Nata a Colonia il 16 ottobre del 1938 da genitori di origini spagnole e iugoslave, Christa Päffgen trascorre l’infanzia nella Germania nazista, dove suo padre muore in manicomio in seguito a danni cerebrali riportati dopo aver preso servizio nella Wehrmacht, l’esercito tedesco.
Per sfuggire ai bombardamenti, la madre Margarete Schulze si rifugia assieme alla piccola di due anni nella foresta di Sprea, a nord di Berlino. In seguito, terminata la guerra, madre e figlia si trasferiscono nella parte di Berlino di amministrazione statunitense, di cui Christa assorbe la cultura. La ragazza, durante la scuola, lavora anche come sarta e come commessa di lingerie.

In quegli anni viene notata dall’industria della moda: Christa è alta, slanciata, elegante, e intraprende la carriera di modella.
Quando ha tredici anni viene violentata da un sergente statunitense. L’uomo è arrestato e processato dalla corte marziale, ma la ferita di Christa rimarrà indelebile (della vicenda è infatti eredità il brano Secret Side, contenuto nel suo quarto album solista, The End, del 1974).
La ragazza continua a lavorare come modella. Durante un soggiorno a Ibiza un amico fotografo la ribattezza “Nico”, in onore del regista greco Nikos Papatakis con cui il fotografo stava al tempo intrattenendo una relazione. Alla ragazza il nome piace e decide di adottarlo come nome d’arte (in un primo momento “Krista Nico”).
Nico viene richiesta a Parigi dalla celebre rivista di moda Vogue e da altri magazine di rilevo. All’età di diciassette anni viene ingaggiata da Coco Chanel, per cui lavora brevemente prima di trasferirsi negli Stati Uniti, dove prosegue con successo nella professione di modella. Lavora anche come attrice, prende parte a diversi spot pubblicitari per poi apparire in piccoli ruoli di film di successo. Viene notata da Federico Fellini che le offrirà una parte marginale nel suo celebre film La dolce vita (1969).

La musica inizia a presentarsi in misura rilevante nella vita di Nico: nel 1962 la modella presta il suo volto alla copertina dell’album Moon Beams, del grande jazzista Bill Evans.
Arriviamo così nella New York d’inizio anni Sessanta. Nico s’imbatte proprio in Niko Papatakis, con cui avrà una relazione per circa due anni, nonostante la differenza d’età. Viaggiando apprende diverse lingue: l’inglese, il francese, lo spagnolo e l’italiano. Riesce a stringere molte amicizie che l’aiuteranno a farsi strada. Tra le varie conoscenze influenti, anche Alain Delon. I due hanno una relazione da cui nasce un figlio, detto Ari, mai riconosciuto dal celebre attore. La modella non riesce a occuparsene a tempo pieno e lo affida alla nonna paterna; il ragazzo cresce quindi in una situazione paradossale: viene allevato dalla famiglia del padre, senza tuttavia mai incontrarlo.


La musica nel frattempo prende sempre più spazio nella vita di Nico. Il primo live avviene nel 1963, al Blue Angel di New York, dove interpreta una versione del brano My Funny Valentine, un classico di Rodgers e Hart. Nel 1965 incontra Brian Jones, chitarrista-polistrumentista dei Rolling Stones, e registra il suo primo singolo I’m Not Saying. Il lato B del singolo è prodotta da Jimmy Page, chitarrista dei Led Zeppelin. Incontra inoltre il già celebre Jimi Hendrix al festival di Monterey.
Nel 1966 arriva la svolta: Andy Warhol la inserisce nella sua celebre Factory, un collettivo di artisti di cui lui rappresentava il centro nevralgico. L’artista comprende le potenzialità della figura di Nico, soprattutto a livello estetico. Sarà in questo contesto che è incoraggiata dallo stesso Warhol a unirsi ai Velvet Underground, di cui lui è produttore. The Velvet Underground and Nico, del marzo 1967, è il primo disco della cantante, in cui la presenza è tuttavia marginale a livello compositivo: testi e melodie vengono infatti scritti prevalentemente dal frontman Lou Reed e lei si ritrova a fare un ottimo lavoro di carattere prevalentemente interpretativo.



