Come reagireste se vostra figlia vi dicesse: «Mamma, papà, voglio giocare a calcio!» oppure se vostro figlio vi chiedesse: «Mamma, papà, mi iscrivete a pallavolo?».
Molte persone potrebbero essere sorprese e rimanere senza parole, questo perché siamo così abituati a sentir parlare di “sport maschili” e “sport femminili” che abbiamo sempre creduto che alcuni di questi siano indirizzati solo a un genere e non all’altro; sport di squadra come il calcio o il basket ai maschi e attività come la danza o la ginnastica artistica alle femmine, ad esempio. Tale suddivisione non solo riflette un retaggio di pregiudizi culturali, ma alimenta anche l’idea che le capacità fisiche e le inclinazioni sportive debbano seguire schemi predeterminati, senza tenere conto delle attitudini, dei desideri e delle inclinazioni individuali di ciascun bambino o ragazzo, o bambina e ragazza.
Gli stereotipi non solo limitano la partecipazione e l’espressione personale, ma creano anche ambienti dove la competizione sana e il piacere dello sport sono sostituiti da una costante pressione per adattarsi a un’immagine ideale legata al proprio genere. Ad esempio, un ragazzo che desidera dedicarsi alla danza o alla ginnastica può essere visto come “poco virile”, mentre una ragazza che prova ad avvicinarsi al calcio o al rugby potrebbe sentirsi inadeguata e non a proprio agio. Che dire allora del celebre ballerino di danza classica Roberto Bolle? Oppure delle talentuose Sara Gama e Valentina Giacinti, protagoniste indiscusse della Nazionale di calcio femminile italiana, che hanno dimostrato che il calcio è uno sport per tutti e tutte, rompendo barriere mentali e aprendo la strada a tante giovani calciatrici.
Sono solo alcuni degli esempi che dimostrano che il talento, la passione e la dedizione non dipendono dal genere. In ogni sport, inoltre, ciò che conta sono le qualità tecniche, la disciplina, l’etica del lavoro, la capacità di affrontare le sfide e, soprattutto, la passione per ciò che si fa.
Superare la divisione tra sport “maschili” e “femminili” significa dunque dare spazio alla libertà individuale, consentendo a tutte/i di esplorare le proprie potenzialità senza paura di essere giudicate/i o escluse/i. Per far sì che ciò avvenga, è fondamentale per le scuole e le famiglie promuovere il rispetto delle scelte fin da giovani e contrastare gli stereotipi incoraggiando i bambini e le bambine a praticare qualsiasi attività sportiva le appassioni, senza farle sentire costrette a seguire percorsi predefiniti.

È stato proprio questo l’obiettivo del Memorial Boccalini Gfc, torneo di calcio femminile studentesco provinciale che si è svolto, dopo il successo delle edizioni del 2023 e 2024, in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale per i diritti delle donne, a Lodi, presso il Sambe Stadium. Il torneo era dedicato alle quattro sorelle lodigiane Luisa, Marta, Rosetta e Giovanna che nel 1933 fondarono la prima squadra di calcio riconosciuta dal Coni, insieme ad altre calciatrici milanesi, il Gfc (Gruppo femminile calcistico).
È stato organizzato da Se non ora, quando? Snoq Lodi, Toponomastica femminile, Rete scolastica Non sei da sola, col sostegno di numerose associazioni e dell’Ufficio scolastico territoriale, col patrocinio del Comune di Lodi, ed era rivolto alle ragazze dai 13 ai 18 anni. Alla buona riuscita dell’iniziativa ha collaborato attivamente la società sportiva ASD San Bernardo calcio, che ha messo a disposizione il Sambe Stadium, le attrezzature e tutto quanto il necessario per lo svolgimento delle partite e per l’accoglienza delle calciatrici.



