Germaine Tailleferre, compositrice francese

Germaine Tailleferre è l’unica donna compositrice appartenente al cosiddetto “Gruppo dei Sei,” un circolo musicale sorto spontaneamente a Parigi attorno al 1920; insieme a lei ne fanno parte i compositori francesi Darius Milhaud, Arthur Honegger, Francis Poulenc, Georges Auric e Louis Durey. Il gruppo nasce come reazione alle tendenze dominanti dell’impressionismo musicale di Claude Debussy e del wagnerismo, per raccogliere invece l’eredità musicale di Erik Satie. Jean Cocteau ne scrive nel 1918 il manifesto programmatico, con il titolo Il Gallo e l’Arlecchino, esponendone l’ideologia e l’estetica musicale.

Germaine Tailleferre. © Palazzetto Bru Zane – Centre de Musique Romantique Française

Germaine Tailleferre nasce il 19 aprile 1892 a Saint-Maur-des-Fossés, nella banlieue parigina, con il nome di Marcelle Taillefesse. La piccola inizia a studiare il pianoforte con sua madre, e comincia in tenera età a comporre piccoli lavori. Gli studi musicali sono apertamente osteggiati dal padre, rappresentante di una società che considera la cultura musicale per una donna solo come completamento dell’educazione e non come professione. Così a vent’anni si trasferisce a Parigi, cambiando il suo cognome in Tailleferre, dove studia con Koechlin e con Ravel, e dove, in Conservatorio, incontra Milhaud, Auric e Honegger. Assieme a loro frequenta l’ambiente di Montmartre e Montparnasse, dove conosce letterati (Apollinaire e Léger) e pittori (Picasso e Modigliani).

Proprio in uno dei rinomati atelier di questi pittori, il 15 gennaio 1918 si svolse il primo concerto dei “Nouveaux Jeunes”, con Tailleferre, Poulenc e Durey. Il programma includeva due lavori della compositrice: Jeux de plein air e la Sonatina per quartetto d’archi in due movimenti. Le sue composizioni cominciano ad essere apprezzate dai più grandi solisti del tempo, come il violinista Jacques Thibault e il pianista Alfred Cortot; la prima Sonata per violino e pianoforte viene eseguita a Parigi nel 1922 proprio dai due prestigiosi interpreti. Nel 1923 il balletto Le Marchand d’oiseaux vede un ampio successo. Cortot esegue anche il Concerto per pianoforte, commissionatole poco dopo dalla principessa di Polignac.

Germaine Tailleferre nello studio fotografico Harcourt (1937)
Germaine Tailleferre nello studio fotografico Harcourt (1937)
Germaine Tailleferre fotografata da Arnold Genthe

È in questi anni che Tailleferre trascorre molto tempo con Maurice Ravel a Montfort-l’Amaury. Si incontrano vicino Biarritz nel 1919-20; Ravel si interessa ai giovani compositori e dispensa a Germaine consigli sia in tema di scrittura che di orchestrazione. Queste visite regolari, caratterizzate da lunghe passeggiate intorno a Montfort, sono sempre concluse da lunghe e spossanti ore al pianoforte. Tutto finisce misteriosamente nel 1930, e Tailleferre non rivede mai più Ravel, rifiutando sempre, anche ai suoi cari, di fornire delle spiegazioni.

Il “Groupe des Six” negli anni ’50 (con Jean Cocteau al pianoforte): da sinistra a destra, Darius Milhaud, Georges Auric, Arthur Honegger, Germaine Tailleferre, Francis Poulenc, Louis Durey

Nel 1925 Germaine sposa il caricaturista americano Ralph Barton, trasferendosi a New York; durante il soggiorno americano ha modo di frequentare il mondo del cinema e stringere amicizia con Charlie Chaplin, che le propone di comporre colonne sonore per Hollywood. Come spesso accade nella storia delle donne compositrici, allo sviluppo della carriera si frappone il marito geloso del successo, un marito che le impedisce di lavorare e di ampliare il suo giro di conoscenze e addirittura arriva al tentato omicidio per fermarla. Per queste ragioni la musicista decide nel 1929 di porre fine al matrimonio con Barton, che in seguito si toglierà la vita, e di tornare in Francia. Le Six chansons françaises sono sicuramente una reazione al divorzio. Vengono utilizzati dei testi risalenti al XV-XVII secolo, riguardanti la condizione della donna. Ogni opera è dedicata a un’amica e si tratta di uno dei rari esempi di femminismo nella sua produzione.

