Salute e stato sociale

Nel numero 22 di Bibliografia vagante parliamo delle professioni legate alla salute e dello stato sociale, partendo dalle guaritrici del Rinascimento italiano e del loro ruolo nelle trasformazioni della scienza medica dell’epoca. Andiamo avanti con una ricerca di storia orale attraverso le donne nate in Gran Bretagna alla metà del XX secolo: in che modo le loro vite sono state modificate dallo stato sociale e, al contempo, hanno contribuito a modificarlo? Proseguiamo con la prima donna al governo in Europa, una giovane anarchica ministra della sanità e dell’assistenza sociale nella Spagna repubblicana, per concludere con un articolo sulle ex infermiere e ausiliarie dell’esercito franchista e la loro lotta per il riconoscimento degli stessi diritti dei maschi ex-combattenti.
Per informazioni sui criteri di scelta degli articoli/libri, vi rimandiamo alla BV 1.

Sharon T. Strocchia: Forgotten Healers: Women and the Pursuit of Health in Late Renaissance Italy, Harvard University Press, 2019. Serie: I Tatti Studies in Italian Renaissance History, ISBN-10: 0674241746, ISBN-13: 9780674241749.
Il libro è stato vincitore del premio Margaret W. Rossiter History of Women in Science. Una nuova storia svela il ruolo cruciale svolto dalle donne nelle grandi trasformazioni nell’ambito della scienza medica e dell’assistenza sanitaria che accompagnò il Rinascimento italiano. Gli storici hanno finora riconosciuto il ruolo centrale ricoperto dalle donne nell’assistenza sanitaria durante il Rinascimento; donne di ogni ceto sociale, dalle badanti domestiche e infermiere alle suore che lavoravano come farmaciste, hanno guidato l’economia medica italiana. Nelle case, in farmacie conventuali, ospedali per vaiolosi, rifugi per ragazze, le donne erano praticanti e divulgatrici di conoscenze sulla salute e sulla guarigione, fornendo un contributo significativo agli albori della medicina moderna. […] L’autrice mostra come le donne abbiano ampliato il loro ruolo di fornitrici di assistenza sanitaria partecipando al lavoro empirico e allo sviluppo della conoscenza scientifica […]. I loro esperimenti, con materiali e tecniche, hanno contribuito notevolmente alla comprensione dell’assistenza medica dell’epoca. Grazie alla loro eccellenza nella medicina, le donne italiane delle città avevano un accesso al commercio maggiore forse di qualsiasi altra donna in Europa. Il volume offre un affresco molto accurato del perseguimento della salute nell’Italia rinascimentale. Più in generale, sottolineando che il fronte dell’assistenza medica si trova spesso nella casa e in altri spazi pensati come femminili, Strocchia ci incoraggia a ripensare la storia della medicina.
Indice e riassunto dei capitolo su Jstor; anteprima su Amazon. Recensione OA di Meredith K. Ray in Social History of Medicine, e presentazione dell’autrice sul blog della Society for the Study of Early Modern Women and Gender.

Eve Worth: The Welfare State Generation: Women, Agency and Class in Britain since 1945, London, Bloomsbury Academic, 2022; pp. x + 248. ISBN: 1350192066, e-ISBN: 978-1350192065.
Le donne inglesi nate alla metà del XX secolo, sono la generazione del “welfare state”: non solo le loro vite sono state modellate dallo stato sociale, ma esse hanno contribuito a trasformarlo. In questo lavoro rivoluzionario, Worth esamina l’impatto dello stato sociale sul corso della vita delle donne le cui opportunità ed esperienze sociali sono state frutto dello stesso stato sociale nel periodo post-bellico. Fondato su una ricerca storica orale, il libro sostiene che lo stato sociale sia stato così centrale nelle vite delle donne nate in Inghilterra tra la fine degli anni ‘30 e l’inizio dei ’50 che esse possono essere considerate la ‘welfare state generation’. L’espansione post-bellica dello stato sociale è stato uno dei cambiamenti politici che più hanno trasformato il XX secolo; tuttavia sappiamo poco del suo sviluppo nella pratica, o del suo impatto a lungo termine su chi è cresciuto al suo interno. Usando una rivoluzionaria metodologia nell’esame della storia di vita delle donne dalla loro nascita negli anni ’40 al pensionamento a metà degli anni ’10, il volume include trentasei interviste su storie di vita, inserite in un contesto più ampio grazie alle indagini sociali e censuarie. Utilizzando un approccio interclasse, lo studio sposta la discussione dalle sole donne con istruzione universitaria includendo quelle spesso trascurate negli studi di genere e sociali. Rivedendo le cause della mobilità sociale nella Gran Bretagna del dopoguerra, esplorando una nuova comprensione del lavoro e una periodizzazione aggiornata dello sviluppo dello stato sociale, il volume presenta un nuovo approccio nella storia di classe e genere, sostenendo che dobbiamo andare oltre l’attenzione sulle emozioni e sull’identità personale delle donne, per considerare le loro esperienze e le loro relazioni con lo Stato come datore di lavoro, educatore e fornitore.
Due recensioni OA: Claire Wrigley sul Journal of British Studies, Vol. 63, n. 2/2024, e Angela Poulter pubblicata sul sito di Oral History Society, 06/2022.

