Nel numero 25 di Bibliografia vagante parliamo di donne e potere: come lo hanno usato o ne sono state usate. Regine o principesse consorti che hanno dato impulso alla cultura del loro tempo: un volume che vuole superare lo stereotipo di Giulia Farnese quale “madre ambiziosa”, e un catalogo sulla mostra dedicata a tre principesse tedesche che furono influenzate dall’illuminismo ed ebbero grande peso sulla cultura britannica del XVIII secolo. Proseguiamo con i simboli del potere femminile in Sardegna, con un articolo tratto da una tesi di dottorato — purtroppo non reperibile on-line — e concludiamo con un numero speciale di RiMe, Rivista dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea dedicato al potere femminile nel medioevo.
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Segnaliamo la rivista: Early Modern Women: an Interdisciplinary Journal, edita dalla University Chicago Press; i numeri arretrati si trovano anche su Jstor.

Giulio Sodano: Elisabetta Farnese. Duchessa di Parma regina consorte di Spagna matrona d’Europa, Salerno editrice, 2021, pp. 432, ISBN: 9788869736384, pp. 480.
«Scaltra come una zingara»: così Alberoni definì Elisabetta Farnese (1692-1766) pensando alle sue doti politiche. Regina consorte tutt’altro che passiva e dietro le quinte, la sua figura si presta all’analisi dell’apporto muliebre alla realizzazione della sovranità monarchica europea, in sintonia con l’attenzione della più recente storiografia alla regalità femminile, al ruolo delle regine consorti, nonché all’influenza delle donne nella costruzione delle corti. Le vicende della Farnese vanno, infatti, ricollocate in un quadro di studi profondamente rinnovato negli ultimi decenni.
In questa biografia si presta quindi attenzione alla formazione della futura regina di Spagna negli anni del tramonto degli antichi stati principeschi italiani, decadenti, ma con corti ancora vivaci e in grado di rappresentare dei modelli culturali e artistici. Proprio il destino della penisola italiana rappresenta il cuore della successiva politica internazionale della regina di Spagna. Si è voluto superare lo stereotipo della “madre ambiziosa”, per cogliere maggiormente i disegni complessivi di Elisabetta. La vita della regina di Spagna ha fatto i conti con i nodi internazionali che caratterizzarono il vecchio continente nella prima metà del Settecento: il conflitto a livello mondiale tra le potenze coloniali della Francia e dell’Inghilterra; la crisi e la resilienza dei Paesi mediterranei; l’affermazione prima degli Asburgo di Vienna e l’emergere poi della Prussia come nucleo tedesco alternativo all’interno dell’Impero. È in questo quadro assai complesso che Elisabetta Farnese attuò un’attenta politica volta all’affermazione della dinastia. Fu soprattutto grazie al suo operare, energico e non sempre convenzionale, che nacquero numerose branche della famiglia dei Borbone, destinate a dominare con tratti assai comuni l’Europa della seconda metà del Settecento.
Due le recensioni OA: Valentina Favarò in Mediterranea – ricerche storiche, Anno XIX, n. 56/2022, pp. 819-821; Alberto Bravo Martín in Tiempos Modernos, Vol. 13, n. 47/2023. Un estratto del volume su Amazon.

Joanna Marschner, David Bindman, Lisa L. Ford (a cura di): Enlightened Princesses. Caroline, Augusta, Charlotte, and the Shaping of the Modern World, Yale University Press, 2017, pp. 592, ISBN: 0300217102; 978-0300217100.
Nel luglio 2014 si è tenuto un simposio internazionale (qui il programma) dedicato alle tre principesse e alla loro attività di promozione delle arti e delle scienze nell’Inghilterra del XVIII secolo. A seguito di questo evento, è stata poi organizzata una mostra — di cui viene qui proposto il catalogo — tenutasi dal febbraio al novembre del 2017 a New Haven, nello Yale Center for British Art e al Kensington Palace di Londra. La mostra si è conclusa con un nuovo simposio internazionale (qui il programma).
Caroline di Ansbach (1683-1737), Augusta Saxe-Gotha (1719-1772) e Charlotte di Mecklenberg-Strelitz (1744-1818) furono tre principesse tedesche che divennero regine consorti — o, nel caso di Augusta, regina in attesa, reggente e principessa vedova di Gran Bretagna — le cui curiosità e aspirazioni furono influenzate dal pensiero illuminista sin dai loro primi anni presso le corti principesche europee. «Le principesse avevano un vasto patrimonio intellettuale, sociale, culturale, e interessi politici, che contribuirono a plasmare le corti in cui vivevano e incoraggiarono i più grandi filosofi, scienziati, artisti e architetti dell’epoca a sviluppare idee importanti che avrebbero guidato le generazioni successive. I palazzi e i giardini reali in cui abitavano fungevano da incubatori per conversazioni e sperimentazioni illuminate e funzionavano come piattaforme per proiettare gli ultimi sviluppi culturali a un pubblico internazionale. I loro contributi innovativi in tutte le discipline hanno avuto un grande significato secoli fa e continuano a informare le nostre vite» (dal comunicato-stampa della mostra).

Arianna Carta: Female power in Sardinia: symbols and rituals. Comparative Cultural Studies: European and Latin American Perspectives, Vol. 19, n. 1/2025.
«La questione del potere femminile è molto controversa e dibattuta. Ma cosa si intende per potere? Quali sono i segni, i simboli e le pratiche che ne tracciano una linea che spesso si perde nel tempo e nello spazio? In questo articolo, tratto dalla mia tesi di dottorato, affronterò il discorso del potere femminile in Sardegna. In particolare, tenterò di mettere in luce il continuum materiale e simbolico del potere femminile in Sardegna attraverso l’esplorazione del ruolo delle donne in ambito sacro, dall’analisi delle tradizioni popolari alle cerimonie legate al ciclo della vita: nascita, riti matrimoniali e funebri, pratiche di guarigione» (dalla sintesi dell’articolo).

Ángela Muñoz Fernández, Diana Pelaz Flores (coords.): Las mujeres de las monarquías europeas I. Espacios institucionales, prácticas de poder e identidades (ss. X-XVI). RiMe, Vol. 12/I n.s. (giugno 2023).
Questo numero speciale nasce da un’esigenza comparativa, uno dei principali obiettivi del progetto Las Mujeres de las Monarquías Ibéricas: paradigmas institucionales, agencias políticas y modelos culturales (siglos XIII-XV). L’analisi delle strategie di partecipazione politica delle donne nei diversi periodi storici non solo ha conosciuto un notevole impulso negli ultimi anni, ma è diventata anche una delle linee di ricerca pienamente consolidate nel campo della Storia delle donne. Nel caso specifico del Medioevo, gli studi incentrati sulla regalità o sulla carica regale femminile stanno attraversando un periodo particolarmente fruttuoso, sia in termini di ricerca su personaggi ancora poco conosciuti, sia in termini di diversificazione degli approcci tematici, metodologici e analitici.
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Articolo di Rosalba Mengoni

Laurea magistrale in Storia e Società, il suo principale argomento di studio riguarda l’interazione fra l’essere umano e il territorio. Collaboratrice tecnica all’Isem – Istituto di storia dell’Europa Mediterranea del Cnr, è nel comitato di redazione di Rime, la rivista dell’Istituto e fa parte del gruppo di lavoro sulla comunicazione. Cura la Bibliografia Mediterranea pubblicata sul sito istituzionale http://www.isem.cnr.it