Il Memorial Boccalini Gfc è parte del più ampio “Progetto Boccalini”, iniziato a partire dal 2020, quando a Lodi venne presentato il libro della giornalista Federica Seneghini, con postfazione dello storico Marco Giani: Giovinette, le ragazze che sfidarono il duce. Da quell’anno in poi, molti furono gli eventi legati al progetto. Nell’aprile 2023 venne disputata a Lodi la partita “mai giocata”, che ebbe ampia risonanza mediatica nazionale proprio perché fu liberatoria: 90 anni prima il Governo fascista aveva vietato, infatti, la prima trasferta del Gfc in terra piemontese. Nello stesso periodo, sempre a Lodi, venne organizzata anche la ciclopasseggiata “In bicicletta nei luoghi di Giovanna Boccalini” con Fiab Lodi e Ilsreco.
Altro momento di grande rilevanza è stato il 24 settembre 2023 quando Google ha dedicato il proprio Doodle, con testo in italiano e in inglese, a Giovanna Boccalini, commissaria della squadra di calcio ma nota anche come partigiana e come donna impegnata nelle lotte femministe. Un riconoscimento internazionale per questa eccezionale figura.
Il 2024 si è aperto con la medaglia d’oro assegnata dal Comune di Lodi ad Alice Vergnaghi per il contributo storico culturale dato alla città grazie alla sua ricerca dedicata alla famiglia Boccalini.
Il Progetto Boccalini ha ripreso la propria attività, sempre in stretta collaborazione con le scuole, ancora nel 2024, con la proiezione, nell’aula magna dell’Istituto Bassi, del cortometraggio Maledetta Primavera presentato dall’associazione Donne sui tacchetti: un incontro sul rapporto tra donne e calcio, con relativi divieti e stereotipi, che è stato preludio alla seconda edizione del Memorial Gfc.

Quest’anno il torneo ha visto gareggiare oltre duecentoquaranta atlete, battendo il numero delle altre due edizioni, che, a turno, hanno giocato nel campo diviso a metà, con quattro porte. Gli istituti superiori che hanno partecipato sono stati: Maffeo Vegio, Einaudi, Piazza, Pandini, Bassi, Cesaris, Tosi, Novello, Volta e Merli. Le scuole medie, invece: IC Lodi Cazzulani, IC Lodi 1 Ada Negri, IC Ognissanti Codogno, IC Somaglia, IC Fusari di Castiglione, IC Borghetto e IC Graffignana.
A metà mattinata, il momento ricreativo è stato dedicato a diversi interventi; il primo quello di Alice Vergnaghi, ricercatrice lodigiana, docente e biografa di Giovanna Boccalini e successivamente quelli di rappresentanti del Comune di Lodi, delle istituzioni, delle associazioni e comitati che hanno collaborato all’organizzazione.
L’iniziativa non è stata solo un’occasione agonistica, ma una vera e propria manifestazione di cambiamento. Le giovani atlete, con la loro determinazione, si sono unite nella volontà di raggiungere la parità di genere nello sport e per cambiare la percezione di ciò che le donne sono in grado di fare, dimostrando la necessità di abbattere gli stereotipi.
Ogni partita è stata un passo verso la creazione di un ambiente più inclusivo, dove le ragazze possono sfidare i limiti imposti dalla società e perseguire le loro passioni senza paura di essere giudicate.
Questo evento ha dato voce e visibilità alle atlete, contribuendo a una riflessione più ampia sulla parità di genere. La speranza è che, da esperienze come questa, nasca una cultura che non solo accoglie, ma celebra le donne in ogni sport. L’augurio è che questo torneo non rimanga un evento isolato, ma che rappresenti l’inizio di una serie di manifestazioni che possano coinvolgere sempre più donne in ogni parte del mondo.
Un importante traguardo è l’intitolazione alle Sorelle Boccalini dello stadio, a Lodi, chiamato finora “della Dossenina”, dall’area geografica di pertinenza: il primo stadio in Italia a essere dedicato a delle sportive!
Qui l’intervista su questo tema che Radio 1 ha voluto fare a Danila Baldo, vicepresidente di Toponomastica femminile, insieme a Federica Seneghini, la giornalista autrice di Giovinette: https://www.youtube.com/watch?v=v2XmU57l2_o
In copertina: un momento del Torneo. Foto di Giulia Bortolini.
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Articolo di Valeria Ferrari

Attualmente sono una studente del corso triennale in Comunicazione, Innovazione, Multimedialità presso l’Università di Pavia. Ciò che mi piace e mi fa stare bene sono viaggiare e fare sport. Amo impegnarmi al massimo in tutto ciò che faccio e cercare di migliorarmi sempre di più.
