Nel doppio nome di Tolosa 

Negli ultimi anni, in Francia, la toponomastica è diventata un indicatore della parità nello spazio pubblico. Nantes e Rennes superano oggi il 6% di vie intitolate a donne e Parigi sta dando nome ad aree pedonali, vialetti, aiuole, lungofiume e lungocanali finora anonimi per ridurre il gap di genere e valorizzare la presenza femminile nello spazio pubblico. Sulle targhe bilingui, tra francese e occitano, la memoria femminile di Tolosa prende forma tra resistenti, artiste, scrittrici e scienziate, con il suo 4,7% (dati Mediacités, 2024). È un risultato ancora lontano dall’equilibrio, ma che la pone tra le città francesi più attente alla questione. Ma non è stata un’evoluzione spontanea. Dal 2020 il Consiglio comunale ha scelto di orientare le nuove intitolazioni in modo più paritario. In quell’anno oltre la metà delle vie di nuova denominazione fu attribuita a figure femminili, una tendenza confermata anche nel settembre 2023, quando otto vie su undici furono dedicate a donne. L’iniziativa si inserisce nel Piano comunale per l’uguaglianza 2022–2026, che include la toponomastica tra gli strumenti di riconoscimento simbolico. A Tolosa, però, la memoria urbana si arricchisce di un’ulteriore particolarità: la presenza della doppia lingua, francese e occitano, che compare su molte targhe. Questo dettaglio rende la città più consapevole della propria identità linguistica, ma crea qualche difficoltà a chi studia la toponomastica. Nelle analisi statistiche nazionali, infatti, alcuni nomi di vie vengono contati automaticamente come “femminili” solo perché la loro forma linguistica lo suggerisce: è il caso di Avril, Alma, Gloire o Dalmatie, che sembrano nomi propri di donna ma in realtà designano date, concetti o luoghi. Rue du Dix-Avril commemora la battaglia del 1814, Avenue de la Gloire celebra la gloria militare, Rue Dalmatie rimanda a una regione, Rue du May a un’antica festa primaverile. Sono i cosiddetti “falsi positivi” linguistici, che mostrano come persino la grammatica possa interferire con la memoria collettiva. 

Tolosa. Parvis Femmes de la Résistance, foto di Laurence Larrouy 

Tra le scelte commemorative più forti spicca il Parvis des Femmes de la Résistance, riportato anche in occitano come Placeta de las Féminas de la Resisténcia. Non è un’intitolazione personale ma un omaggio collettivo alle donne che, durante l’occupazione nazista consegnarono messaggi, diedero rifugio, curarono feriti e spesso pagarono con la vita il loro impegno. È una scelta rara. Le dediche collettive nello spazio pubblico sono quasi sempre maschili: agli eroi, ai combattenti, ai martiri. A Tolosa invece la città ha scelto di riconoscere la Resistenza femminile come parte integrante della propria identità storica. 

Tolosa. Rue George Sand, foto di Laurence Larrouy

Tra i nomi individuali ricorre anche quello di George Sand (1804-1876), pseudonimo di Aurore Dupin, scrittrice anticonformista che già conosciamo per la sua diffusione in molte città francesi. Oggi è tra i dieci nomi femminili più frequenti nella toponomastica nazionale, insieme a Marie Curie, Olympe de Gouges e Simone de Beauvoir. La sua presenza a Tolosa conferma un fenomeno nazionale: poche donne hanno una simile stabilità nella memoria urbana, segno che la scrittura femminile, quando rompe le convenzioni, può conquistare un posto accanto ai grandi autori maschili. 

Tolosa. Allée Gisèle Halimi, foto di Laurence Larrouy

Subito dopo George Sand, un’altra figura ormai diventata ricorrente nella memoria pubblica francese è Gisèle Halimi (1927-2020). Nata in Tunisia da una famiglia modesta, si formò come avvocata e scelse fin da giovane di impegnarsi nelle grandi cause del Novecento. Durante la guerra d’Algeria difese gli indipendentisti accusati di terrorismo, denunciando la tortura praticata dall’esercito francese. Negli anni Settanta fu tra le protagoniste del femminismo francese: nel 1971 firmò insieme a Simone de Beauvoir e ad altre 340 donne il “Manifesto delle 343”, in cui dichiarava di aver abortito, sfidando apertamente la legge. Il suo nome resta legato soprattutto al processo di Bobigny (1972), quando trasformò la difesa di una ragazza minorenne perseguita per aborto clandestino in un processo politico che preparò la strada alla legge Veil del 1975. Halimi fu anche deputata, ambasciatrice e fondatrice con de Beauvoir dell’associazione Choisir la cause des femmes. Il suo nome, oggi presente in decine di città francesi, è tra i più diffusi nella toponomastica contemporanea, a testimonianza del legame profondo tra memoria pubblica e diritti civili. A Tolosa, la sua allée ricorda una vita di battaglie per la libertà e la giustizia, unendo femminismo, anticolonialismo e impegno politico. 

