Nel numero 23 di Bibliografia vagante torniamo su temi legati alla famiglia (vedi BV 5). I due volumi che aprono la rassegna affrontano il tema della coppia e del matrimonio: in Italia tra XIII e XVI secolo e nel regno Franco tra VI e XII; segue un articolo sugli elementi strutturali dei più diffusi modelli familiari della Sicilia d’Età moderna. Con un dossier monografico parliamo poi di parentele illegittime, concubinaggio reale e genealogia nella penisola iberica medievale. Concludiamo queste proposte di lettura con un progetto e un numero speciale dedicato: 30 anni dopo la segnalazione di Amartya Sen, riapre il discorso della sparizione delle bambine con una ricerca sull’Europa tra il XVIII e la metà del XX secolo.
Per informazioni sui criteri di scelta degli articoli/libri, vi rimandiamo alla BV 1.

Ermanno Orlando: Matrimoni medievali. Sposarsi in Italia nei secoli XIII-XVI, Viella, 2023, pp. 308, ISBN: 9791254692332 – 9791254692738.
Prima che il concilio di Trento (1563) lo codificasse rigidamente, nel basso medioevo il matrimonio mantenne a lungo una natura laica, mutevole e versatile, caratterizzata da una grande variabilità di pratiche e modelli. Pare quindi più opportuno parlare di matrimoni al plurale, abbandonando la visione univoca dell’istituto affermatasi solo dopo Trento. Nel volume si farà, pertanto, ampio riferimento non solo ai matrimoni legittimi e codificati, ma anche all’esteso ventaglio di quelli incerti e irregolari, come i matrimoni a tempo, le unioni di fatto, i matrimoni plurimi, le convivenze more uxorio o i rapporti concubinari; si passeranno in rassegna le diverse forme di unioni trasgressive, dal ratto all’adulterio, dai matrimoni finti e simulati sino a quelli violenti e forzati; si rifletterà, infine, sulle forme proibite o a stento tollerate, come i matrimoni interconfessionali, la promiscuità interreligiosa e le unioni con gli esclusi e i marginali.
Indice del volume sul sito dell’editore, e un’intervista all’autore sul blog Letture.org.

Emanuelle Santinelli-Foltz: Couples et conjugalité au haut Moyen Âge (VIe-XIIe siècles), Brepols, 2022, pp. 414, ISBN: 9782503595030.
Cosa significa essere una coppia nel regno Franco dell’alto medioevo? Quali sono le diverse forme di unione? A quali realtà sociali corrispondono? Su quali basi si organizzano le relazioni tra coniugi? Come si sono evoluti i discorsi e le pratiche tra VI e XII secolo? Per rispondere, abbiamo incrociato fonti di natura diversa (narrative, diplomatiche, legislative, morali, amministrative, poetiche, epistolari, iconografiche e archeologiche) analizzandole alla luce delle attuali questioni sociologiche, psicologiche, antropologiche e filosofiche. Anche se la coniugalità costituisce la norma in tutti gli ambienti sociali, si rivela una grande diversità di situazioni e di contesti. Non tutte le coppie erano sposate, monogame, formanti una comunità di residenza, di affetto e di solidarietà gerarchica, come potrebbe suggerire la documentazione scritta, monopolio di una élite, il più delle volte ecclesiastica, che tende a presentare come norma ciò che è solo un ideale desiderato.
Indice sul sito dell’editore. Due le recensioni OA: Marie-Céline Isaïa su CRMH – Cahiers de Recherches Médiévales et Humanistes, 2023; Rutger Kramer su The Medieval Review.

Alessandro Abbata: Strutture della popolazione, aggregati domestici, speranze di vita, vedovaggio e remarriage nella Sicilia d’età moderna, RiMe, Vol. 10/III n.s. 2022, https://doi.org/10.7410/1569.
Il contributo si pone l’obiettivo di mettere in luce gli elementi strutturali dei più diffusi modelli familiari della Sicilia d’Età moderna quali: estensione numerica degli households, anagrafica dei suoi componenti, tipologia e interessi aggregativi. Fattori che sfatano il falso mito di un archetipo domestico mediterraneo contraddistinto dal regime patriarcale, dall’abitudine da parte delle giovani coppie di sposi di stabilirsi nella casa di uno dei genitori, e dalla proibizione del matrimonio delle vedove. (Dall’abstract dell’articolo).

