Bruxelles, capitale del Belgio e cuore pulsante dell’Europa, è una città ricca di storia, cultura e architettura. Il suo centro storico, caratterizzato da un dedalo di strade medievali e da piazze iconiche come la Grand Place, si contrappone ai quartieri più recenti, sorti durante l’espansione urbana del XIX e XX secolo. La città si sviluppa su un impianto radiale, con arterie che si diramano dal centro verso le periferie, ognuna con una propria identità.

La toponomastica della città ha storicamente trascurato il contributo delle donne. Fino a pochi anni fa, solo il 6% delle strade portava un nome femminile, e queste intitolazioni erano spesso concentrate nelle aree periferiche, dove la crescita urbana ha consentito la creazione di nuove vie. Recentemente, tuttavia, Bruxelles ha intrapreso un percorso di trasformazione, dedicando sempre più strade a donne che hanno segnato la storia della città e del mondo.

L’impianto urbano di Bruxelles e la distribuzione delle vie femminili
Bruxelles è una città stratificata. Il centro storico conserva un forte legame con la sua storia medievale, con vie strette e tortuose che riflettono la crescita organica della città nei secoli passati. Qui le intitolazioni femminili sono ancora limitate, mentre prevalgono, invece, i nomi di figure storiche maschili, sovrani e santi.
Le zone più moderne, come Evere, Anderlecht, Haren e il quartiere europeo, offrono uno scenario diverso. In queste aree, la creazione di nuove infrastrutture ha permesso di aggiungere vie intitolate a donne illustri, spesso scelte per il loro contributo alla scienza, alla politica, alla cultura e alla società.
Virginie Plas è stata una figura cruciale nell’educazione femminile in Belgio durante il XIX secolo. Convinta sostenitrice del diritto delle donne a un’istruzione completa, fondò scuole per ragazze in un’epoca in cui l’accesso all’istruzione era fortemente limitato dal genere. Il suo impegno ha gettato le basi per un cambiamento culturale, contribuendo all’emancipazione sociale e professionale delle donne nel Paese.

Anderlecht raccoglie ben dieci intitolazioni femminili, molte delle quali recenti: Impasse Clara Clairbert, Avenue Nellie Melba, Avenue Simone Veil, Boulevard Maria Groeninckx-De May, Place Séverine, Rue de Sévigné (dedicata a Madame de Sévigné), Rue Maria Tillmans, Rue Romanie Van Dyck, Place Marie Curie, Place Elsa Frison.

Maria Tillmans è stata un’attivista di spicco nel movimento operaio e femminista belga tra il XIX e il XX secolo. Ha lottato per migliorare le condizioni di lavoro nelle fabbriche, promuovendo diritti essenziali come il salario equo e il congedo per malattia. La sua azione instancabile a favore delle donne lavoratrici e delle classi meno abbienti l’ha resa un simbolo di giustizia sociale, ricordata ancora oggi per il suo coraggio e la sua determinazione.
Elsa Frison, artista e filantropa belga del XX secolo, ha dedicato la sua vita a promuovere le arti e a sostenere giovani talenti. Con il suo mecenatismo, ha creato opportunità per numerosi artisti emergenti e contribuito alla diffusione di opere d’arte che riflettevano la cultura belga. La sua visione e il suo amore per l’arte ne fanno una figura ispiratrice per le nuove generazioni.
Nellie Melba (1861-1931), nata Helen Porter Mitchell, è stata una delle più celebri soprano del mondo. Nata in Australia, ha raggiunto la fama internazionale grazie alla sua voce straordinaria e al suo repertorio che includeva capolavori di Bellini, Verdi e Puccini. La sua carriera, durata oltre tre decenni, ha ispirato artiste, artisti e appassionati di musica, rendendola un’icona della lirica. La dedica della via a Bruxelles sottolinea il riconoscimento internazionale del suo talento.
Ad Haren, il Parco Arthur Maes ha recentemente assunto il nome di Foresta Anna Frank. La reintitolazione di spazi verdi a figure femminili è una decisione municipale del 2005 che scelse quattro aree da dedicare ad altrettante donne famose: oltre ad Anna Frank, abbiamo Marguerite Yourcenar per il parco Egmont (ancora da rinominare), Marguerite Duras per Square des Blindés e Simone de Beauvoir per il parco Fontainas. Altri giardini della città intitolati a donne sono square Marie-Louise e parco Marie Popelin (ex parco delle Brigidine).
Marie-Louise è Maria Luisa d’Austria (1791-1847), figlia dell’imperatore Francesco II, che divenne imperatrice dei francesi sposando Napoleone Bonaparte, in un’unione politica destinata a consolidare la pace tra Austria e Francia. Dopo la caduta di Napoleone, le fu assegnato il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, che governò con saggezza e moderazione per oltre 30 anni: durante il suo regno, migliorò le infrastrutture, sostenne le arti e promosse la pace sociale, guadagnandosi il rispetto dei suoi sudditi.
Marie Popelin (1846-1913) fu, invece, la prima donna laureata in giurisprudenza e rappresenta una figura centrale nella storia del femminismo belga. Dopo aver ottenuto la laurea all’Università di Bruxelles nel 1888, le fu negato l’accesso alla professione legale esclusivamente per il suo genere e l’episodio, che scatenò un dibattito pubblico, la spinse a dedicarsi completamente alla lotta per i diritti delle donne. Fu cofondatrice del Conseil National des Femmes Belges e sostenitrice del suffragio universale. Attraverso conferenze, articoli e iniziative sociali, Popelin si batté per l’uguaglianza di genere e per una maggiore partecipazione delle donne nella società civile.
Sei strade femminili sono in Uccle: Avenue Princesse Paola, Avenue Jacqueline Harpman, Clos Andrée De Jongh, Clos Andrée Dumon, Rue Edith Cavell, Rue Gatti de Gamond (Isabelle Gatti de Gamond), Rue Marie Depage.
Edith Cavell (1865-1915) fu un’infermiera britannica che operò in Belgio durante la Prima Guerra Mondiale, salvando la vita di soldati di entrambe le fazioni. Quando iniziò a facilitare la fuga di soldati alleati attraverso i Paesi Bassi, fu arrestata e giustiziata dai tedeschi, diventando un’icona internazionale di altruismo e sacrificio.

