Amy Winehouse, the girl behind the name

Amy Jade Winehouse (Enfield, 14 settembre 1983 – Camden Town, 23 luglio 2011) è stata una cantautrice, produttrice discografica e chitarrista britannica.
Proveniente da una famiglia ebrea, fin dalla tenera età mostrò una forte passione per la musica, fondando nel 1993 un gruppo rap dal nome Sweet ‘n’ Sour, che lei stessa definì la versione bianca ed ebraica delle Salt ‘n’ Pepa — gruppo newyorkese hip-hop formatosi nel 1985.
Nel 1999 entrò a far parte della National Youth Jazz Orchestra, dove iniziò il suo percorso professionale da cantante solista. Nello stesso anno venne scoperta dall’ideatore di Pop Idol Simon Fuller, firmando un contratto con l’agenzia di management 19 Entertainment.
Tre anni dopo, nel 2002, con l’aiuto dell’amico e cantante Tyler James entrò in contatto con un talent scout, che la portò al suo primo contratto con l’Island Records. Sotto questa etichetta discografica avverrà il suo vero esordio musicale. Il 20 ottobre 2003 venne pubblicato Frank, il primo album in studio della cantante, prodotto da Salaam Remi e caratterizzato da forti influenze jazz. Contenente quasi interamente canzoni composte dalla stessa Winehouse, venne accolto positivamente dalla critica, che la affiancò a voci del calibro di Sarah Vaughan e Macy Gray e la nominò precorritrice della generazione nuova del soul bianco, del quale divenne una delle principali esponenti, accompagnata dalle connazionali Adele e Duffy.

Amy Winehouse al festival Rock Eurockéennes di Belfort
Amy Winehouse dal vivo nel 2004, al North Sea Jazz Festival, Haia

Il 2004 sottolineò il successo senza soluzione di continuità di Winehouse: Frank, in vetta alle classifiche dal giorno dell’uscita, figurò nella lista Mercury Prize e venne nominato ai Brit Awards nella categoria di British Female Solo Artist e British Urban Act. Nello stesso anno venne insignita dell’Ivor Novello Award, premio britannico conferito ad autori e autrici, compositori e compositrici, grazie al singolo Stronger than me. Inoltre, il 2004 fu l’anno dei primi due dischi di platino e del traguardo del milione e mezzo di copie vendute. In questo periodo Amy Winehouse debuttò in televisione, partecipando al talk show Later… with Jools Holland e scrisse per il suo amico e cantante Tyler James Long Day, una delle canzoni dell’album d’esordio.

Amy Winehouse al Virgin Festival, U.S.A., nel 2007

Nonostante l’apparente periodo felice, la cantante non si sentiva appagata dalla direzione che il suo album aveva preso: Frank è suo soltanto “all’80%”, in quanto la casa discografica aveva incluso brani non compatibili con il progetto artistico che intendeva portare avanti. Nel 2006 tornò in vetta alle classifiche mondiali con l’album Back to Black, prodotto nuovamente da Salaam Remi e da Mark Ronson e ispirato alla musica dei gruppi anni Cinquanta e Sessanta dello scorso secolo. Anticipato dalle canzoni Rehab, Love is a losing game dall’omonima traccia Back to Black, le procurò la vittoria di cinque Grammy Awards: tre per la canzone Rehab nelle categorie Record of the Year, Song of the Year e Best Female Pop Vocal Performance, uno nella categoria Best New Artist e uno per l’album Back to Black nella categoria Best Pop Vocal Album.

Amy Winehouse

Dai testi di queste celebri canzoni è possibile evincere il malessere della cantante e l’inizio del vortice di droghe e abusi da cui Amy non seppe più uscire, nonostante i molteplici tentativi da lei e dalla sua famiglia compiuti. È in tale vortice che si possono ricercare le cause del rallentamento della realizzazione del tanto atteso terzo album. In questo periodo fu il padre della cantante, Mitch Winehouse, a rassicurante il pubblico sull’imminente ritorno della figlia sulle scene e sulla pubblicazione del disco, previsto nel 2009.
Il 30 maggio 2008 la cantante apparirà provata sul palco del Rock in Rio a causa di problemi respiratori. Uscirà dalla clinica nella quale era ricoverata per un enfisema polmonare il 27 giugno 2008, esibendosi due giorni dopo a Hyde Park a Londra, per onorare Nelson Mandela. Fu l’ultima esibizione prima del declino irreversibile della sua breve vita.

