Gregarie meravigliose

«Se avessi detto dei no, se avessi accettato il rischio di dispiacere tutti […] forse avrei potuto avvicinarmi un po’ di più alla donna che potevo essere e scoprire finalmente qual era la donna che volevo essere […] posso lasciarvi un’eredità? Disobbedite». Michela Murgia.

Da bambina mi dicevano spesso che avevo un carattere forte. Ero intelligente, riflessiva e determinata. In parte la mia famiglia ne era orgogliosa, in parte no. Vedeva in me i segni di una futura donna indipendente, ma al tempo stesso attribuiva questa mia determinazione al capriccio, alla disobbedienza. Ancora oggi i miei familiari mi raccontano che da piccola ero “cattivissima”, per poi aggiungere: «Ora sei tutto il contrario, non so cosa sia successo».
A volte mi chiedo se avesse avuto mio fratello, che ha sempre avuto un carattere più mite rispetto al mio, questo stesso temperamento, lo avrebbero considerato diversamente: magari un leader nato. Ma, invece, ero io ad averlo e se questa forza è sopravvissuta al giudizio della mia famiglia, ha finito per piegarsi sotto il peso gerarchico della scuola. L’obbedienza è uno degli aspetti più importanti di un/a buona studente e io sono sempre andata bene a scuola. Per tutti gli anni di scuola erano principalmente i ragazzi quelli disobbedienti, quelli che venivano sgridati e messi in punizione, mentre noi ragazze in genere prendevamo bei voti e seguivamo le regole. Ma questo modo di fare che ci avvantaggia a scuola e all’università, ci danneggia una volta uscite dal mondo dell’educazione e così gli uomini nel mondo del lavoro hanno più successo di noi. Tra le tante ragioni di questa disparità c’è proprio questa: gli uomini sono più abituati a uscire dagli schemi. Noi, invece, cresciamo con il peso dell’obbedienza, del dover sempre fare le cose “per bene”. Non è un caso che le donne, prima di candidarsi a un lavoro, sentano il bisogno di soddisfare tutti i requisiti, mentre gli uomini si lanciano con più leggerezza, anche senza tutte le competenze richieste.

Così, con il tempo, i tratti più decisi della mia personalità sono stati sopraffatti da altri aspetti: la timidezza, la dolcezza, l’empatia. Chi mi conosce adesso per la prima volta difficilmente crederebbe che da bambina fossi considerata “cattiva”. Per anni ho attribuito questo cambiamento alla crescita, quasi fosse un segno di maturità. Infatti, ho sviluppato prestissimo una forte consapevolezza e sensibilità che mi hanno avvicinato a temi come il femminismo. Tali caratteristiche, però, a volte mi hanno anche fatto soffrire. Per esempio, mentre alcune delle mie compagne di classe parlavano male delle loro amiche alle spalle (ad esempio in relazione all’aspetto), io ho sempre creduto nell’importanza del sostenerci a vicenda, noi donne. Non ne faccio una colpa, veniamo da sempre abituate a credere che dobbiamo essere in competizione l’una con l’altra e anche io ho fatto e faccio ancora degli scivoloni. Ma quando arrivi a certe consapevolezze prima degli altri, ti puoi sentire sola se che chi ti circonda ha bisogno di più tempo per capire.

Oggi però mi chiedo che tipo di donna sarei se alcuni tratti, considerati meno “femminili” della mia personalità, fossero stati valorizzati. Forse esiste ancora quella parte di me, a volte riesco a scorgerla o, forse, è il fantasma della persona che sarei potuta diventare, una potenziale me, di cui rimangono poche tracce. In ogni caso, auguro a me stessa e a tutte le altre donne di seguire le parole di Murgia: di rischiare, sia a livello personale che professionale. Dobbiamo smettere di cedere alla manipolazione emotiva che ci fa credere che disobbedire significhi deludere qualcuno. E, soprattutto, dobbiamo smettere di imporre questo modello alle bambine. Smettiamo di “costruire gregarie meravigliose” e diamo alle ragazze più opportunità per dimostrare la loro capacità di essere leader.

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Articolo di Elena De Giacomo

Laureata in Politics, Philosophy and Economics presso l’università Luiss Guido Carli, sono appassionata di filosofia politica, sociologia e politica europea. Amo la ricerca ed esplorare nuove idee attraverso la scrittura. Mi piace immergermi nella lettura di romanzi, analizzare il significato dei film e dei testi delle canzoni, viaggiare e trascorrere il tempo all’aria aperta con la mia cagnolina.

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