Tolosa. Rue Maria Mombiola, foto di Laurence Larrouy 

Ben diversa è la storia di Maria Mombiola (1914-2000), resistente di origine spagnola. Dopo la caduta della Repubblica e la vittoria franchista, migliaia di rifugiate attraversarono i Pirenei e trovarono in Tolosa una nuova patria. Tra loro vi erano donne che, lontane dall’essere figure passive, si inserirono attivamente nelle reti clandestine francesi. Mombiola fu una di queste: partecipò alla Resistenza locale, rischiando più volte la deportazione e vivendo con discrezione la quotidianità della lotta. La sua via testimonia oggi non solo una biografia individuale, ma anche la storia collettiva delle combattenti spagnole che, esiliate, continuarono la lotta contro il fascismo al di là della frontiera. La sua memoria rimane fortemente legata all’Occitania e ai Pirenei, come simbolo di una Resistenza femminile transfrontaliera. 

Tolosa. Rue Renée Aspe, foto di Laurence Larrouy

 La città onora anche Renée Aspe (1922-1969), pittrice nata a Tolosa. Formata all’École des Beaux-Arts, sviluppò uno stile personale che privilegiava la rappresentazione dell’infanzia e della vita popolare. Le sue tele raccontano giochi di strada, mercati, volti e gesti quotidiani, con uno sguardo affettuoso ma mai retorico. Viaggiò anche fuori dalla Francia, soprattutto in Marocco e Tunisia, riportando nei suoi quadri colori caldi e atmosfere mediterranee. Espose regolarmente negli anni Cinquanta e Sessanta, ottenendo il riconoscimento della critica locale. Morì prematuramente a soli quarantasette anni, lasciando un’opera intensa e coerente, oggi conservata in parte al Musée des Augustins. La targa che porta il suo nome è bilingue, francese e occitana, e lega così la sua memoria artistica all’identità culturale della città che l’ha vista nascere e crescere. A differenza di Sand o Halimi, la sua notorietà resta soprattutto regionale, ma fortemente radicata nella memoria visiva tolosana. 

Tolosa. Passerelle Anita Conti, foto d’archivio

Sulle rive della Garonna, una struttura recente porta il nome di Anita Conti (1899-1997), prima oceanografa francese, fotografa e scrittrice. La Passerelle Anita Conti, inaugurata nel giugno 2024, collega il quartiere Empalot all’Île du Ramier, attraversando il fiume con una linea elegante e luminosa. È dedicata a una donna che fece della scienza una forma di esplorazione poetica. Conti trascorse la vita in mare, documentando la pesca industriale, la fauna oceanica e le condizioni di vita dei marinai. Lavorò per il Ministero della Marina negli anni Trenta e fu la prima a denunciare, con dati e fotografie, l’impatto devastante della pesca intensiva. Autrice di opere come Racleurs d’océans (1953) e L’Océan, les bêtes et l’homme (1971), unì rigore scientifico e sensibilità letteraria, diventando una figura di riferimento per la cultura ecologica contemporanea. Oggi il suo nome si ritrova anche a Lorient, Brest, La Rochelle e Dunkerque, segno di una riscoperta nazionale delle pioniere della scienza. La passerella che la celebra a Tolosa, pensata come simbolo di connessione e fluidità, rende omaggio a chi ha dedicato la vita a osservare e proteggere il mare. 

Scorci toponomastici di Tolosa, fotoreportage di Marta Grasso

Queste intitolazioni mostrano come Tolosa stia intrecciando nella sua mappa urbana memorie diverse: la Resistenza, la letteratura, l’arte, la scienza, il femminismo. Ogni nome aggiunge un tassello a un mosaico che si allarga progressivamente e che rende la città parte del movimento più ampio di femminilizzazione della toponomastica in Francia. Camminare per le sue strade significa, oggi, incontrare storie di donne che hanno lasciato un segno profondo. E che ora, con queste scelte, si aggiungono agli esempi che costruiscono una memoria finalmente condivisa. 

In copertina: illustrazione di Tullia Ciancio. 

***

Articolo di Tullia Ciancio

Illustratrice e grafica freelance siciliana, vive attualmente a Tours, Francia. Laureata in Illustrazione e Animazione allo IED di Torino, ama viaggiare, imparare nuove lingue e cucinare. Cerca di unire le sue passioni organizzando eventi e laboratori artistici. Per lei la creatività è il miglior linguaggio per dare voce a ciò che è importante. Detesta il patriarcato e le ingiustizie.

Lascia un commento