lavoro di ricognizione di tutta la normativa sui diritti delle donne, da quella nazionale, partendo dalla Costituzione, a quella internazionale, comprensiva di atti, Dichiarazioni, Convenzioni e raccomandazioni. Ricordiamo i nomi di queste donne che seppero progettare e lavorare insieme: Agata Alma Cappiello, Marisa Del Bufalo, Elena Marinucci, Laura Remiddi, Maria Rita Saulle. Di Agata Alma Cappiello Marra ha ricordato il paziente lavoro per inserire nel dibattito pubblico il tema delle cosiddette “azioni positive” e il suo impegno di parlamentare per farne approvare la legge relativa e un organismo di pressione e di sorveglianza presso il Ministero del lavoro, il Comitato nazionale per l’attuazione dei principi di parità di trattamento e uguaglianza di opportunità tra lavoratori e lavoratrici. Marra ha anche approfondito il concetto di “doppia militanza” delle femministe degli anni Ottanta, ribadito recentemente anche dalla storica del pensiero politico femminile Fiorenza Taricone. In conclusione del Convegno Marra ha sottolineato l’importanza della progettualità collettiva delle donne, grazie alla quale questo Convegno ha potuto essere realizzato e che ha visto il coinvolgimento di molte associazioni, in primis Rete per la parità e Giuriste 5.0 per i diritti umani, unite dalla volontà di riconoscere la figura di una donna tanto valente e ingiustamente dimenticata.

È poi intervenuta la professoressa Annamaria Isastia, docente di Storia Contemporanea all’università La Sapienza di Roma, Past President di Soroptimist internazionale, che ha avuto il piacere di conoscere personalmente Maria Rita Saulle; la docente universitaria ha svolto una relazione appassionata e ricca di informazioni sulla vulcanica attività della giurista di Caserta; la professoressa Marianna Pignata, docente di Storia delle Codificazioni, delegata di Ateneo per le pari opportunità dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, ha concluso la sua relazione incentrata sul Codice donna e sul suffragio femminile con una lunga citazione di Anna Maria Mozzoni, pioniera dei diritti delle donne italiane; l’archivista scrittrice e storica socia di Anpi Fosca Pizzaroni, cui si deve la riscoperta di Maria Rita Saulle nel territorio casertano, ha portato la sua testimonianza. L’avvocata Anselmo, Consigliera della Rete per la parità, ha sottolineato come tutta la carriera di Saulle sia stata dedicata a mettere in pratica quanto aveva appreso nei suoi studi, svolgendo a volte anche attività di negoziatrice nelle organizzazioni internazionali e di legislatrice di Trattati e Convenzioni per i diritti dei disabili e dei rifugiati. Rosanna Oliva De Conciliis, Presidente della Rete per la parità, riconosciuta come figura di riferimento, pioniera e Maestra di tutte le relatrici presenti, ha mirabilmente pronunciato le conclusioni del Convegno. L’artista Gemma Amoroso ha regalato un ritratto di Maria Rita Saulle alla Rete per la parità e la giornalista Lidia Luberto ha ricordato l’impegno di Saulle nell’associazione Soroptimist, di cui la stessa Luberto è Presidente, impegnandosi a richiedere insieme alle donne delle altre realtà associative l’intitolazione di una via a questa grande donna. Molto intensa la testimonianza della dottoressa Chiara Vingione, Campionessa mondiale della Nazionale italiana paraolimpica che ha espresso la sua grande riconoscenza al grande lavoro di Saulle.

Il mio intervento è stato un umile contributo al dibattito per Toponomastica femminile. Ne condividerò solo una parte, omettendo il discorso, ben noto a lettori e lettrici di Vitaminevaganti, sull’importanza dell’odonomastica e della toponomastica nell’opera di restituzione della visibilità alle tante donne dimenticate, sperando che possa valorizzare una insigne rappresentante del genere femminile che merita di essere conosciuta dal numero maggiore possibile di persone.

«Le donne che tracciano strade sono le strade per le altre donne e Maria Rita Saulle è stata una vera pioniera di parità, che ha saputo raccogliere il testimone dalle Madri Costituenti e ha “agito” i valori costituzionali nella sua professione di docente universitaria e giudice costituzionale e nei molteplici incarichi nazionali e internazionali che ha ricoperto». Il messaggio che ho percepito accostandomi alla sua storia è quello di una donna che ha messo in pratica nel suo quotidiano di accademica, giurista, giudice costituzionale e donna impegnata nelle associazioni tutto quello che ha appreso negli studi giuridici, diventando una vera attivista dei diritti delle donne, dei diritti umani, di quelli delle persone rifugiate e delle persone disabili, ma soprattutto delle pari opportunità in tutti i campi.
Poche sono le vie dedicate alle donne e noi di Toponomastica femminile lo sappiamo bene. Ma a una donna come Maria Rita Saulle, casertana di nascita, seconda giudice costituzionale dopo Fernanda Contri, che tanto ha fatto per realizzare e completare nella legislazione il percorso di parità tracciato dalle 21 Madri Costituenti, è difficile trovare un’intitolazione nelle nostre città. Ben venga dunque il lavoro intrapreso da molte donne aderenti ad associazioni diverse, tra cui Soroptimist, di cui Saulle ha fatto parte, per intitolarle uno dei luoghi della città bellissima che le ha dato i natali. Ma non solo Caserta dovrebbe intitolare una via o un luogo a Maria Rita Saulle.
La più subdola delle violenze, la meno visibile, ma altrettanto pericolosa è la violenza culturale, che condanna il genere femminile all’invisibilità, nascondendo tutto ciò che nella storia, nella politica, nel diritto, nell’arte, nella letteratura, nella poesia, le donne hanno fatto. Persino sulle Madri Costituenti è sceso un oblio ingiustificato.