A 39 anni, il 4 giugno 1931, a Boulogne, Germaine partorisce la sua unica figlia, Françoise. L’anno successivo si sposa con il padre della bambina, il giurista francese Jean Lageat. Di nuovo tuttavia il matrimonio diviene un ostacolo alla sua carriera. Nonostante tutto, Tailleferre lavora di buona lena: nascono la Suite per orchestra da camera, il Divertissement nello stile di Luigi XV, il Concerto per violino, andato perduto nella sua forma originale, e il suo capolavoro, il Concerto grosso per due pianoforti, quartetto di sassofoni, otto voci soliste e orchestra (1934). Compone anche una lunga serie di musiche da film. Nel 1937 collabora con Paul Valéry per la sua Cantata del Narciso, per soprano, baritono, coro femminile e archi.

Il “Groupe des Six” negli anni ’20: Jean Cocteau (al pianoforte), Darius Milhaud, un disegno rappresentante Georges Auric, Arthur Honegger, Germaine Tailleferre, Francis Poulenc, and Louis Durey

All’inizio del 1942 completa i Tre Studi per pianoforte e orchestra dedicati a Marguerite Long. L’occupazione tedesca la spinge a fuggire negli Stati Uniti con la sorella e Françoise, imbarcandosi in Portogallo. Passa gli anni della guerra a Filadelfia, dove smette quasi del tutto di comporre per dedicarsi alla figlia. Rientra in Francia nel 1946, andando a vivere a Grasse, vicino a Nizza. Nel 1955 firma il suo secondo divorzio e nello stesso anno compone cinque opere brevi per Radio France, intitolate Du style galant au style méchant. A partire dagli anni Sessanta si impegna sempre più frequentemente nella musica da film e comincia a girare l’Europa in duo con il baritono Bernard Lefort, tra i suoi amici più fedeli fino alla morte che avviene a Parigi il 7 novembre 1983, all’età di 91 anni.

Alla domanda se avesse incontrato molti ostacoli alla sua vita artistica, Germaine, a ottantanove anni, risponde: «Sì! Sempre! Ho sposato un americano che diventò matto. La prima cosa che fece fu comprarmi un pianoforte giocattolo. E poi il secondo marito, mentre scrivevo la Cantate de Narcisse con Paul Valèry, m’impediva costantemente di lavorare. Diventai famosa piuttosto rapidamente grazie a Les Six, e questo li irritava. Ho avuto una vita veramente difficile, non mi piace parlarne perché io scrivo musica come una liberazione. Ad ogni modo, le cose erano sempre contro di me, qualunque cosa succedesse».

«Une Marie Laurencin pour l’oreille» (una Marie Laurencin dell’orecchio): così Jean Cocteau parla di Germaine Tailleferre.
Questa corrispondenza tra gli acquerelli decorativi di Laurencin e la musica di Tailleferre, a dire il vero, non è molto appropriata. Ingenuità, freschezza, femminilità, sono sì qualità associate a Tailleferre, fin dal suo arrivo nel gruppo dei Sei, ma nella sua musica c’è soprattutto un vigore autentico, talora venato (malgrado armonie di una grande sensualità) di inaspettata austerità. La produzione di Tailleferre è vastissima: dalla lirica al balletto, dalla musica sinfonica a quella da camera e solistica, dai concerti alle cantate, con un eclettismo che ne dimostra la profonda cultura. Si è ritenuto troppo a lungo che la sua opera si riducesse a una serie di affascinanti lavori per pianoforte composti nel periodo tra le due Guerre e che la sua carriera di compositrice fosse conclusa con la Seconda guerra mondiale.

Pensarla così significa dimenticare che, oltre a questi brevi brani, Tailleferre ha composto soprattutto musica da camera, melodie, due concerti per pianoforte, tre studi per pianoforte e orchestra, il Concerto per violino, il notevole e imponente Concerto Grosso, quattro balletti, quattro opere, due operette, senza contare numerosi altri lavori per piccoli ensemble o grandi orchestre (come il sorprendente Concerto per due chitarre e orchestra, recentemente ritrovato e registrato nel 2004 in Germania da Chris Bilobram e Cristina Altmann). La maggior parte di queste musiche è stata scritta tra il 1945 e il 1983, anno della sua morte. Fino a poco tempo fa, un’enorme parte della sua produzione maggiore era rimasta inedita. Solo recentemente se ne è potuta misurare l’ampiezza, cominciando ad assegnarle, o a renderle, il posto che merita.

Qui le traduzioni in francese, inglese e spagnolo.

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Articolo di Silvia De Maria

Diplomata in viola da gamba e pedagogia musicale presso il Centro di Musica Antica del Conservatorio di Ginevra, si è esibita in formazione cameristica e orchestrale, sia in veste di solista che di continuista, nelle sale da concerto più prestigiose in Italia e in Europa. Ha inciso per le etichette Deutsche Harmonia Mundi, Arcana, Dynamic, Tactus, Stradivarius, Digressione Music e per le emittenti radiofoniche BBC, ORF, Radiotre e Espace2. Appassionata di pedagogia, si dedica con entusiasmo all’insegnamento della viola da gamba dal 2008.

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