Marie Depage (1872-1915) è stata un’infermiera belga che si è distinta per il suo lavoro umanitario durante la Prima Guerra Mondiale. Moglie del medico Antoine Depage, si unì alla Croce Rossa per curare i soldati feriti, mostrando un coraggio straordinario nelle situazioni più critiche. Morì tragicamente nel naufragio del Lusitania mentre trasportava forniture mediche dagli Stati Uniti in Europa. La sua dedizione e il suo sacrificio hanno lasciato un segno indelebile nella storia umanitaria del Belgio.

Tuttavia, l’inclusione femminile nella toponomastica non si limita a questi nuovi sviluppi: negli ultimi anni, alcuni nomi femminili hanno trovato spazio anche in quartieri più centrali, a testimonianza di un cambiamento di prospettiva.
Nell’area Ixelles, troviamo su strade e piazze un’altra decina di nomi femminili: Maria Malibran, Ernestine, Jeanne, Clémentine, Élise, Marie-Henriette, Marie-José, Marguerite Yourcenar, Marie Curie, Akarova (Marguerite Acarin), Juliette Wytsman.
Maria Malibran (1808-1836) considerata una delle prime grandi dive dell’opera del XIX secolo, è celebre per la sua voce soprano potente e il carisma scenico. Visse una vita breve ma intensa, conquistando il pubblico europeo con esibizioni memorabili in opere di Bellini, Rossini e Donizetti.

Juliette Wytsman (1866-1925), pittrice impressionista belga, celebre per i suoi paesaggi, nature morte e composizioni floreali, fu una delle principali esponenti dell’arte impressionista in Belgio e contribuì a consolidare la presenza delle donne nel mondo artistico del suo tempo. I suoi dipinti, caratterizzati da colori vivaci e pennellate libere, riflettono una profonda connessione con la natura.

Secondo i dati raccolti, molte di queste intitolazioni si concentrano in specifiche aree tematiche o quartieri residenziali. Ad esempio, il complesso di Tour & Taxis, noto per il suo mix di modernità e storia industriale, ha visto l’introduzione di alcune vie dedicate a donne che si sono distinte in ambito artistico e umanitario.

Rue Chantal Akerman fu dedicata nel 2023 alla regista, scrittrice e artista belga, considerata una delle più influenti cineaste del XX secolo, che ha esplorato temi come l’identità, la memoria e l’alienazione, rompendo spesso le convenzioni narrative. Bruxelles ha inoltre onorato la regista con un murale dell’artista spagnola Alba Fabre Sacristán che ha riprodotto una scena del film Jeanne Dielman, 23 quai du Commerce, 1080 Bruxelles, considerato una pietra miliare del cinema femminista. Il murale (nella foto di destra), posto sulla facciata di una casa all’angolo tra Quai aux Barques e Rue Saint-André, fa parte di un percorso di Street Art su cui si sta ancora lavorando.
Un esempio concreto di trasformazione urbana
Uno dei principali strumenti per questa rivoluzione toponomastica è stato il lavoro del collettivo femminista Noms Peut-Être!, che dal 2017 si è impegnato per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’invisibilità delle donne nello spazio urbano (in foto). Il loro progetto di installare targhe viola temporanee accanto ai cartelli stradali esistenti, e rinominare le stazioni metropolitane con nomi di donne celebri come Simone Veil, Rosa Parks e Malala Yousafzai, ha aperto un dibattito pubblico che ha spinto le istituzioni ad agire.
Questa iniziativa è partita nel quartiere Les Marolles, famoso per il suo spirito ribelle e popolare, ed è stata successivamente estesa ad altre aree, come il campus dell’Université Libre de Bruxelles. Le targhe temporanee sono diventate permanenti in molti casi, trasformando il paesaggio urbano in un simbolo di inclusività.

Un mosaico in evoluzione
Bruxelles dimostra che anche attraverso le scelte toponomastiche è possibile ridefinire la memoria collettiva di una città. Ogni intitolazione femminile è un tassello che arricchisce la narrazione urbana, rendendola più equa e rappresentativa. Tuttavia, la distribuzione di queste vie femminili resta un tema aperto: sebbene siano aumentate le intitolazioni, la loro presenza è ancora limitata nei quartieri centrali e nei luoghi simbolici della città.
Guardando al futuro, Bruxelles si pone come modello per altre città europee che vogliono intraprendere un percorso simile. La femminilizzazione delle mappe urbane non è solo un atto simbolico, ma un passo concreto verso una società che riconosce e celebra il contributo delle donne.
In copertina: strada dedicata alla principessa Stéphanie del Belgio (1864-1945), figlia di re Leopoldo II.
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Articolo di Tullia Ciancio

Illustratrice e grafica freelance siciliana, vive attualmente a Tours, Francia. Laureata in Illustrazione e Animazione allo IED di Torino, ama viaggiare, imparare nuove lingue e cucinare. Cerca di unire le sue passioni organizzando eventi e laboratori artistici. Per lei la creatività è il miglior linguaggio per dare voce a ciò che è importante. Detesta il patriarcato e le ingiustizie.