Maria Rita Saulle di titoli e motivi per entrare nella storia, non solo di Caserta, ma dell’Italia tutta, ne avrebbe, e moltissimi, molti di più di quelli che bastano per le intitolazioni maschili: seconda giudice costituzionale appartenente al genere femminile, dopo Fernanda Contri, anch’essa da ricordare, coautrice del Codice donna per la parte di diritto internazionale pubblico e privato e di diritto comunitario e del Codice delle pari opportunità, esperta del Cese (Comitato Economico e sociale dell’Ue), e tra le 25 persone esperte mondiali delle Nazioni Unite; e poi docente universitaria a cui è stato dedicato un Master in Tutela internazionale dei diritti umani, alla Sapienza di Roma, un corso che era stato proprio voluto e diretto da lei. Ci vorrebbe una via in ogni luogo d’Italia, per raccontare anche solo una parte di quello che questa giurista, giudice, intellettuale, docente, ha realizzato per attuare concretamente i valori della Costituzione repubblicana. Ed è stata anche moglie e madre e nonna.

Le nostre strade sono la nostra memoria e sono degli infallibili rilevatori sociali. Con la scelta dei nomi cui intitolare le vie urbane, si stabilisce quale figura meriti il ricordo, entrando di diritto nell’eredità culturale collettiva, e quale no. La memoria collettiva è rimasta androcentrica, non considerando, se non raramente, le donne meritevoli di essere rappresentate nello spazio pubblico. Offrire alla cittadinanza, attraverso l’intitolazione di spazi, figure femminili di valore significa mostrare, soprattutto alle giovani generazioni, modelli a cui ispirarsi, rafforzare l’autostima delle ragazze e il rispetto nei loro confronti da parte dei loro compagni, costruire una società paritaria, premessa per una società di pace in linea con i valori della Costituzione.
Le giovani generazioni, ma non solo, ignorano quanto è stato ottenuto dalle donne in tema di diritti civili, politici e sociali, e in quali modi e forme hanno contribuito a costruire il mondo in cui viviamo. Per questo insistiamo tanto sull’uso del femminile nel linguaggio, proprio per non “invisibilizzare”con il maschile universale, l’apporto delle donne nella società. A tale proposito mi piace ricordare le parole di una giornalista e scrittrice, Oriana Fallaci, contenute in tempi lontani in un libro coraggioso, Lettera a un bambino mai nato: «Il nostro è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini, la loro dittatura è così antica che si estende persino al linguaggio. Si dice uomo per dire uomo e donna, si dice bambino per dire bambino e bambina, si dice figlio per dire figlio e figlia e si dice omicidio per indicare l’assassinio di un uomo e di una donna».
Maria Rita Saulle e la sua vita sarebbero per le generazioni di ragazze e ragazzi, italiani, europei ed extraeuropei un esempio eccezionale, molto più fecondo di iniziative e atti di tanti uomini cui sono intitolate vie. E non è per volontà di contrapposizione al genere maschile che sostengo questo, ma per superare una disparità antistorica, non in linea con la Costituzione. Quello che Maria Rita Saulle è riuscita a fare in una vita è moltissimo. Ha spaziato nei campi più diversi, intercettando tematiche come le pari opportunità tra uomini e donne, le pari opportunità delle persone disabili, i diritti umani, il problema delle migrazioni e dei rifugiati, la necessità di avere una Dichiarazione dei diritti del fanciullo, alla cui stesura ha partecipato.

Perché su una donna di tale statura intellettuale, nominata Cavaliere di Gran Croce e Commendatore della Repubblica (a quando l’uso del femminile per queste onorificenze?) “politica” nel senso più alto del termine è caduto questo oblio? Sta a noi tutte e tutti farla uscire dall’ombra e proporre intitolazioni in varie parti d’Italia, non solo nella sua Caserta. Che cosa stiamo aspettando? Rendiamo onore e riconosciamo il merito e la qualità di questa donna raccontando alle giovani generazioni che è grazie a donne come lei che oggi possono esercitare certi diritti e farli valere quando sono violati. Suggeriremo il suo nome per una via a Roma e ci uniremo alle richieste di una sua intitolazione a Caserta, sollecitata dalla Presidente di Soroptimist alla fine del Convegno ma che peraltro era già stata presentata nel 2019 senza purtroppo avere avuto alcun riscontro fino a oggi dalle autorità comunali, da Toponomastica femminile insieme al gruppo casertano.
In copertina: Maria Rita Saulle.
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Articolo di Sara Marsico

Giornalista pubblicista, si definisce una escursionista con la “e” minuscola e una Camminatrice con la “C” maiuscola. Eterna apprendente, le piace divulgare quello che sa. Procuratrice legale per caso, docente per passione, da poco a riposo, scrive di donne, Costituzione, geopolitica e cammini.