Il disco inizialmente fa fatica ad affermarsi ma verrà poi nel tempo considerato dalla rivista Rolling Stone come uno dei migliori cinquecento album di sempre, nella posizione numero 13. La rivista Uncut lo considererà invece il migliore album di debutto di tutti i tempi. Nico stringe un buon rapporto con John Cale, chitarrista della band, al contrario di quello intessuto con Lou Reed: una relazione, anche sentimentale, in cui tra i due sembrerebbe esserci soprattutto reciproca invidia. Di lì a poco la cantante decide infatti di separare il suo percorso da quello dei Velvet Underground, poiché per lei limitante.

Chelsea Girl è il suo primo lavoro solista, qualche mese dopo l’uscita dai Velvet Underground. Si esibisce spesso al Doom di New York, accompagnata da grandi musicisti. Nella track list dell’album troviamo anche un’interpretazione di I’ll Keep It with Mine di Bob Dylan, conosciuto due anni prima a Parigi. Nico stessa tuttavia, così come il pubblico, considererà negli anni questo disco come non sufficientemente riuscito.
Nel luglio 1967 avviene l’incontro con Jim Morrison, il “re lucertola”. I due hanno una relazione intensa, tra viaggi e uso di droghe psichedeliche; in questo contesto Morrison si prende cura della cantante, spronando Nico a scrivere lei stessa la propria musica e i propri testi, a cui lei dedica un’attenta cura. Jim tornerà poi dalla compagna Pamela Courson.
Nonostante la rottura, dell’eredità del rapporto vi è traccia nella pubblicazione di The Marble Index, di cui la cantante scrive interamente testi e musica. L’album, all’epoca d’avanguardia, vende inzialmente poco ma in seguito diviene un classico.
Nonostante i problemi con l’eroina, Nico continua a registrare dischi sperimentali. È nel 1974 che, in onore di Jim Morrison, incide The End, con Brian Eno al sintetizzatore. Camera Obscura è invece del 1987. Questi dischi getteranno le basi del post-punk, della new wave e del movimento dark.
Nella metà degli anni Ottanta Nico si accinge ai suoi ultimi tour, molto dedita alla droga, senza fissa dimora e aggressiva: si dice abbia minacciato di accoltellare il suo stesso manager, facendo andare il furgone fuori strada.

Estate 1988, 18 luglio: durante un soggiorno a Ibiza assieme al figlio Ari, Nico esce in bicicletta in quella che è forse la giornata più calda dell’anno. Durante il percorso ha un mancamento, cade, sbatte la testa. Viene portata urgentemente in diversi ospedali dell’isola ma è sempre respinta perché la sua assicurazione sanitaria non è in regola. Soltanto la Croce Rossa l’accetta ma, a causa di una diagnosi sbagliata (“insolazione”) la cantante muore di lì a poche ore.
Il mito di Nico resta tuttavia vivo ed attuale. La sua figura è un punto di riferimento di classe, ricercatezza ed eleganza. La sua voce e la sua musica sono indimenticabili.
Bibliografia e filmografia essenziale:
https://it.wikipedia.org/wiki/Nico_(cantante)
https://www.ondarock.it/songwriter/nico.htm
https://www.rockol.it/artista/nico/biografia https://www.theguardian.com/books/2021/jun/20/you-are-beautiful-and-you-are-alone-review-nico-as-the-gothic-garbo
https://ra.co/dj/nico/biography
https://www.youtube.com/watch?v=JBpCuoGYfDE
Qui le traduzioni in francese, inglese e spagnolo.
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Articolo di Simona Guerrini

Dopo la laurea in Filosofia presso l’università “La Sapienza” di Roma, ho conseguito la laurea magistrale in canto lirico e poi un Master in Vocologia artistica. Sono un contralto. Il mio interesse conoscitivo riguarda la sperimentazione vocale da più di tredici anni. Insegno regolarmente Vocalità estrema (Growl/Scream) e distorsioni vocali, Canto lirico e Canto moderno.