Giorgio Cosmacini: Federica Montseney. Una anarchica al governo della salute, Firenze, Le Lettere, 2021; pp. 184. ISBN: 9788893661942.
Il libro è la biografia, unica in Italia, di una protagonista della Storia che vanta il primato d’essere stata la prima donna in Europa a far parte del governo di uno Stato: Federica Montseny (1905-1994), anarchica militante e ministra della sanità e dell’assistenza sociale nel governo della Spagna Repubblicana durante il primo biennio della guerra civile (1936-1937). La sua esperienza è narrata attraverso le premesse culturali, la crescita intellettuale, la partecipazione alla lotta, l’opera assistenziale e sanitaria svolta in un periodo difficile e ci offre uno spunto di riflessione su argomenti di viva attualità ancora oggi.
Una breve sinossi si trova sul sito web della rivista dell’Associazione Italiana di Epidemiologia: «L’autore vuole sfatare il luogo comune di vedere a priori l’anarchia come la matrice di ogni violenza eversiva dell’ordine costituito e consolidato, illustrando le contraddizioni tra gli anarchici, a partire dalla mala relacòn che si instaura tra Federica Montseny (1905-1994) e suo padre, Federico Urales (Joan Montseny, 1864-1942), anarchico “integerrimo”, quando la prima decide di appoggiare il governo “riformista” di Francisco Largo Caballero (1869-1946), diventando, dal novembre 1936 al maggio 1937 — quando gli anarchici usciranno dal governo — ministra della sanità e dell’assistenza sociale. La giovane è la prima donna a ricoprire quell’incarico in Europa ed è molto attiva, presentando anche numerose proposte di legge, mai accettate. Il libro è la storia politica, sociale, culturale e familiare di Federica fino al suo esilio in Francia; il cuore del racconto è la guerra civile spagnola, con la grande varietà di personaggi e di movimenti che la animano».
Una recensione OA di Graziella Galliano su Geostorie, anno 31, vol. 3/2023, pp. 1-2.

Katharina Seibert: Health, home and hearth: how war nurses negotiated their place at the table during the dawn of Francoist Spain, European Review of History, Vol. 31, n. 3/2024. OA. https://doi.org/10.1080/13507486.2024.2325486.
Nel corso della guerra civile spagnola, circa 15.000 donne furono impiegate come infermiere o ausiliarie nel servizio sanitario dell’esercito franchista. Molte di loro lavorarono in prima linea […]. Al termine della guerra […] furono smobilitate e rimandate in seno alla famiglia. Per alcune di loro il ritorno a casa fu un sollievo; per altre significò la fine di una carriera professionale e di una vocazione al di fuori del controllo familiare. Alcune di loro sfruttarono i caotici mesi del dopoguerra per alzare la voce, chiedendo lo stesso trattamento dei veterani maschi. Esse volevano gli stessi privilegi di cui questi godevano, come l’accesso libero all’università o lo status di ex-combattente. Unendosi a sostegno dei loro interessi, riuscirono a superare diverse barriere sociali, come le idee franchiste sulla complementarietà dei ruoli di genere, il concetto di infermiera come angelo acquiescente al capezzale dei malati, e i valori di subordinazione e obbedienza incondizionate. Rinviando il matrimonio al futuro, violarono ulteriormente le aspettative franchiste sulla “corretta” traiettoria biografica di una donna. […] Traendo spunto dalle fonti del servizio sanitario militare franchista, questo articolo sostiene che le loro petizioni riecheggiavano le visioni elitarie e di genere riguardanti la creazione della società del vincitore. Queste prospettive riflettevano gli intricati processi di integrazione all’interno dell’eterogenea base di sostegno da cui il dittatore spagnolo Francisco Franco traeva legittimità e appoggio sia durante che dopo la guerra.

***

Articolo di Rosalba Mengoni

Rosalba Mengoni 400x400

Laurea magistrale in Storia e Società, il suo principale argomento di studio riguarda l’interazione fra l’essere umano e il territorio. Collaboratrice tecnica all’Isem – Istituto di storia dell’Europa Mediterranea del Cnr, è nel comitato di redazione di Rime, la rivista dell’Istituto e fa parte del gruppo di lavoro sulla comunicazione. Cura la Bibliografia Mediterranea pubblicata sul sito istituzionale http://www.isem.cnr.it

Lascia un commento