Aahora y para siempre heroinas 

A Roma, dal 15 maggio al 12 luglio 2025, ARF! e l’Istituto Cervantes, presso la Sala Dalì di Piazza Navona, presentano, del tutto gratuitamente, Ahora y para siempre Heroìnas, la mostra di Belén Ortega e Mirka Andolfo. 

Ahora y para siempe Heroìnas

Si tratta di una doppia esposizione che celebra la collaborazione di due grandi eccellenze artistiche — di diversa nazionalità — del panorama odierno; una doppia mostra che collega l’arte fumettistica italiana di Mirka Andolfo, con quella spagnola di Belén Ortega. La prima, napoletana di origine ma piemontese acquisita, è considerata un’artista di fama internazionale, nota non solo in Italia, ma anche in Francia e negli Stati Uniti. Il suo stile si basa su una fusione tra composizione occidentale e manga giapponese, dove le figure femminili hanno diritto di autodeterminarsi: giuste, ambigue, dolci, guerriere, terribili, divertenti. In altre parole, le eroine di Mirka Andolfo sono donne capaci di scegliere di essere libere. 

stanza di Mirka Andolfo

La seconda, invece, proveniente dall’Andalusia, è una delle più note autrici della scena professionale iberica. Ella, infatti, dopo un riconoscimento ricevuto al Festival di Angoulême, si è affermata come una delle principali figure di spicco spagnole. Le sue protagoniste — un po’ erotiche, un po’ grottesche — sono figure anticonformiste che sfidano i modelli imposti dalla società, incarnando diversi tipi, mai addomesticati, di femminilità. 

stanza di Belèn Ortega

Sebbene di due stili completamente diversi che traggono ispirazione da due fonti diverse (una dal manga e l’altra dal videogioco), le due artiste condividono il medesimo obiettivo: celebrare le figure femminili — in contesto dominato da machismi, ovvero il fumetto — rappresentando il loro corpo non più come mera superficie, bensì come «identità in trasformazione, agente di senso e conflitto», per riscoprirne il loro potere. 
Dunque, da sempre oscurate dalla controparte maschile, questa volta sono le donne le vere protagoniste: cinquanta figure femminili dell’universo DC e Marvel, suddivise in heroìnas e villain. Le star della mostra sono: Wonder Woman, Supergirl, Catwoman, Harley Quinn, Punchiline, Captain America, Spider-Woman, Trinity, Bombshell, Angelina, Leslie, Lady Hellaine, Paprika e Clelia; tutte quante rappresentate attraverso disegni originali, sketch e riproduzioni delle tavole digitali native. 
Tali opere sono, inoltre, raccolte nell’ARFbook 2025, il catalogo delle mostre ARF disponibile presso il Bookshop di ARF! Festivale, locato al Mattatoio La Pelanda a Roma. 

SacroProfano
SweetPaprika

Il percorso espositivo si compone di due sale, le quali rappresentano due nuclei diversi: il primo comprende i lavori delle artiste per la DC Comics, reinterpretati in modo totalmente personale. Infatti, non sono solo i costumi e le pose a subire un cambiamento drastico, bensì sussistono anche nuovi sguardi, nuove dinamiche di potere e nuove psicologie.  
Il secondo nucleo, invece, è dedicato alle creazioni di Mirka Andolfo, quali: Sacro/Profano, Contronatura, Mercy, Sweet Paprika e Blasfamous. L’obiettivo principale dell’illustratrice-fumettista è quello di — mediante questi lavori — portare avanti una narrativa provocatoria e confutante riguardo gli stereotipi sociali relativi al corpo, al desiderio femminile, alla spiritualità e all’identità di genere. 
Come si evince dai disegni di Belén Ortega — Trinity special, Fortnite, Super visible: The story of the women of Marvel e Amazing Spider-Man — l’artista predilige un tratto affilato e realistico.

Fortnite

I colori vibranti e le linee dinamiche, che sono alla base di ogni sua opera, danno origine a figure forti e carismatiche. Le sue immagini mirano a far convergere la tradizione con la modernità, invitando lo spettatore a riflettere sulla forza e sulla soggettività femminile. In altre parole, possiamo dire che Ortega tende a fondere elementi classici con tocchi contemporanei in un linguaggio visivo capace di coinvolgere e far riflettere il pubblico. In queste tavole, infine, il corpo è visto non solo come tale ma anche come una scultura-forza, i cui dettagli anatomici, l’uso del nero e la composizione complessiva restituiscono una percezione di tensione tra bellezza e forza, mito e realtà. 

Super visible: The story of the women of Marvel

Al contrario, Mirka Andolfo nei suoi Harley Quinn: Black+White+Red#2, Poison Ivy, Classic Harley Quinn, Poison Ivy e Phoenix & Cyclope si serve di figure espressive, sensuali, teatrali e talvolta caricaturali. Dal punto di vista della metodologia, la sperimentazione è il suo segno distintivo, dove le varie tecniche si amalgamano perfettamente l’una con l’altra. Notevole, inoltre, è anche il gioco delle luci, delle ombre e delle atmosfere dinamiche.  
Queste composizioni trasmettono emozione e profondità, esaltando la forza femminile in modo originale e coinvolgente in contesto volutamente esasperato. Il corpo diventa racconto della loro vulnerabilità, del loro desiderio, della loro comicità e della loro malinconia. Le eroine quindi diventano portatrici di un universo che vuole essere ascoltato, guardato ma — soprattutto — capito e accettato. La narrazione visiva fonde energia e delicatezza, dando vita a immagini che celebrano l’indipendenza, la resilienza e una femminilità che non può essere domata. 

Poison Ivy & Harley Quinn

Complessivamente, questi due stili rappresentano due approcci completamente differenti e complementari, in quanto riescono a intersecarsi a vicenda.  
Tirando le somme, possiamo definire questo percorso «un viaggio attraverso la rappresentazione dell’eroismo al femminile, una celebrazione di storie e immagini che restituiscono voce e potenza alle eroine della nona arte». In un contesto dove gli uomini hanno da sempre costituito il Modello/Soggetto e le donne il Subordinato, le due artiste mettono in atto lo scardinamento del paradigma. In questo modo, le loro eroine diventano Soggetto assoluto, risaltando quelle che sono le loro debolezze, i loro desideri e, soprattutto, la loro identità. Le protagoniste non sono più sottoposte a un’“immagine dominata” dall’archetipo, bensì scelgono, finalmente, come e cosa diventare. Donne disegnate da donne che rappresentano in toto delle entità veramente autodeterminate. 

Belén Ortega – Phoenix & Cyclope (sn) – Blasfemous – Mirka Andolfo (dx)

Concludo riportando una citazione di Stefano “S3Keno” Piccoli, nonché direttore e curatore della mostra «la scelta di unire in una sola esposizione Belén Ortega e Mirka Andolfo è perché entrambe le autrici, utilizzano il fumetto come spazio politico e poetico, dove il femminile è voce narrante, soggetto attivo, forza in movimento. Dove ognuna delle loro eroine racconta una stessa tensione, quella tra la immagine imposta e verità interiore, tra ciò che si è e ciò che si sceglie di diventare». 

***

Articolo di Ludovica Pinna

Classe 1994. Laureata in Lettere Moderne e in Informazione, editoria, giornalismo presso L’Università Roma Tre. Nutre e coltiva un forte interesse verso varie tematiche sociali, soprattutto quelle relative agli studi di genere. Le sue passioni sono la lettura, la scrittura e l’arte in ogni sua forma. Ama anche viaggiare, in quanto fonte di crescita e apertura mentale.

Lascia un commento