Spettatori e spettatrici conosciamo la serie tv che ci ha lasciato con il fiato sospeso fino alla fine; sto parlando della famosissima La regina degli scacchi (The Queen’s Gambit), che tratta l’ascesa di Beth Harmon nel mondo degli scacchi degli anni Sessanta, periodo in cui le donne non erano certo considerate abili scacchiste. Nello specifico, la serie Netflix racconta di una ragazza — rimasta orfana a nove anni — che trascorre gran parte della sua infanzia in un orfanotrofio del Kentucky, all’interno del quale inizia ad avere problemi di dipendenza dai tranquillanti. A ogni modo, è proprio in questa struttura che Beth si imbatte nel custode che le insegnerà ogni tecnica del gioco degli scacchi. La ragazzina, che dimostra un talento innato, comincia a spendere ogni notte a elaborare nuove strategie, arrivando a superare il suo maestro. Quasi adolescente, viene adottata e con il passare del tempo diventa una figura eccentrica e glamour, estremamente abile nei tornei a cui partecipa sempre più assiduamente e dai quali trae il profitto necessario per vivere. Tuttavia, il genio si fonde con la sregolatezza, e, di conseguenza, questo la porterà a intervenire nelle competizioni spesso in uno stato di coscienza alterato da droghe e alcool, oltre che in un apparente stimolo dovuto ai sedativi dai quali, fin dall’infanzia, non è mai riuscita a liberarsi. Adesso, allontaniamoci dalla finzione per avvicinarci alla realtà: a Londra, precisamente nel quartiere di Harrow, vive Bodhana Sivanandan che è la più giovane campionessa di scacchi della sua categoria. La bambina — di origini indiane — è nata il 5 marzo 2015 da genitori ingegneri e, stando alle fonti, ha iniziato a giocare all’età di cinque anni, durante il lockdown del 2020. Lei stessa racconta: «Quando fu il 2020, c’era il Covid, così uno degli amici di mio padre che stava tornando in India, e aveva un po’ di giochi e libri, ce li diede»; tra questi la prima cosa che catturò la sua attenzione fu una scacchiera.

Iniziò a usarla trattando le pedine come se fossero giocattoli, ma poi il padre le mostrò il loro reale utilizzo. Quella fu la prima volta in cui Bodhana conobbe realmente il gioco degli scacchi. A marzo 2022, dopo soli quindici mesi di pratica, la ragazzina è stata definita da Leonard Barden, giornalista e scacchista britannico, «una giocatrice eccezionale». Sempre lui ha scritto: «Bodhana Sivanandan, che ha vinto la medaglia d’argento sia nel rapido che nel blitz europeo under 8 femminile, è la ragazza numero 1 al mondo nel blitz della sua fascia d’età con un margine enorme di 322 punti Fide». Due mesi dopo, durante i Campionati europei di categoria scolare tenutisi a Rodi, la giovanissima giocatrice vinse tutte le ventiquattro partite a cui partecipò, ottenendo tre medaglie d’oro. Ad agosto dello stesso anno, Bodhana ha preso parte al Campionato di scacchi britannico, a Torquay. Secondo quanto riporta ancora il giornalista citato su The Guardian, era la giocatrice più giovane e, dopo una serie di vittorie importanti, fu sconfitta solamente dal gran maestro Keith Arkell per via della sua inesperienza.
Nel 2023 la bambina prodigio batté il campione di scacchi Peter Lee. Questo è stato un grande traguardo per una ragazzina di 8 anni, che, a dicembre dello stesso anno, oltre a raggiungere un punteggio pari di 8.5/13 nella Competizione europea di scacchi, ha acquisito il titolo di Candidata Maestra Femminile. A marzo 2024, Bodhana è diventata la più grande giocatrice della categoria under 10 femminile; mentre quattro mesi dopo è stata selezionata nella squadra femminile inglese per la quarantacinquesima Olimpiade degli scacchi a Budapest, in Ungheria. A novembre si è guadagnata il primo posto nella categoria femminile under 18 della Competizione di scacchi britannica e ha ottenuto, inoltre, il titolo di Maestra Fide Femminile.