Inés Calderón Medina (a cura): El parentesco ilegítimo en la Edad Media, Edad Media, Vol. 23/2022. Dossier monografico. OA.
Lo studio delle strutture delle parentele nelle società medievali è stato affrontato tradizionalmente da diverse discipline, come la storia, il diritto, l’antropologia storica e la demografia storica, con l’adozione di differenti approcci e prospettive di analisi. Negli ultimi anni la parentela illegittima ha suscitato un grande interesse, divenendo un eccezionale tema di studio. Gli sforzi degli studiosi si sono concentrati principalmente sulle famiglie reali e nobili, perché l’impronta documentale è più abbondante rispetto ad altri strati sociali. […] Al momento lo studio delle parentele illegittime nel regno iberico non ha ricevuto molta attenzione, anche se negli ultimi anni sono stati pubblicati alcuni lavori, come quelli di Teresa Arias o Inés Calderón che analizzano da diversi punti di vista vari aspetti del concubinato e la filiazione illegittima dei monarchi spagnoli. […] Gli articoli che fanno parte di questa monografia vogliono essere un punto di partenza nell’analisi di questo fenomeno in scala peninsulare (Penisola Iberica ndt). Dalla prospettiva della storia sociale e culturale e utilizzando una grande varietà di fonti […] gli obiettivi sono quelli di osservare qual è la concezione sociale delle relazioni illegittime e della loro discendenza, la sua evoluzione lungo i secoli del medioevo, il rapporto con l’esercizio del potere e la sua quantificazione. L’arco cronologico esaminato va dall’XI secolo e culmina con il XV. Si tratta di un periodo fondamentale nell’evoluzione delle strutture parentali, poiché la Chiesa andrà aumentando il suo controllo, attraverso l’impianto del matrimonio canonico, nel momento in cui la monarchia sta consolidando il suo potere e cominciando a regolarizzarlo. (Dalla presentazione di Inés Calderón Medina: https://doi.org/10.24197/em.23.2022.1-7).

Il progetto Missing girls in Historical Europe, è realizzato dal Research Council of Norway, con la Norwegian University of Science and Technology Dept. of Modern History and Society.
Sono trascorsi 30 anni da quando Amartya Sen ha portato con forza l’attenzione del mondo sul fenomeno delle ragazze scomparse nei Paesi in via di sviluppo, specialmente nel sud ed est dell’Asia. Lo sbilanciamento del rapporto tra i sessi rivela una discriminazione di genere sotto forma di aborto selettivo, infanticidio femminile e/o la trascuratezza mortale delle giovani. La preferenza del figlio maschio deriva da fattori economici e culturali che hanno influenzato lungamente la percezione relativa al valore delle donne in quelle regioni, che hanno portato a milioni di “missing girls”, un problema che ha ricevuto notevole attenzione dai media e dall’accademia. Nonostante la portata drammatica di questo fenomeno, l’esperienza storica dei Paesi europei ha ricevuto poca attenzione. Sebbene la narrazione convenzionale sostenga che ci siano poche prove di una discriminazione di genere il cui risultato sia un eccesso di mortalità femminile nell’infanzia e fanciullezza, indicazioni preliminari suggeriscono che questo problema potrebbe essere più importante di quanto si pensava, specialmente (ma non esclusivamente) nel sud ed est europeo. Va notato che un eccesso di mortalità femminile non è necessariamente il risultato di maltrattamenti delle giovani. In ambienti ad alta mortalità come quelli presenti nel passato, la discriminante potrebbe essere il modo in cui venivano nutrite o trattate quando erano malate, così come la quantità di lavoro che era loro affidato, e che avrebbe potuto causare la morte di più ragazze a causa dell’effetto combinato di denutrizione e malattia. Questa ricerca studia quindi se le pratiche discriminatorie abbiano aumentato indebitamente la mortalità femminile durante l’infanzia e la fanciullezza nell’Europa storica (c.1700-1950). Nello specifico, il progetto vuole: 1- tracciare la rilevanza del numero di ragazze scomparse e quindi la portata delle pratiche discriminatorie; 2- identificare il tipo di famiglie che avevano maggiori probabilità di essere coinvolte in questo comportamento; 3- evidenziare i fattori in grado di spiegare la variazione delle pratiche discriminatorie nelle diverse regioni e nel tempo. Oltre a fonti qualitative che fanno luce sul modo in cui le famiglie trattavano i loro figli, il progetto si basa sui rapporti tra i sessi ottenuti dai conteggi della popolazione e dalle statistiche di vita. Possono essere utilizzate anche altre fonti che forniscono, tra le altre, informazioni sugli ospedali per i trovatelli, sull’altezza o sui bilanci familiari.
Sul sito web del progetto sono raccolte le relative pubblicazioni; si segnala il numero speciale: 30 years after Sen’s “missing girls”: Reconsidering the experience of historical Europe, The History of the Family, Vol. 27 n. 4/2022. Gli articoli sono quasi tutti open access.
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Articolo di Rosalba Mengoni

Laurea magistrale in Storia e Società, il suo principale argomento di studio riguarda l’interazione fra l’essere umano e il territorio. Collaboratrice tecnica all’Isem – Istituto di storia dell’Europa Mediterranea del Cnr, è nel comitato di redazione di Rime, la rivista dell’Istituto e fa parte del gruppo di lavoro sulla comunicazione. Cura la Bibliografia Mediterranea pubblicata sul sito istituzionale http://www.isem.cnr.it