Amy Winehouse a Glastonbury nel 2007. Credit: Claire Greenway / Getty Images
Amy Winehouse

Il terzo disco di Amy Winehouse, Lioness: Hidden Treasures, venne pubblicato dalla Universal il 5 dicembre del 2011, dopo la morte della cantante avvenuta il 23 luglio dello stesso anno. In questo lavoro postumo, curato ancora una volta da Salaam Remi e Mark Ronson, con l’appoggio della famiglia Winehouse, sono contenute tracce inedite, accompagnate da demo registrate in passato ma rimaste sconosciute. Ad anticiparne l’uscita, un video descrittivo dell’album, dal titolo Amy Winehouse – Hidden Treasures Story, pubblicato su YouTube dagli stessi produttori. Anche in questo caso il successo fu immediato, portando Lioness: Hidden Treasures in vetta alle classifiche europee — tra le quali figurano quelle di nazioni come Austria, Paesi Bassi, Svizzera, Portogallo e Regno Unito.

Amy Winehouse durante un’esibizione a Madrid nel 2008. Getty Images

Nel marzo 2012 in Francia venne pubblicato l’Ep Rehab, nel formato di disco in vinile. A maggio dello stesso anno vide la luce Amy’s Jukebox. The Music That Ispired Amy Winehouse, album commemorativo che racchiude canzoni jazz di cantanti del calibro di Frank Sinatra; gli incassi vennero devoluti alla Amy Winehouse Foundation, creata dal padre Mitch per aiutare i giovani e le giovani a risolvere i propri problemi con le dipendenze da alcol e sostanze stupefacenti.

Amy Winehouse ritratta dal fotografo Harry Benson nel 2007
Amy Winehouse ritratta dal fotografo Harry Benson nel 2007

A un anno dalla morte, il successo della cantante fu inarrestabile, raggiungendo la ventiseiesima posizione nella categoria Greatest Women in Music di VH1 100 e vincendo un Grammy Award nella categoria Best Pop Duo/Group Performance con il brano Body and Soul, in collaborazione con Tony Bennett.
A fine 2012 venne annunciata sulla pagina Facebook della cantante l’uscita di Amy Winehouse at The Bbc, un boxset di quattro dischi pubblicato a novembre.

Amy Winehouse

Nel 2013 Winehouse ricevette l’ennesima candidatura, questa volta ai Brit Awards 2013, nella categoria British Female Solo Artist, la prima postuma nella storia del premio. La seconda nomina arrivò nel 2016, per la colonna sonora di Amy; The Girl Behind The Name, lungometraggio diretto da Asif Kapadia. Quest’ultimo, uscito nelle sale nel 2015, fu oggetto di controversie: se da una parte vinse l’Oscar nella categoria Best Documentary, dall’altra non ottenne il consenso della famiglia, la quale se ne dissociò prontamente. Nonostante la vita di Amy Winehouse sia divenuta un caso mediatico, attirando l’interesse di speculatori senza morale, devoti unicamente a un vantaggio economico, la sua musica e la sua persona furono di ispirazione alle generazioni successive, rendendo immortale la sua figura di artista straordinaria.

Qui la traduzione in francese e inglese.

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Articolo di Chiara De Luca

Nata a Benevento nel 1999, appassionata di scrittura, arte e viaggi. Laureata in Lettere Moderne, studia attualmente Editoria e scrittura presso La Sapienza per diventare giornalista e dar spazio alle tante storie di discriminazione che affliggono la nostra società. Ama il buon cibo, i tatuaggi e il conoscere ogni giorno qualcosa di nuovo.

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