All’età di 10 anni, nel luglio 2025, è divenuta la più giovane sportiva a ricevere la norma per il titolo di Grande Maestra Femminile. Infine, lo scorso agosto, Sivanandan è stata la più piccola giocatrice a battere il grande Peter Wells nel Campionato degli scacchi britannico. Questo enorme successo le ha permesso di superare il record detenuto dall’altrettanto giovanissima Carissa Yip. I meriti e i traguardi raggiunti dall’enfant prodige non si esauriscono qui: a soli otto anni — durante il torneo di Zagabria — ha battuto 554 sfidanti, per vincere il titolo continentale. Sempre nella stessa competizione, Bodhana, nel penultimo turno, ha sconfitto l’allenatore dell’Inghilterra femminile Master, Lorin D’Costa; tale vittoria le ha consentito di accedere alla finale contro la Master di origine rumena, Irina Bulmaga. Quest’ultima, con immensa ammirazione, ha dichiarato: «Un risultato incredibile per la ragazzina di soli 8 anni Bodhana, che ha pareggiato nell’ultimo round del Campionato europeo Blitz ottenendo un punteggio di 8,5p/13, vincendo il primo premio tra le donne davanti a me e a un gruppo di altri giocatori esperti! Che fenomeno è!».

Non è assolutamente un caso che, quando le ha stato chiesto di scegliere tra titolo Senior e Under, Sivanandan abbia optato per il raggiungimento del primo. Attualmente, la giovane scacchista fa parte della top five delle giocatrici e giocatori nati nel 2015 (o successivamente), collocandosi al terzo posto. I suoi progressi avanzano di anno in anno, grazie anche agli incredibili punteggi di 33/33 che riesce sempre a ottenere in ogni sua partita. Dunque, possiamo affermare che l’innegabile genio della bambina londinese sia evidente a chiunque; lo stesso padre — come ha dichiarato alla Bbc — si è più volte chiesto da chi sua figlia avesse ereditato questa predisposizone. Dal canto suo, Bodhana Sivanandan, quando le viene domandato della sua abilità e della sua passione per questo sport, ha sempre risposto descrivendolo come un’attività che «l’aiuta a riconoscere gli schemi, a focalizzare l’attenzione e che le insegna come elaborare strategie e calcolare le mosse in anticipo», aggiungendo, inoltre, di essere attratta da come le pedine si muovono sulla scacchiera, soprattutto quella del cavallo.

Prima di concludere, bisogna fare una riflessione: come sappiamo, la giovane talentuosa è una femmina e ha radici indiane. Le domande sorgono spontanee: cosa sarebbe accaduto se Bodhana avesse ricevuto la scacchiera nel suo Paese di origine? e il talento da solo basta o necessita di altri fattori favorevoli? Analizzando il contesto, se la vicenda si fosse svolta in India, probabilmente la scacchiera l’avrebbero ricevuta il fratello o il cugino; ciò è dovuto al fatto che in questo Paese le donne vengono spesso educate per diventare mogli e madri — ruoli che attribuiscono loro dignità. Sebbene la Costituzione garantisca l’istruzione gratuita e obbligatoria per tutti i cittadini e le cittadine, fino ai 14 anni, l’analfabetismo femminile continua a essere elevato, pari al 30% circa. Le discriminazioni di genere non consentono l’accesso alle donne in molti ambiti professionali e accademici, inoltre, la pratica dei matrimoni combinati e precoci contribuisce a rendere la situazione — di per sé già critica — estremamente difficile. Quindi, per rispondere alle due questioni, no, probabilmente se Bodhana avesse vissuto in India, non avrebbe avuto le stesse possibilità; e no, il talento da solo non basta, anche la genetica è essenziale, insieme alla tenacia e al costante allenamento.
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Articolo di Ludovica Pinna

Classe 1994. Laureata in Lettere Moderne e in Informazione, editoria, giornalismo presso L’Università Roma Tre. Nutre e coltiva un forte interesse verso varie tematiche sociali, soprattutto quelle relative agli studi di genere. Le sue passioni sono la lettura, la scrittura e l’arte in ogni sua forma. Ama anche viaggiare, in quanto fonte di crescita e apertura mentale.
