A scuola di vita

Prendo il telefono e faccio il suo numero.
Non lo sento da luglio, da quando abbiamo gioito insieme per il suo 86 alla maturità. Un bel riconoscimento per il nostro alunno più volitivo, testardo, uno che ha preso per le corna ogni difficoltà e ha portato a casa il giusto risultato per le sue fatiche.
Non sono bastati una mamma in comunità e un padre quasi del tutto privo di cultura per farlo desistere dal suo voler venire al mondo una seconda volta. Il suo destino Andrea se l’è preso a mani giunte, tirando e strappando brandelli di presente e di futuro come un dannato, con la disperazione di chi sapeva di dover rinascere.
Non per niente, chiuso nella sua camera, questo ragazzo dagli occhi neri e profondi ama da sempre leggere Nietzsche, il filosofo del “diventa te stesso”. A quanto pare, nella sua vita, Andrea lo ha proprio preso in parola. Che poi lo chiamo alunno, ma quando è arrivato da noi, qualche anno fa, in terza, era un’alunna. Una lei molto infelice, piena di ansie, qualche fobia e una depressione incipiente che le segnava lo sguardo. Era una ragazza in cerca di risposte, in cerca di una strada che fosse finalmente la sua. E noi docenti del corso socio sanitario siamo stati/e la risposta. Non per particolari doti o meriti: semplicemente siamo state le persone giuste al posto giusto, quelle di cui Andrea aveva bisogno in quel particolare momento della sua giovane esistenza.
Qualche volta succede, tutto sommato. Che la scuola salvi la vita, dico. La poesia, la letteratura, la storia hanno appassionato da subito il suo cuore esule e ramingo, la psicologia è stata l’occasione per guardarsi dentro, per comprendere, scavare, definire. E poi la collega di italiano, così aperta e piena di energia, l’ha letteralmente preso per mano. Ma non sarebbe successo niente se Andrea fosse finito nella classe sbagliata. Non bastano gli adulti a definire un’identità complessa in un’età cruciale come l’adolescenza. Per capire chi siamo, a sedici-diciassette anni, serve il confronto con coetanei e coetanee, le relazioni, le amicizie, i legami, il tempo e i pensieri condivisi. E le sue compagne sono state formidabili nell’accogliere tutto di Andrea, ogni sua piccola sfumatura di ambiguità, ogni sua contraddizione. Mai un giudizio, mai una parola fuori posto.
Forse è la battaglia generazionale della nostra gioventù, non so, ma viene da chiedersi chi abbia loro insegnato a gestire una situazione del genere con tanta naturalezza. Perché le nostre alunne sono state da subito casa, per Andrea. Accoglienza, calore, serenità, spontaneità. Da chi hanno imparato? Dalla scuola? Non direi proprio. Dalle famiglie? Può essere, anche se non è che qui in Valtellina brilliamo per apertura mentale e spirito di accettazione delle diversità. Forse le nuove generazioni sono semplicemente migliori di quello che pensiamo, più capaci di noi di astenersi da etichette e pregiudizi. Forse l’adolescenza è un periodo di grazia, in cui si è talmente disorientati/e su tutto, che tutto diventa accettabile e possibile, ogni cosa diventa normale perché nulla lo è fino in fondo. In ogni caso, mentre ad Andrea cresceva la barba e cominciava a non riconoscersi più nel corpo che madre natura gli aveva assegnato, il contesto classe è stato di grandissimo aiuto nel costituire un nido protetto e accogliente nel quale chiunque potesse sentirsi a proprio agio per quello che era, senza doversi per forza adeguare a categorie precostituite. Andrea è diventato quel che è oggi, anche perché aveva attorno quelle compagne. E sono sicura che lo sa.

«Ho una proposta da farti» gli dico al telefono. «C’è una ragazzina, qui nel mio paese, che frequenta la prima liceo. Non sta andando più a scuola da parecchi giorni e sta pensando di mollare. Ha bisogno di qualcuno che l’aiuti a rimettersi in pista. Diciamo tre pomeriggi alla settimana, un paio d’ore. Qualcuno che le dia una mano a organizzarsi, a stare al passo, che le dia un ritmo e un metodo. Te la senti?»
«Io?» mi chiede incredulo. «Chiara, io sono quello che studiava alle quattro del mattino. Il mio metodo faceva schifo».
«Sarà per questo che hai preso quasi 90 alla maturità» ribatto «e comunque anche la ragazzina in questione studia di notte. È proprio per questo che ho pensato a te».
«Sì, ma entrare in una famiglia… lo sanno che io sono una ex lei che è diventata un lui? Cioè, mica che entro e li sconvolgo… mica che mi sbattono fuori a calci nel culo con qualche frase sessista…».
«Il figlio minore è neurodivergente; la mamma ha lavorato in psichiatria per dieci anni; il padre faceva l’avvocato e oggi fa il malgaro per scelta; la ragazzina vuole lasciare la scuola a quattordici anni; persino il cane è anoressico. Ti pare che ti manderei mai in una casa di banali borghesucci, tutti naftalina e colletti inamidati!?» rido «Sono persone apertissime, stai sereno».
«Domanda fondamentale: almeno sono di sinistra?»
«Boh, ma in cucina hanno la falce e il martello stampati sulle presine. Direi che è un indizio piuttosto convincente».
«Sicura che io sia all’altezza?»
«Sicurissima».
«Ok, ci vado».
«Bravo. Vi incastrerete bene, vedrai».
A volte succede, tutto sommato. Che la scuola salvi la vita, dico. Così è stato per Andrea. Lo sarà anche per questa ragazzina smarrita, ne sono certa.

Le pagine di questa rubrica raccolgono testimonianze di insegnanti di sostegno che hanno scelto di condividere con noi qualche riflessione sul loro lavoro e qualche episodio particolarmente emblematico del mondo dell’inclusione fuori e dentro la scuola. La Redazione ringrazia tutte/i coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione, prestando la loro voce a Vitamine vaganti.

In copertina: foto di Christian Tasso, tratta dal libro Nessuno escluso, edito da Contrasto, novembre 2020 (particolare).

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Articolo di Danila Baldo

Laureata in filosofia teoretica e perfezionata in epistemologia, già docente di filosofia/scienze umane e consigliera di parità provinciale, tiene corsi di formazione, in particolare sui temi delle politiche di genere. Giornalista pubblicista, è vicepresidente dell’associazione Toponomastica femminile e caporedattrice della rivista online Vitamine vaganti.

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